Takeley (Regno Unito)

 


Takeley è un villaggio e parrocchia civile dell'Inghilterra, appartenente alla contea dell'Essex.

Il territorio di Takeley confina con l'aeroporto di Londra Stansted, un vasto aeroporto passeggeri dotato di una singola pista e centro del traffico delle maggiori compagnie europee di voli low-cost.

L'aeroporto di Stansted fu costruito nel 1942 dall'Esercito statunitense come base per bombardieri. La base ebbe un ruolo strategico in particolare durante lo Sbarco in Normandia.

Dopo la guerra la base non era più necessaria e venne ceduta al Ministero dell'aviazione nel 1947. L'esercito statunitense ritornò nel 1954 per estendere la pista in vista di un futuro passaggio alla NATO che non fu mai realizzato e l'aeroporto fu ceduto definitivamente alla British Airports Authority (Autorità Britannica per gli Aeroporti, BAA) nel 1966.

Inizialmente l'aeroporto fu utilizzato da operatori charter che intendevano evitare gli alti costi di utilizzo degli aeroporti di Heathrow e Gatwick. Nel 1966 finì sotto il controllo della BAA, che insieme al governo britannico decise di farne il terzo aeroporto londinese, al fine di alleggerire il traffico degli aeroporti di Heathrow e Gatwick. Nel 1969 fu realizzata la prima struttura del terminal e l'anno successivo venne espansa per far fronte al crescente numero di passeggeri.

Nel 1984 il governo britannico approvò un piano per espandere ulteriormente Stansted e portare la sua capacità a 15 milioni di passeggeri all'anno. La costruzione del terminal attuale iniziò nel 1986 per essere completata nel 1991, l'edificio fu progettato dall'architetto di fama mondiale Norman Foster.


Voto alla città:5
Anno della foto:2023

Monteleone D'Orvieto (Italia)

 


Monteleone d'Orvieto è un comune italiano di 1 362 abitanti della provincia di Terni in Umbria.

Il centro storico di Monteleone d'orvieto ha una pavimentazione nelle vie costituita di sampietrini e nelle piazze vi sono basole di basalto, materiale quest'ultimo ripreso dalla pavimentazione del secondo dopoguerra, che andò a sostituire le vecchie basole di fine Ottocento, friabili e deteriorate.

Le abitazioni sono collocate lungo la via principale centrale, chiamata fino ai primi del Novecento Via Dritta, oggi Corso Vittorio Emanuele II e la parallela Via Torta oggi Via Mazzini . Le altre strade del centro storico sono le panoramiche: Via Uscidietro e Via degli Orti, che guardano il Monte Arale e Montegabbione, mentre Via della Ripa ha come sfondo il versante della Val di Chiana ed il monte Monte Cetona.

Entrati dalla "Porta nord", porta principale di accesso al paese, si può subito ammirare "Piazza Garibaldi": sotto il suo pavimento vi è la "cisterna medievale", che rappresentava una sicura scorta d'acqua per il castello. La cisterna è ancora esistente, ma tra gli anni cinquanta e sessanta l'antico pozzo è stato rimosso.

Anticamente in piazza Garibaldi vi erano anche due Chiese oggi distrutte; la "Chiesa della Madonna della Torre", così chiamata per il campanile posto sulla torre sopra la porta nord: tale edificio di culto apparteneva al comune. La demolizione avvenne nei primi anni dell'Ottocento per motivi legati alla sicurezza essendo la chiesa pericolante.

Sempre in piazza Garibaldi si poteva trovare anche una seconda chiesa quella di San Giovanni Decollato, dove aveva sede la Confraternita più antica di Monteleone: quella della morte; l'edificio religioso fu distrutto quando tale Confraternita decise di trasferire la sede nella "Chiesa di San Antonio".

Un tempo nella piazzetta vi era anche uno dei forni del castello.

