Palermo (Italia)




Palermo è un comune italiano di 671.042 abitanti, capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione siciliana.
È il quinto comune italiano per popolazione nonché il principale centro urbano dell'isola di Sicilia e dell'Italia insulare.
La città vanta una storia plurimillenaria e ha avuto un ruolo importante per le vicende del Mediterraneo e dell'Europa. Fondata dai Fenici tra il VII e il VI secolo a.C., viene conquistata nel 254 a.C. dai Romani ed è divenuta il principale centro dell'isola (Provincia Sicilia). Conquistata dai Vandali nel 429, passa nel 536 sotto Bisanzio e poi inesorabilmente conquistata dai Saraceni nel 831. Successivamente, con l'avvento dei Normanni e il ritorno alla cristianità, fu la città di incoronazione per i numerosi re di Sicilia, proprio a questa circostanza si devono i titoli attribuiti alla città: «Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput». Da allora è rimasta, con alterne vicende, la capitale del Regno di Sicilia. Particolarmente importanti furono i Vespri siciliani, ribellione scoppiata a Palermo nel 1282.
Dal 1816 al 1817 fu capitale del neonato Regno delle Due Sicilie e successivamente divenne la seconda città per importanza dello stesso regno duo-siciliano, fino al 1861.
La lunga storia della città e il succedersi di numerose civiltà e popoli le hanno regalato un notevole patrimonio artistico e architettonico. Il sito seriale Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, di cui fanno parte più beni monumentali situati in città, nel 2015 è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Numerosi edifici, tra chiese e palazzi, sono riconosciuti monumenti nazionali italiani.
A Palermo ha sede l'Assemblea regionale siciliana, la più antica sede parlamentare in attività del mondo, nonché una rilevante sede universitaria. La sua arcidiocesi è sede metropolitana e sede del primate di Sicilia. Nominata Capitale Italiana dei Giovani 2017, è altresì capitale italiana della cultura per il 2018.
Il maggior numero di monumenti della città è dislocato all'interno del centro storico; altri sono distribuiti in tutto il territorio palermitano: ville storiche, torri d'avvistamento, tonnare, graffiti rupestri, antiche chiese o palazzi nobiliari.
Gli innumerevoli monumenti, dalla notevole valenza storico-artistica, "raccontano" i diversi periodi che hanno contraddistinto la storia della città.
Le residenze arabo-normanne, la cattedrale e altre chiese, insieme al duomo di Monreale e a quello di Cefalù, sono state inserite nella lista dei patrimoni dell'umanità dall'Unesco il 3 luglio del 2015 nel sito seriale "Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale".
Palermo conta numerosi monumenti risalenti al periodo normanno, riconosciuti patrimonio dell'umanità dall'Unesco: all'interno del Palazzo dei Normanni, residenza dei re di Sicilia e sede del Parlamento Siciliano, si trova la sontuosa Cappella Palatina fatta costruire da Ruggero II dopo l'incoronazione avvenuta nel 1130. Definita da Guy de Maupassant «la più bella chiesa del mondo, il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano», la Cappella Palatina rappresenta una straordinaria sintesi di forme architettoniche latine, mosaici bizantini e muqarnas islamiche considerate tra le massime espressioni dell'arte fatimida. Nei pressi del Palazzo dei Normanni è ubicata la chiesa di San Giovanni degli Eremiti che con le sue caratteristiche cupole rosse (cromaticamente inventate nel XIX secolo) è diventata uno dei simboli della città. Vanno inoltre ricordate la chiesa della Martorana, dalla ricchissima decorazione a mosaico, del più puro stile bizantino, situata in piazza Bellini, e la chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi, edificata oltre il fiume Oreto.
Costruita tra il 1130 e il 1170, la basilica La Magione, conosciuta anche come chiesa della Santissima Trinità, presenta una pianta a forma basilicale a tre navate sorrette da colonne, mentre internamente la costruzione si presenta molto squadrata e movimentata da una serie di archi ogivali tipici dell'architettura normanna, che girano intorno alla chiesa. Dello stesso periodo è la chiesa del Santo Spirito (all'interno del cimitero di Sant'Orsola), dove motivi ornamentali in stile normanno s'inseriscono in una sobria architettura articolata da archetti ogivali e portali d'ingresso. Eretta nel 1187 per compensare l'abbattimento di una cappella destinata dal sovrano normanno Ruggero II d'Altavilla e della Regina consorte ad essere un mausoleo per le reali spoglie, costruita nel 1130 e già dedicata a santa Maria Maddalena, la chiesa di Santa Maria Maddalena si trova inglobata, distante un centinaio di metri dalla precedente, all'interno dell'ampio cortile del comando della Legione Carabinieri Sicilia. L'abbattimento della più antica cappella, che si trovava a ridosso del fronte meridionale della cattedrale, e la costruzione della nuova chiesa, vennero autorizzati da Guglielmo II il Buono, che in tal modo era andato incontro all'ambizione dell'arcivescovo Gualtiero Offamilio di ingrandire la Cattedrale di Palermo.