Lungo il corso, nell'antica "Via dritta", a sinistra si trova la Chiesa della SS.ma Annunziata, con la sua facciata risalente al 1779 e ristrutturata nel 2004; al suo interno è conservata la statua della Madonna Assunta; anticamente era anche la sede dell'omonima Confraternita, poi trasformata in oratorio della Confraternita del SS.mo Sacramento.

Attigua alla chiesa si trova la casa del Cappellano, sede per molti anni del Presepe Vivente, recentemente riacquisita alla Parrocchia.

Proseguendo lungo il corso, a destra vi è la casa che dette i natali al compositore e direttore d'orchestra Attilio Parelli: una lapide in suo ricordo rammenta questa geniale personalità.

Poco più avanti, sempre a destra, si può ammirare la Chiesa parrocchiale, centro della vita del castello sin dai primi anni della sua esistenza. Aveva - un tempo molto lontano - portici di fronte e di lato: la testimonianza di ciò è facilmente rinvenibile ancora oggi nel muro a nord. Accanto sorgeva anche il cimitero.

Quando venne costruito l'edificio di culto aveva una sola navata e quattro cappelle; dietro l'altare principale vi era anche un coro. Durante i secoli la chiesa ha conosciuto ampliamenti e varie modificazioni; tra il 1815 ed il 1821 vennero costruiti la facciata ed il campanile in laterizi provenienti dalle fornaci che all'epoca erano fiorenti a Monteleone.

Le campane sono quattro: a nord vi è il “Campanone”, la campana maggiore, dal forte timbro armonico ed un tono maestoso.

Le cappelle laterali sono state tolte e la chiesa oggi ha tre navate.

La pala d'altare appartiene alla scuola del Perugino e rappresenta la Madonna con il Bambino, con ai lati gli Apostoli San Pietro e San Paolo.

Oggi al posto del coro vi è l'abside e ancor sotto si trova la cripta del corpo di San Teodoro Martire, decorata negli anni trenta dal prof. Guglielmo Ascanio.

Negli anni cinquanta la chiesa assunse l'aspetto definitivo che ha ancora oggi: fu innalzata, vennero aperte delle finestre in alto per una migliore illuminazione e venne interamente decorata; più recentemente è stata realizzata la nuova pavimentazione.

A sinistra dell'altare maggiore si trova l'altare dedicato all'Annunciazione ed a destra trova posto la cappella del Sacro Cuore, realizzata dai monteleonesi per celebrare la fine della seconda guerra mondiale.

Proseguendo nella passeggiata lungo il corso, a pochi metri sulla sinistra vi è Piazza Cavour, con il caratteristico “Pozzo”, un'antica cisterna a servizio della comunità; si tratta di una costruzione del XIX secolo in laterizi - a copertura di un altro deposito d'acqua medievale - ancor più antica.

Il pozzo è stato ricostruito negli anni ottanta su disegni originali: la grata, il braccio della carrucola e le pietre della base e bordatura sono autentiche.

Appena si lasciata piazza Cavour si trova subito Piazza Pietro Bilancini, la principale del paese, fino ai primi anni del Novecento denominata Piazza dell'Orologio e successivamente Piazza Umberto I; solo nel 1956 prende l'attuale denominazione in ricordo del poeta e critico letterario monteleonese Pietro Bilancini (1864 – 1895), che nella Piazza ha la sua casa natale in cui, anche in questo caso, è apposta la lapide in suo ricordo.

Nella parte alta della piazza vi è la Chiesa di sant'Antonio di Padova, oratorio della Confraternita della Morte: la facciata è del 1700. A nord si trova la torre dell'orologio, costruita nel 1888 su progetto di Filidio Lemmi, ed in fondo alla piazza vi sono i locali della Parrocchia e la Biblioteca Comunale.

La piazza è sostenuta da un robusto muro che la separa dalla strada del Sassone, che parte dal paese, attraversa l'antica porta Sud e scende verso la campagna; sopra la muraglia, tra i palazzi, si può ammirare il panorama della Valdichiana Romana.