Presso la Loggia dell'Incoronazione, da dove i sovrani di Sicilia, secondo la tradizione, dopo l'incoronazione nella cattedrale si mostravano per la prima volta al popolo, si trova la chiesa di Santa Cristina la Vetere, una delle più antiche di Palermo. L'edificio fu costruito intorno al 1171, per volere dell'arcivescovo Gualtiero Offamilio, che ne volle fare il mausoleo per le spoglie di santa Cristina, compatrona di Palermo, e la assegnò ai cistercensi. L'antica chiesa è ubicata esattamente lungo il vicolo dei Pellegrini, un breve tratto della via Francigena, che in origine partiva dalla Francia (da qui il nome) per arrivare nei massimi luoghi sacri del cristianesimo: Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela. Intorno al 1570, la Compagnia della Ss. Trinità, detta dei "Rossi", per la cappa di tale colore indossata dai confrati, ne acquisì la disponibilità, fondando di fianco il proprio oratorio ancora esistente, su via Bonello, per quanto in facciata porti l'insegna del santo sacramento, apposto dalla compagnia eponima che ne occupò gli spazi nel XIX secolo. I confrati della compagnia dei Pellegrini si prefiggevano di aiutare i pellegrini diretti in Terra Santa e verso altri luoghi di culto, ai quali offrivano ristoro, riparo e cure per non più di tre giorni.
Situata vicino alla chiesa della Martorana, è la chiesa di San Cataldo, una costruzione normanna del 1160, dalla caratteristica facciata tripartita sormontata da grosse cupole realizzate su tamburo, che meglio conserva il suo aspetto originario. All'interno è notevolmente interessante il pavimento musivo.
Sul Càssaro si affaccia lo splendido complesso della cattedrale eretta nel 1185 su un'area pianeggiante precedentemente occupata da una moschea araba. La sorprendente commistione artistica presente nell'edificio sembra ripercorrere l'intera storia cittadina e dei popoli che l'hanno guidata mettendo in bella mostra un portale laterale e delle torrette campanarie in stile gotico trecentesco, una facciata principale quattrocentesca, un'abside con decorazioni arabo-normanne, una cupola e cupolette laterali tardo barocche e numerosi inserzioni neogotiche dei primi anni del XIX secolo tra cui le parti basse del prospetto meridionale (oltre al nuovo transetto) e il gruppo di campanili sul Palazzo Arcivescovile. In seguito alla volontà di restaurare e rimodernare la basilica, l'interno venne ricostruito in stile neoclassico alla fine del XVIII secolo. Vi sono conservati i sarcofaghi di Federico IIRuggero IIArrigo VICostanza d'Altavilla e Costanza d'Aragona, oltre al camaleuco d'oro di Costanza di Sicilia, preziosi ornamenti e gioielli reali esposti nel tesoro della Cattedrale. La torre più imponente della cattedrale, ospita 8 campane ambrosiane (il campanone chiude le distese complete e i concerti solenni).
Nell'arco del XIII secolo, in maniera particolare durante la dominazione angioina, in città si sviluppò lo stile architettonico del gotico che possiamo ammirare in esempi come la chiesa di San Francesco d'Assisi, caratterizzata nell'interno da continue trasformazioni e rifacimenti nel tempo che giustificano la complessità e la varietà dei linguaggi artistici in essa presenti. Infatti in età barocca l'edificio venne ricoperto da stucchi e affreschi da Pietro Novelli e nel 1723 Giacomo Serpotta adornò i pilastri con le statue delle Virtù. L'aspetto deriva da restauri ottocenteschi e successivi ai bombardamenti del 1943. Altro importante esempio è sicuramente la chiesa di Sant'Agostino edificata nel 1275, di cui, originale, rimane solamente la facciata, mentre l'interno, a causa di un incendio fu rifatto verso la fine del XVII secolo, aggiungendovi, dal 1711 stucchi di Giacomo Serpotta.
Appartengono al periodo compreso tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo la chiesa della Gancia, la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, la chiesa di Santa Maria dello Spasimo, dove era conservato lo Spasimo di Sicilia, la chiesa di San Francesco di Paola, la chiesa di Santa Maria della Catena, dal caratteristico portico gotico-catalano, e la chiesa di Santa Maria la Nova, anch'essa dalla facciata preceduta da un portico a tre arcate catalane.
È inoltre nota in città per i riti antichi della passione di Gesù nel Venerdì santo. Della stessa epoca anche la chiesa di Santa Maria del Piliere o degli Angelini e la chiesa di Sant'Agata alla Guilla e quella di Santa Maria di Portosalvo. Più tarde, ma sempre del XVI secolo, le chiese di Sant'Eulalia dei Catalani e di San Giorgio dei Genovesi.
Numerose chiese della città risalgono al periodo barocco. Ne ricordiamo alcune: la chiesa del Santissimo Salvatore, situata lungo corso Vittorio Emanuele; la chiesa Convento dei Carmelitani Scalzi, in piazza Indipendenza; la Chiesa di chiesa di Santa Caterina, sita in piazza Bellini; la chiesa di Sant'Ignazio all'Olivella, a pochi passi dal Teatro Massimo; la chiesa di Sant'Anna la Misericordia, sita nell'area dell'antico mercato dei Lattarini; la chiesa di San Matteo al Cassaro, che conserva le spoglie di Giacomo Serpotta e Vito D'Anna; la chiesa dell'Immacolata Concezione al Capo, con un interno straordinariamente ricco di decorazione marmorea policroma; la chiesa di San Giuseppe dei Teatini, di cui una delle facciate costituisce uno dei quattro prospetti architettonici dell'Ottagono del Sole; la chiesa del Gesù o Casa Professa, rivestita al suo interno da bassorilievi marmorei posti sulla tribuna e Putti, tutti su modelli di Giacomo Serpotta, esperto in "barocco sacro".
La chiesa di Santa Teresa, nel quartiere della Kalsa, fronteggia il Foro Italico ed è visibile dal mare, oltre alla Porta dei Greci; la chiesa di San Domenico, con il caratteristico fronte formato da un telaio di colonne, di dimensioni maggiori di quelle della Cattedrale stessa, maestosa e dalla facciata sgargiante che domina l'omonima piazza, con al centro la colonna dell'Immacolata, creando così una grande sintonia tra piazza e facciata della chiesa. Dalla metà del XIX secolo la chiesa è adibita a Pantheon dei siciliani illustri. Vi sono allocate lapidi, tombe, cenotafi e targhe che commemorano il ricordo di numerose personalità, tra cui Giovanni FalconeFrancesco CrispiCamillo Finocchiaro AprileVincenzo FlorioGiuseppe PitrèGiovanni MeliRosario GregorioStanislao CannizzaroMichele Amari e molti altri.
Seicentesca è la chiesa del Carmine Maggiore, nello storico quartiere Albergheria. L'edificio si presenta a forma di basilica a croce latina, con tre navate, sorretta da 12 colonne in pietra di Billiemicon capitelli dorici. Splendida la cupola, costruita nel 1680. Ricca di elementi scultorei e completamente rivestita nella parte esterna da maioliche smaltate con colori che richiamano lo stile arabo, è unica nel suo genere non solo a Palermo ma in tutta la Sicilia.
Settecentesca, la chiesa della Madonna del Monte Oliveto, detta Badia Nuova, fu progettata da Mariano Smiriglio, affrescata da Pietro NovelliGioacchino Martorana e Giuseppe Platania, ed arricchita da splendidi stucchi di Giacomo e Giuseppe Serpotta.
Una menzione a parte merita la chiesa di Santa Maria dello Spasimo, costruita a partire dal 1509: è un suggestivo teatro all'aperto e vi si allestiscono spesso mostre ed eventi. Ospita inoltre gli uffici della Fondazione The Brass Group, il Museo del jazz, la Scuola Popolare di Musica, il Ridotto, denominato anche Blue Brass e la Scuola Europea d'Orchestra Jazz.
Sita nella centrale via Roma, a fianco della scalinata che conduce alla Vucciria, è la chiesa di Sant'Antonio abate. Sebbene esista sin dal 1220, l'edificio è stato interessato da numerosi rimaneggiamenti ed aggiunte nel corso dei secoli successivi. Con l'ultimo intervento, nel XIX secolo, l'edificio ha assunto la fisionomia neogotica.
Un particolare interesse ha il santuario di Santa Rosalia sito sul Monte Pellegrino, costruito nel 1626 sul luogo del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia, patrona principale della città.
Di particolare interesse sono i Qanat, imponente opera di ingegneria idraulica costruita nel sottosuolo della città a cavallo tra la dominazione araba e il periodo normanno[48]. A questo periodo risalgono anche diversi palazzi appartenuti ai sovrani normanni ed utilizzati come residenze di villeggiature, spesse immerse nel verde. Fra questi ricordiamo il Palazzo dei Normanni, la più antica residenza reale d'Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia e sede imperiale di Federico II e Corrado IV; il Palazzo della Zisa e il suo sistema di fontane; il Palazzo della Cuba, dallo stile austero e severo; il castello di Maredolce, antico sollazzo arabo circondato dalle acque dell'omonimo lago e sito all'interno del Parco della Favara; il Castello dell'Uscibene, luogo di sollazzo estivo della curia situato nella parte ovest della città. Agli edifici arabo-normanni va affiancato il Ponte dell'Ammiraglio, del 1131, eccezionale eredità della stessa epoca e dello stesso stile.