Ancor più avanti si trova Piazza del Municipio, con l'edificio comunale anticamente sede della Congregazione di Carità; nello stesso palazzo erano collocate le scuole.

Nella stessa piazza, di fronte al Municipio, vi è il Teatro comunale dei Rustici”, e alle sue spalle, si possono ammirare i resti delle antiche mura; dalla parte opposta, si giunge alla Via del Muro dove si trovano anche qui vecchie mura ed un ampio panorama sulla vallata del Chiani.

Dal teatro, proseguendo attraverso un'antica via dove è posto un vecchio forno della Comunità rimasto fino ai nostri giorni, si giunge alla Piazza del Torrione, così denominata perché è delimitata da un muraglione costruito alla fine dell'Ottocento a sostegno del terreno scosceso sopra al quale anticamente esistevano le mura del castello.

Tale piazza, che chiude l'estremo lato sud del paese, è una terrazza che si affaccia su un amplissimo panorama che spazia dalla montagna di Cetona a Monte Arale, scoprendo tutta la vallata del Chiani fino al monte Amiata ed ai monti Cimini, quindi le dolci colline umbre fino al monte Peglia, punteggiate da antichi borghi: a Sud Fabro, mentre tra gli ulivi, stretto da due alti cipressi si scorge un tabernacolo, è il Crocifisso posto all'incrocio dove la strada del Sassone si divide a destra verso la località detta San Biagio e a sinistra verso quella denominata Pineto; in entrambi i luoghi anticamente esistevano due chiese di campagna di cui oggi non resta più traccia.

Verso est, vi è l'abitato di Montegabbione e vicino, circondato da alti cipressi il cimitero, costruito nella seconda metà dell'Ottocento, anch'esso con mattoni cotti nelle fornaci locali; ancor più vicino, sopra un aspro burrone, si può ammirare Castel Brandetto, oggi un elegante casale, ma, come attestano i documenti, antichissimo fortilizio di proprietà dei Conti di Marsciano, fondato prima dello stesso Monteleone e distrutto dai Monaldeschi nel 1350, per ritorsione contro il conte Bulgaro, appartenente ad una famiglia collaterale dei Bulgarelli.

Al Torrione, ammirando il dolce panorama, che ricorda gli ampi paesaggi dei dipinti del Perugino ci si può sedere e concedere un momento di riposo e di meditazione.

Monteleone ricade nel parco dello S.T.I.N.A. L'acronimo sta per sistema territoriale di interesse naturalistico del Monte Peglia e Selva di Meana; il parco, istituito nel 2000, interessa l'area alto-collinare e montana di cui Monteleone d'Orvieto è parte integrante, insieme ai comuni di Allerona, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montegabbione, Orvieto, Parrano, San Venanzo e Todi (unico comune della provincia di Perugia). Complessivamente lo S.T.I.N.A. si estende su una superficie di 47.159 ha di cui 4.535 di area protetta.

Comprende al suo interno tre aree naturali, centri medievali ben conservati, siti paesaggistici di particolare interesse naturalistico, faunistico, paleontologico.


Voto alla città:8
Anno della foto:2010

Marradi (Italia)

 


Marradi è un comune italiano di 2 902 abitanti, collocato sul versante romagnolo dell'Appennino tosco-romagnolo, ma amministrato dalla città metropolitana di Firenze, in Toscana (Romagna fiorentina).

Assieme al comune di Palazzuolo sul Senio e a quello di Firenzuola, viene collocato impropriamente nel Mugello, con la denominazione di Alto Mugello.

Il comune è famoso per le sue architetture religiose e civili oltre che per la sua frazione Badia del Borgo.