Durante il dominio aragonese, la città si arricchisce di pregevoli palazzi nobiliari e chiese caratterizzati da un tipico gotico proveniente dal Regno di Aragona e dalla contea di Catalogna (il gotico catalano). Il Palazzo Sclafani, che sorge in prossimità del Palazzo Reale, e dunque in una posizione privilegiata, fu costruito nel 1330 dal feudatario Matteo Sclafani, conte di Adernò (Adrano), in competizione con il coevo Palazzo Chiaramonte, superbo edificio fatto innalzare dal cognato in piazza Marina e sede del rettorato palermitano. Il Palazzo Conte Federico, ubicato tra la Via dei Biscottari e la Piazza Conte Federico, dentro le primitive mura della città punica, a pochi passi dal Palazzo Reale, dalla Cappella Palatina e dalla Cattedrale, è uno dei più antichi edifici di Palermo. La sua torre arabo-normanna, denominata Torre di Scrigno, è infatti datata al XII secolo.
Della stessa epoca palazzo Speciale-Raffadali, voluto dal pretore di Palermo Pietro Speciale alla fine del XVI secolo e in parte trasformato nel XVIII secolo. Del 1472 palazzo Termine, poi Marassi e quindi Alliata di Pietratagliata, mentre risale al 1490 la costruzione del Palazzo Aiutamicristo, noto soprattutto per gli sfarzosi interni che stupirono ospiti illustri fra cui Carlo V e Don Giovanni d'Austria[49]. Nel 1495 venne edificato il Palazzo Abatellis, progettato da Matteo Carnilivari in stile catalano: ospita la Galleria Regionale d'arte Moderna e Medievale. Pure tardoquattrocentesco è Palazzo Bonet, sede della GAM di Palermo.
Tra i numerosi edifici cinquecenteschi vanno menzionati: il Palazzo Alliata di Villafranca, che presenta stili che vanno dal Tardo Gotico al Rococò sino ad arrivare al Neoclassicismo e al Neogotico, ed è situato nella scenografica Piazza Bologni; il Palazzo Scavuzzo, sito in Piazza Rivoluzione; il Palazzo Castrone-Santa Ninfa, a pochi passi dal piano della Cattedrale; il Palazzo Branciforte, in via Bara dell'Olivella; il Palazzo Bordonaro, il nucleo originario di Palazzo Bonocore, poi modificato come si vede nella prima metà del XIX secolo, tra gli edifici che fanno da cornice a Piazza Pretoria.
Nel 1583 fu eretta dal viceré Marcantonio Colonna la Porta Nuova, sul modello di uno degli archi trionfali effimeri eretti in città al passaggio dell'imperatore Carlo V, vittorioso a Tunisi. La versione esistente risale al 1669 ed è caratterizzata da una copertura a piramide ricoperta di maioliche colorate. Essendo collegata al Palazzo dei Normanni, e quindi alle antiche mura cittadine, è il fondale monumentale del Cassaro o via Toledo, l'asse principale che attraversa il centro storico di Palermo.
Il periodo barocco segna importanti sistemazioni urbanistiche per la città. Nel XVII secolo, con il tracciato della Via Maqueda, si venne a creare il nuovo salotto della città: all'incrocio con il Corso Vittorio Emanuele, nascono i I Quattro Canti, o teatro del Sole, una piazza ottagonale che costituisce il centro fisico e simbolico della città. Poco lontano, in piazza Pretoria, si può invece ammirare l'omonima fontanarinascimentale, su cui si affacciano il Palazzo Pretorio o Palazzo delle Aquile, sede del Comune, e la Chiesa di Santa Caterina. Tra le tante testimonianze della Palermo Barocca, va inoltre ricordato Palazzo Asmundo.
Palazzo Mirto, di proprietà per quattro secoli dei Filangeri, e poi dei Lanza Filangieri Principi di Mirto, è ubicato alla Kalsa, uno dei quartieri storici di Palermo. Le fasi costruttive dell'edificio si collocano tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento ma le strutture più antiche risalgono al XIII secolo. L'interno è arredato con magnificenza, con opere d'arte che vanno dal XVII al XIX secolo. Del Seicento è anche il Loggiato San Bartolomeo, adiacente a Porta Felice.
Situato nei pressi della Galleria d'Arte Moderna "Sant'Anna", in un quartiere ricco di maestose residenze nobiliari, il Palazzo Valguarnera-Gangi deve il suo aspetto ai lavori intrapresi nel XVIII secolo per volontà del Principe Pietro di Valguarnera. Palazzo Airoldi, già proprietà dei marchesi Drago, come ricorda lo stemma che sormonta il portale barocco, venne anch'esso edificato nel XVIII secolo, per poi essere restaurato nel 1872, su progetto di Giovan Battista Filippo Basile. Di grande interesse al suo interno è l'affresco realizzato da Olivio Sozzi, raffigurante Il Giudizio Universale.
Palazzo Isnello presenta una facciata post-barocca del 1750 che precorre il neoclassicismo. Al suo interno si trova l'Apoteosi di Palermo, di Vito D'Anna, capolavoro della pittura rococò siciliana nonché una delle otto rappresentazioni iconiche del Genio di Palermo.
Prestigioso e con interni ricchi di stucchi, soffitti affrescati e opere d'arte, tra cui due tele di Renato Guttuso, è il Palazzo Comitini, tra le splendide dimore nobiliari che si affacciano su via Maqueda.
Il Palazzo Valguarnera-Gangi, noto per essere stato scelto dal regista Luchino Visconti come set di una delle più affascinanti scene del celebre film Il Gattopardo, è una delle più importanti dimore nobiliari della Sicilia per il suo alto ed inestimabile valore artistico. Di origine probabilmente cinquecentesca, l'aspetto del palazzo è il risultato di un'importante opera di ristrutturazione voluta nella seconda metà del Settecento dal principe Pietro Valguarnera, sposo della nipote Marianna proprietaria della dimora.
Settecentesco è anche il Palazzo Natoli, situato sulla Salita del SS. Salvatore. Appartenne alla principesca famiglia Natoli, che contribuì, grazie all'opera in particolare del marchese Vincenzo Natoli, alla crescita urbanistica di Palermo, portandola nel suo momento di massima crescita e splendore.
Nel 1778 il Palazzo Sambuca assume la struttura attuale, data dall'unificazione della casa della famiglia Bologna con quella dei Saladino e con la Torre Maniace. Palazzo Butera, affacciato sul Foro Italico, sebbene abbia un impianto databile alla seconda metà del XVII secolo, presenta una configurazione architettonica di epoca settecentesca. Completato nel 1784, Palazzo Riso, è un esempio del passaggio dallo stile tardo Barocco siciliano al Neoclassicismo ad opera di Giuseppe Venanzio Marvuglia, come l'adiacente Palazzo Ventimiglia di Geraci, distrutto dopo i bombardamenti del 1943.
Nel XVIII secolo la zona limitrofa della città muta considerevolmente grazie all'introduzione del sistema delle ville. La decisione di spostarsi all'esterno della città consolidata non deriva soltanto dalla "moda della villeggiatura" incalzante nel periodo, ma è dovuta anche all'aumento della pressione fiscale all'interno della città e alla volontà dei nobili di avere una maggiore presenza nei loro fondi agricoli così da poterne tenere sotto controllo la produzione; per questo motivo gli edifici neoclassici si trovano quasi tutti al di fuori delle mura.
Particolarmente maestosa è Villa Belmonte all'Acquasanta, realizzata da Giuseppe Venanzio Marvuglia, che rispecchia lo stile neoclassico in ogni suo aspetto, dalle volumetrie alle decorazioni, ed è inoltre impreziosita da un tempietto circolare composto da dodici colonne corinzie. Tra le numerose ville nobiliari vanno inoltre ricordate Villa NiscemiVilla Malfitano WhitakerVilla TrabiaVilla CamastraVilla BoscograndeVilla LampedusaVilla Raffo.
Un altro edificio neoclassico della città che va senz'altro ricordato è l'Orto botanico di Palermo, con il suo Gymnasium, progettato alla fine del Settecento dall'architetto francese Léon Dufourny e realizzato fuori dalle mura di Palermo, vicino al quartiere della Kalsa, dando così adeguato spazio a quello che diventerà uno dei più importanti giardini botanici d'Europa. L'imponente costruzione è in stile dorico e ai lati dell'ingresso si trovano due sfingi dello scultore palermitano Gaspare Firriolo. Pure interessante e della stessa epoca Palazzo Torremuzza.
Neoclassici sono inoltre i due Palchetti della Musica. Il primo, completato nel 1844, fu progettato da Domenico Lo Faso Pietrasanta e da Carlo Giachery per ospitare i concertini domenicali nella spianata del Foro Italiaco; il secondo venne invece edificato nella Piazza Castelnuovo, nel 1875, per volontà della famiglia Ingham.
Tra la fine del Settecento e il 1814 nasce il Palazzo d'Orleans. Edificato in stile neogotico alla metà del XIX secolo è il Palazzo Forcella De SetaPalazzo Campofranco, progettato nella prima metà del XIX secolo ed ispirato al quattrocentesco Palazzo Abatellis, è un interessante esempio di architettura neogotica in Italia.
Da menzionare inoltre il Palazzo delle Finanze con il suo pronao dorico-siculo, Villa Belmonte alla Noce, con i suoi affreschi monocromi, Villa Gravina di Palagonia, caratterizzato dalle quattro splendide cariatidi sulla facciata, e Villa Airoldi. L'esempio più originale invece è senza dubbio la Palazzina Cinese, dimora di villeggiatura di Ferdinando IV, all'interno della tenuta di caccia del "Real parco della favorita", che unisce i canoni dell'architettura neoclassica con l'eclettismo del tempo di ispirazione orientale.
Nel 1885 iniziò la realizzazione di un secondo asse che attraversava la città, collegando la stazione ferroviaria con la zona portuale. Per la realizzazione di questa nuova arteria, Via Roma, vennero demoliti numerosi edifici, che lasciarono spazio a palazzi di architettura eclettica e liberty.