La badia del Borgo (Santa Reparata in salto) è un importante complesso monastico. Risale all'XI secolo ed appartenne prima ai benedettini, poi ai vallombrosani, insieme all'abbazia di Crespino. Il complesso fu ristrutturato in forme barocche nel 1741 ed oggi si presenta attorniato da edifici ruralizzati. Il grande campanile a pianta quadrata e a due ordini di bifore, mantiene l'originario aspetto romanico. I grandi altari barocchi hanno quadri del XVIII secolo e decorazioni in stucco. Nella sagrestia è conservato un gruppo di dipinti di un anonimo maestro di Marradi (fine 1400).


Voto alla città:7
Anno della foto:2017

Skenderaj (Kosovo)

 


Skënderaj è una città del Kosovo, nel Distretto di Kosovska Mitrovica. Secondo il censimento del 2011, la città di Skënderaj aveva 9 372 abitanti, mentre il comune ne aveva 50 858.

È la città più grande della regione geografica del Kosovo Drenica. È popolata esclusivamente da albanesi. Si dice che sia la città più povera del Kosovo. È il luogo in cui è iniziata la guerra del Kosovo nel 1998, a cui è stato fatto il maggior danno.

Il comune di Skënderaj è famoso per il villaggio di Prekaz, dove nacque e visse Adem Jashari, considerato uno degli artefici principali della liberazione del Kosovo. Adem Jashari insieme a 52 membri della sua famiglia furono uccisi dall'esercito jugostavo nella casa di famiglia nel 7 marzo 1998.

La casa della sua famiglia a Prekaz è stata trasformata in una specie di santuario ed è diventata un simbolo dell'unità nazionale kosovara.


Voto alla città:7
Anno della foto:2013

Istog (Kosovo)

 


Istog è una città del Kosovo occidentale. 

La municipalità si divide in tantissimi villaggi, come ad esempio Banjë, Llukac i Begut, Istog i Poshtëm, Drejë, Dubravë, Gjurakoc, Zhakovë, Zallq, Zabllaq, Istog, Shalinovicë. 

Istog fa parte del distretto di Peje, un distretto del Kosovo istituito dall'ONU nel 1999 e sottoposto da allora sotto l'amministrazione dell'UNMIK. Il comune non possiede nessun monumento o luogo rilevante ne al livello turistico ne al livello storico.


Voto alla città:5

Anno della foto:2013

Abbots Langley (Regno Unito)

 


Abbots Langley è una parrocchia civile della contea dell'Hertfordshire, in Inghilterra.

Le prime tracce di insediamenti umani nella zona sono stati registrati dall'archeologo sir John Evans (1823-1908). Il villaggio si trova su uno strato di argilla coperto da uno strato di ghiaia. Al tempo del Domesday Book, nel 1086, il paese era abitato da 19 famiglie.

L'area venne suddivisa in quattro tenute (Abbots Langley, Langleybury, Chambersbury, e Hyde).

Nel 1539, Enrico VIII, sequestrò Abbots Langley e lo vendette al suo ingegnere militare, sir Richard Lee.

La residenza di Abbots Langley fu lasciata in eredità da Francis Combe al Sidney Sussex College di Cambridge e al Trinity College di Oxford.

Le residenze di Langleybury e Chambersbury passarono alle famiglie Ibgrave e Child, e nel 1711 passarono a sir Robert Raymond, allora procuratore generale per l'Inghilterra e il Galles e Lord Chief Justice. Alla morte di suo figlio senza eredi, nel 1756, i possedimenti passarono alla famiglia Filmer.

La residenza di Hyde passò a Edward Strong nel 1714, che la lasciò in condivisione ai propri figli e ai loro discendenti (tra cui l'ammiraglio sir George Nares). Fu quindi in possesso della "Nares FM & Co", che ha vendette l'immobile alla British Land nel 1858.

A sud del villaggio si trovano i Leavesden Film Studios, dove sono state girante scene di diversi film (tra i quali GoldenEyeIl mistero di Sleepy Hollow e Harry Potter) e dove è stata realizzata l'attrazione turistica Warner Bros. Studio Tour London - The Making of Harry Potter.