All'inizio del XX secolo, la città comincia ad estendersi fuori le mura verso nord, soprattutto lungo una nuova strada chiamata via Libertà. In questo quartiere vengono costruite numerose ville in stile liberty, da parte di Ernesto Basile e dei suoi allievi. Per la città inizia una nuova età dell'oro e in più settori, quali l'economico, l'industriale, il culturale, l'artistico, l'architettonico, ecc., grazie anche all'intraprendenza di più famiglie, come i Florio, i Whitaker, i Sandron, i Ducrot, i Basile, i Rutelli, gli Utveggio, ed altre. In quest'epoca la città si rinnova, dotandosi di nuovi ospedali, teatri, come il celebre Teatro Massimo, il Politeama Garibaldi, il Teatro Biondo ed altri edifici pubblici.
Particolarmente significativo è l'Hotel Villa Igiea (inizialmente concepita come villa privata, poi divenuto albergo), costruito alla fine del XIX secolo per volontà della famiglia Florio e su progetto dell'architetto Ernesto Basile, che ha concepito sia l'architettura, che le decorazioni, che il mobilio dell'edificio in puro stile liberty.
Fra i molti villini liberty vanno ricordati senz'altro il Villino Florio, nei pressi del Castello della Zisa, che con il suo stile eclettico rappresenta un magnifico esempio dell'Art Nouveau messa in luce da Ernesto Basile, e il Villino Favaloro, progettato dal padre Giovan Battista Filippo Basile. La maggior parte delle altre ville verranno demolite per far posto ad alti edifici di nuova costruzione mentre rimarranno come monito di quel periodo di ricchezza le residenze borghesi nella borgata di Mondello che diventerà in breve tempo la spiaggia preferita dei palermitani. L'esempio più significativo di liberty a Mondello è lo stabilimento balneare realizzato nel 1912 dalla società italo-belga, costruito sull'acqua dalla nota impresa di costruzioni d'epoca della famiglia di architetti e imprenditori Rutelli.
Altri esempi architettonici particolarmente rilevanti sono il Chiosco Ribaudo in piazza Castelnuovo, i Chioschi Ribaudo in piazza Verdi, il Kursaal Biondo e Palazzo Dato.
Palazzo Moncada di Paternò, edificato nel 1909, presenta uno stile architettonico eclettico, caratteristico di inizio XX secolo, con un prospetto che però rimanda all'architettura settecentesca.
Durante l'epoca fascista l'architettura assume connotati dall'aspetto maestoso che si ispirano alla romanità e alla cultura latina tipici del Neoclassicismo, finalizzata all'esaltazione del regime vigente, spesso mescolati all'ondata della nuova corrente del Futurismo.
Vengono costruiti importanti edifici pubblici quali il Palazzo di Giustizia (progettato nel 1938 ma ultimato nel 1957 dagli architetti Gaetano ed Ernesto Rapisardi in puro stile razionalista italiano), il Palazzo delle Poste in via Roma, pregevole edificio monumentale con arredi futuristi e l'Ingresso monumentale di via Roma. Degni di nota sono pure la Sede del Banco di Sicilia in via Roma, la Caserma dei Vigili del Fuoco "Ignazio Caramanna" che riprende nel suo complesso i temi dell'architettura futurista nelle volumetrie e nella policromia della costruzione e, a fianco, la Casa del Mutilato.
Dopo il rovinoso bombardamento del maggio 1943 il centro storico venne in buona parte abbandonato dai suoi abitanti, che preferirono trasferirsi nelle zone residenziali costruite tra gli anni cinquanta e sessanta. Fino agli anni ottanta si registrarono alcuni crolli di edifici storici; nonostante le sue notevoli dimensioni, il centro storico è abitato solo da circa ventimila persone.
Palermo a partire dagli anni cinquanta ha sviluppato uno skyline molto variegato, dovuto all'espansione urbana della città durante gli anni successivi alla seconda guerra mondiale in seguito all'abbandono da parte dei cittadini del centro urbano originario e l'emigrazione verso le periferie che ha determinato un boom edilizio senza precedenti, creando nuovi quartieri residenziali ex novo composti principalmente da palazzi in cemento armato che spesso superano i dodici/tredici piani, modificando Palermo non solo in estensione, ma anche in altezza. In questa fase in città hanno lavorato importantissimi architetti come: Vittorio Gregotti, il gruppo BBPRItalo RotaGae AulentiCarlo ScarpaGiuseppe SamonàCarlo BroggiGabor Acs e Ludovico Quaroni.
Gli edifici più alti della città sorgono prevalentemente intorno allo stadio comunale o nelle periferie sud. Il più alto edificio della città e della Sicilia è il Grattacielo Ina Assitalia che si sviluppa per 65 metri in altezza e si trova nel centro della città in piazzale Ungheria, altri edifici di una certa altezza sono: Torre Resuttana I (63 metri), Torre Resuttana II (60 metri) e Torre Sperlinga (59 metri).
Molto interessanti gli edifici, progettati da Vittorio Gregotti, del Dipartimento di Scienze dell'Università di Palermo costruiti nel 1969. I corpi si presentano come parallelepipedi scuri e monolitici quasi privi di aperture esterne (ma funzionali e luminosi grazie a cortili interni ricchi di vegetazione) accostati da un sistema di canali e vasche d'acqua.