Voto alla città:7
Anno della foto:2023

Caserta (Italia)

 


Caserta è un comune italiano di 72 467 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Campania.

È tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della medaglia d'oro al merito civile e della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. È nota soprattutto per la sua imponente Reggia Borbonica, che, insieme al Belvedere Reale di San Leucio e all'Acquedotto Carolino, è inserita dal 1997 nel patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

Oltre alla città di Caserta con la famosissima Reggia di Caserta e gli altri monumenti cittadini, il patrimonio artistico comprende anche il Belvedere di San Leucio (inserito con la Reggia nel patrimonio dell'umanità) e il borgo medioevale di Casertavecchia ma anche il monumento dei caduti sito nel centro della città.

La Reggia di Caserta, o Palazzo Reale di Caserta, è una dimora storica appartenuta alla famiglia reale della dinastia Borbone di Napoli, proclamata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Situata nel comune di Caserta, è circondata da un vasto parco nel quale si individuano due settori: il giardino all'italiana ed il giardino all'inglese. Il complesso del palazzo reale, con i suoi giardini lunghi circa 2,5 km, è uno dei più grandi d'Europa, ed ha conseguito il titolo di Parco più bello d'Italia nel 2009. Sul lato ovest della reggia sorge la chiesa di San Francesco di Paola che fa parte di un complesso un tempo convento dei Frati Minimi, fondato nel 1605 da Andrea Matteo Acquaviva, fino al 2013 ospedale militare di Caserta.

Nonostante la speculazione edilizia, per le aree verdi Caserta risulta, con 13,06 m²/ab., al 21º posto (su 45) nella classifica dei capoluoghi di provincia italiani con meno di 80.000 abitanti per verde urbano fruibile, secondo il Rapporto 2013 sull'Ecosistema Urbano stilato da Legambiente. Ciò è dovuto principalmente all'enorme Parco della Reggia, lungo 2,5 km.

All'interno del parco vi è la Peschiera Grande della Reggia di Caserta. Si tratta di un lago artificiale costruito nel Parco della Reggia nell'anno 1769 dall'architetto Collecini. Il lago, con un isolotto al centro, è lungo 270 metri, largo 105 e profondo 3,50. Tra il 1769 e il 1773, progettato per il divertimento del re Ferdinando IV, vi si svolgevano finte battaglie terrestri e marittime con modelli di navi in scala ridotta. Vennero anche insediati in alcune abitazioni nei pressi della vasca dei marinai con le loro famiglie; "Liparoti" per poter organizzare i giochi nautici. Dal 2002 si svolgono ogni anno i Giochi Sportivi Studenteschi di Vela Radiocomandata "Radio Sailing".

La Reale Tenuta di San Silvestro faceva parte, insieme a San Leucio, al Parco Reale ed al Giardino all'Inglese delle "Reali Delizie" annesse alla Reggia di Caserta. Situata a nord del complesso monumentale, si estende sulle due colline contigue di Montemaiulo e Montebriano. L'area, di circa 76 ettari, venne scelta in quanto particolarmente idonea a creare una naturale scenografia alla cascata che anima, con le sue acque, le fontane del parco vanvitelliano. I territori che la compongono furono acquistati dopo il 1750 in momenti diversi e riuniti poi in un unico tenimento che venne delimitato con un muro perimetrale.

La tenuta di San Silvestro, così come gli altri siti reali, fu destinata ad attività agricole e venatorie sull'esempio delle nuove mode di vita agreste diffuse nelle altri corti europee. In quest'area furono conservate, e in alcuni casi incrementate, le coltivazioni già esistenti come vigne, uliveti, frutteti, orti e giardini. Tra il 1797 e il 1801, in località "Parito", venne costruito, sotto la direzione del Collecini, già collaboratore di Luigi Vanvitelli, il Real Casino per dar ristoro al Re ed al suo seguito durante la caccia nei boschi vicini e per disporre di locali idonei alle diverse necessità dell'azienda agricola.