Altri edifici di grandissimo interesse nel panorama dell'architettura contemporanea sono: il palazzo della sede palermitana dell'Enel del 1961concepito da Giuseppe Samonà secondo i canoni del Brutalismo, Palazzo Amoroso e la sede cittadina della Banca Commerciale Italiana, entrambe opere del celebre gruppo BBPR, la sede regionale della Rai edificata nel 1980 in viale Strasburgo e il postmoderno edificio della Nuova Pretura progettato nel 1981 che si trova in prossimità dello storico mercato del Capo proprio dietro il Palazzo di Giustizia.
L'area semipianeggiante che dai Monti di Palermo si adagia verso il mare era anticamente nota come Conca d'oro poiché, essendo coltivata ad agrumeti come limoni, mandarini o arance, questi risplendevano al sole rendendo il paesaggio palermitano un luogo incantevole. Dopo il dominio normanno che divise la zona in grandi riserve di caccia, nel periodo medievale proliferarono i "bagli". Con questo termine vengono descritti i cortili spesso di forma quadrangolare, circondati da alte mura e muniti di torri. Fino al XV secolo erano diffusissimi i bagli in tutta la zona, posti a difesa di piccoli insediamenti che sarebbero poi diventati le borgate storiche della città.
È dal periodo Rinascimentale che la classe aristocratica decise di ricreare un piccolo paradiso agreste nella campagna edificando le prime ville; strutture queste non più chiuse e protette da mura, ma aperte al paesaggio naturale e destinate alla villeggiatura o alla vigilanza sul lavoro dei contadini. Le ville così si diffusero in gran numero in tutto il territorio a partire dalla zona a Sud, dai piedi del Monte Grifone, fino a Nord, oltre le pendici dei monti Boccadifalco e Cuccio, attraversando la cosiddetta Piana dei Colli per raggiungere le borgate marinare di Sferracavallo, e Mondello. In gran numero sono le residenze sorte a partire dal XVI secolo, dove, in pieno periodo barocco, la raffinatezza delle architetture, si riflette nello sfarzo degli interni. Delle oltre trenta ville palermitane però poche presentano le stesse caratteristiche di amenità e antica serenità che le contraddistingueva, essendo queste ormai state inghiottite dall'espansione edilizia che ha invaso negli anni la Conca d'oro. Restano tuttavia parecchi bagli privati, avvolti da verdi agrumeti, restaurati e portati ai vecchi splendori.
Rimangono poche tracce dell'antica cinta muraria del periodo punico nei pressi della cattedrale o del Cassaro, mentre sono più visibili alcune porzioni della cinta bastionata cinquecentesca che fino alla fine del XVIII secolo circondava il centro cittadino, come il Quartiere militare di San Giacomo, tra la Cattedrale e Palazzo dei Normanni. In particolare sono integri alcuni bastioni, porte urbane e piccoli tratti delle cinta murarie che sono state risparmiate dall'urbanizzazione ottocentesca.
Porzioni visibili dei bastioni sono infatti presenti lungo Corso Alberto Amedeo (Bastione della Balata o del Papireto), alle spalle del Teatro Massimo (Bastione di San Vito) e nei pressi di Piazza Magione (Bastione dello Spasimo). Un tracciato consistente di mura è quello che si affaccia sul Foro Umberto I e sulla sua parte calpestabile rappresenta la cosiddetta Passeggiata delle Cattive. Presso il porto sono invece visibili i resti dell'antico Castello a Mare, restaurato, principale avamposto militare borbonico e divenuto un Parco Archeologico e uno spazio per eventi e concerti.
Lungo la costa, soprattutto quella settentrionale nei pressi delle borgate di Mondello e Sferracavallo, sono presenti alcune torri di avvistamento. Queste strutture difensive, sorte a partire dal tardo Medioevo, avevano lo scopo di avvisare la popolazione dell'arrivo dei pirati ed essendo collegate fra loro da un sistema di comunicazione basato su segnali di fumo, trasmettevano il segnale anche alle località vicine. Nell'entroterra sono visibili tracce di torri e bagli che rappresentavano delle residenze votate alla produzione agraria, ma anche delle strutture difensive e di osservazione.
La città di Palermo si è sviluppata già dalla fondazione fenicia attorno al porto della Cala. Man mano che la città ha attraversato il suo processo di espansione urbanistica, sono state erette mura massicce per protezione da invasori, e per delimitarne un confine cittadino. La città, data la sua posizione geografica, e la sua conformazione a croce delle strade del Cassaro (Corso Vittorio Emanuele, prima Via Toledo) e di via Maqueda possedeva accessi tutt'attorno, nelle direzioni di MessinaTrapaniMonreale e altre.
Di alcune sono rimasti solo i nomi; altre, invece, sono sopravvissute. Alcune di esse erano dei veri e propri archi di trionfo, eretti per festeggiare vittoriosi ingressi in città: è il caso di porta Nuova, eretta nel 1583 in onore di Carlo V, vittorioso su un'armata musulmana in Tunisia. Sulla porta, infatti, sono raffigurati 4 colossali mori con lo sguardo afflitto e sconfitto. Dalla parte opposta, sul terrazzo a mare del Foro Italico (dove sono visibili le mura) sorge Porta Felice: iniziata sotto Marcantonio Colonna, viceré spagnolo in Palermo nel 1582, prese il nome della moglie Felice Orsini e rappresenta l'ingresso in città per chi giungeva dal mare. Fronteggia il mare anche Porta dei Greci, edificata nel 1553.
Porta Termini, abbattuta nel 1852, era rivolta verso sud-est; venne eretta nel XII secolo.
Porta Sant'Agata, costruita in pietra grezza e grossi blocchi di tufo, a differenza delle altre presenta una fessura dalla tipica forma del periodo dei Normanni in città. Alcune porte danno origine alle strette strade dove si prolungano i banconi dei mercati e quartieri storici della città, come Il Capo: è il caso di Porta Carini, datata al 1309.
L'ingresso più recente è stato fatto costruire in periodo fascista dai modernisti: è l'ingresso monumentale di via Roma, che da piazza Giulio Cesare, dominata dalla stazione centrale, immette nella via costruita a fine Ottocento.
Palermo conserva gran parte del suo aspetto mediterraneo nei vari mercati storici disseminati nella città: i più caratteristici sono la VucciriaBallarò e Il Capo.
La Vucciria si estende tra via Roma, la Cala e il Cassaro, all'interno del mandamento Castellammare. La vicinanza al porto cittadino stimolò l'insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani sin dal XII secolo. La presenza di numerosi artigiani si riscontra nella toponomastica. Il termine Bucceria deriva dal francese boucherie, "macelleria". Il mercato era infatti inizialmente destinato al macello e alla vendita delle carni. Successivamente divenne un mercato per la vendita del pesce, della frutta e della verdura. Anticamente era chiamato "la Bucciria grande" per distinguerlo dai mercati minori.
Ballarò è il più antico tra i mercati di Palermo e si estende da piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory, verso Porta Sant'Agata. È uno dei più pittoreschi mercati di grascia, cioè d'alimentari[57]. I prodotti venduti provengono dalle campagne del palermitano.[58]
Il Capo si sviluppa nel cuore dell'omonimo quartiere: conserva elementi popolari del tipico mercato mediterraneo. Altri mercati storici a Palermo sono il mercato delle Pulci e quello dei Lattarini. Da citare c'è anche un mercato dell'usato allestito a Piazza Marina.
Del periodo punico rimane essenzialmente l'impianto urbano della città, corrispondente a un asse urbano principale (il Cassaro) e una viabilità minore che si dirama da questo; sono scarse, invece, le testimonianze tangibili. Tracce puniche sono riscontrabili in limitate porzioni dell'antica cinta muraria o nella necropoli punico-romana, situata nei pressi di corso Pisani.
Vi sono invece resti di un insediamento romano all'interno della Villa Bonanno dove sono visitabili i resti di due domus, poste di fronte al Palazzo dei Normanni; altre abitazioni sono state ritrovate nei pressi di piazza Pretoria e piazza Sett'Angeli. Quest'ultimo sito, ubicato alle spalle della Cattedralee a ridosso del Convitto Nazionale, risulta caratterizzato dalla presenza di stratificazioni che vanno dal periodo ellenistico-romano a quello bizantino; tra i resti, le pavimentazioni musive di una casa patrizia, un tratto stradale coevo e la parte basamentale di un pilastro di epoca bizantina.[59]
Da corso Alberto Amedeo, superato un ingresso ottocentesco, si entra nelle catacombe di Porta d'Ossuna, databili intorno al IV-V secolo. Queste si snodano nel sottosuolo per diversi metri in direzione nord-sud. Altre due aree catacombali dello stesso periodo sono quelle di San Michele Arcangelo e dei Santissimi Quaranta Martiri.
Il Parco archeologico del Castellammare, nei pressi della Cala, include i resti del castello-fortezza di epoca normanna, una necropoli islamica e i resti della Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, quasi interamente rasa al suolo dai bombardamenti del 1943. Venne edificata a partire dal 1565, sfruttando una piccola grotta naturale. Venne poi ampliata con l'aggiunta di una cappella intitolata all'Immacolata Concezione per volontà del Viceré Diego Enriquez Guzman, conte di Alba de Lista, e di altri dignitari, come ringraziamento per la miracolosa salvezza attribuita alla Vergine dopo il rovinoso crollo di un pontile di legno alla Cala il 15 dicembre 1590. L'edificio è ritratto nella predella della Madonna del Rosario di Giuseppe Alvino detto il Sozzo, conservata a Palazzo Abatellis.
L'Area archeologica e Antiquarium di Solunto, sulle propaggini sud-orientali del Monte Catalfano, lungo la fascia costiera immediatamente ad Ovest di Palermo, è un importante sito ellenistico del IV secolo a.C., sorto in sostituzione di un primo insediamento fenicio, risalente almeno al VII secolo a.C.

Voto alla città:8
Anno della foto:2010

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