Il 13 maggio 1922 la tenuta di San Silvestro, che faceva parte dei beni immobili della Corona, passò al demanio dello Stato e fu consegnata al Ministero della Pubblica Istruzione. Nel dopoguerra, fino al 1970, il Real Casino ospitò una colonia antitracomatosa e nel 1983 l'intero sito, gestito dall'Amministrazione provinciale, passò per competenza alla Soprintendenza ai Beni AA.AAAA.SS. per le province di Caserta (CE) e Benevento (BN). In quest'ultimo ventennio il Real Casino, che già in passato era stato sottoposto a varie trasformazioni e interventi di "abbellimento", ha subito continui atti vandalici; sono state rubate statue, divelti e trafugati marmi del caminetto, asportati parati, distrutti servizi, ecc.

Il 6 febbraio 1993 il WWF Italia, dopo un lungo periodo di collaborazione con la Soprintendenza per la salvaguardia del sito, ha ottenuto dal Ministero per i Beni Culturali e dal Ministero delle Finanze la gestione del "bosco di San Silvestro" che è così diventato la prima "oasi del WWF" della provincia di Caserta. Il 10 aprile 1994 l'oasi è stata inaugurata ed il giorno successivo aperta al pubblico mediante visite guidate.

Confinante con piazza Carlo di Borbone e ubicato di fronte alla sede delle facoltà di Psicologia e Studi politici della Università degli Studi della Campania 'Luigi Vanvitelli'. L'area, prima di proprietà dell'Aeronautica Militare, è stata acquisita dal comune di Caserta, che l'ha trasformata in un grande parco verde. È stato intitolato a Maria Carolina d'Asburgo, che volle la realizzazione del Giardino Inglese della Reggia e scrisse il codice delle leggi leuciane.

Alimentato dall’Acquedotto Carolino, il Giardino Inglese è un fenomeno che ebbe inizio attorno al XVIII secolo, conducendo al superamento dei vecchi schemi geometrici (giardino all'italiana) all'interno dei nuovi giardini nobiliari. Fu realizzato da John Andrea Graefer e voluto dalla regina Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, moglie di Ferdinando IV, secondo i dettami dell'epoca che videro prevalere il giardino detto "di paesaggio" o "all'inglese", sottolineatura dell'origine britannica di spazi il più possibile fedeli alla natura. L'opera di John Andrea Graefer cominciò nel 1786 e consentì al giardino di formarsi, di anno in anno. Tra scorci selvaggi e architetture oniriche, ospita un’eccezionale varietà di piante esotiche e sementi individuate a CapriMaioriVietriSalernoCava de' TirreniAgnanoSolfataraGaeta. Successivamente fu seguito dai suoi figli – che si occuparono della proprietà negli anni dell’occupazione francese – Graefer si fece personalmente carico della selezione delle specie botaniche, effettuando numerosi sopralluoghi sulle coste campane, e attivando una fiorente attività d’importazione: le prime specie estere arrivarono dall’Olanda nel 1793.

Il principale polo museale cittadino è sicuramente quello del Complesso museale della Reggia di Caserta. Oltre che gli appartamenti reali e la pinacoteca reale, è possibile anche visitare sempre all'interno della Reggia il Museo dell'Opera e del Territorio dedicato alla realizzazione della Reggia stessa e la mostra permanente Terrae Motus con una raccolta di opere contemporanee.

Sono presenti poi altri musei come il Museo della Seta di San Leucio, il Museo delle Cere "Le Muse", il Museo Diocesano di Caserta, il Museo Michelangelo (scienze, mineralogia, topografia, disegno), il Museo Dinamico della Tecnologia Adriano Olivetti (attualmente chiuso, 2021) e il Planetario di Caserta.

Infine sono sorte varie Gallerie d'arte contemporanea pubbliche e private per tutta la città che accolgono spesso mostre d'arte anche internazionale.


Voto alla città:8
Anno della foto:2023