Montemurlo (Italia)



Montemurlo è un comune italiano di 18 818 abitanti della provincia di Prato, distante circa 8 km ad est di Pistoia e circa 20 km a nord-ovest di Firenze.
Montemurlo è famosa per le sue architetture religiose, civili e militari in particolare per il Castello di Montemurlo.

Il comune di Montemurlo si trova a metà strada (8 km) tra Prato e Pistoia e si estende per circa 30,66 km². È posto ai margini tra l'appennino tosco-emiliano e la piana metropolitana Firenze-Prato-Pistoia.

Il punto più alto del comune è la cima del monte Le Cavallaie (976 metri). L'altitudine minima è di 43 metri, in corrispondenza della confluenza tra i fiumi Agna e Bure, che dà origine al fiume Calice, in località Oste.

È attraversato da numerosi piccoli corsi d'acqua, quali il Meldancione, lo Stregale, il Funandola, dal torrente Bagnolo e dal torrente Agna, che segna il confine con il comune di Montale, e dal corso d'acqua Ficarello, che segna invece in parte il confine con il comune di Prato.

Il territorio comunale è classificato in un'area a rischio sismico e parte di esso fu l'epicentro del terremoto della Val di Bisenzio del 26 giugno 1899, che raggiunse la magnitudo 5.09 della Scala Richter ed il VII grado della Scala Mercalli.


Voto alla città:6
Anno della foto:2018

Firenzuola (Italia)



Firenzuola è un comune italiano di 4 513 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana. Si trova nel versante adriatico dell'Appennino tosco-romagnolo, ed è quindi un centro della Romagna toscana. È il comune più esteso e più settentrionale della città metropolitana di Firenze.

Il territorio è caratterizzato dalla presenza di cave per l'estrazione della "Pietra Serena"; la lavorazione e la commercializzazione della "Pietra Serena" hanno rappresentato per anni il perno attorno al quale ruotava l'intera economia locale. Il settore ha registrato un forte ridimensionamento a partire dal 2008-2010 a causa della crisi economica globale. Recentemente si registrano segnali di ripresa, ma non tali da consentire il ripristino dei livelli produttivi ed occupazionali ante crisi.

La zona è altresì caratterizzata dalla presenza di numerose piccole imprese agricole, alcune attrezzate per attività agrituristica, molte delle quali dotate di certificazione "bio". Il territorio è vocato per la produzione di cereali (di un certo rilievo la produzione di farro), foraggio e patate; rilevante anche la castanicoltura (IGP Marrone del Mugello). Sono presenti allevamenti di bovini da latte e da carne.

La vocazione turistica di Firenzuola oltre che per le sue architetture religiose e civili è evidenziata dall'esistenza, nel territorio comunale, di oltre 126 km di sentieri per escursioni, lungo i quali si allineano nove punti panoramici e quattro rifugi. Sono osservabili quattro cavità naturali.

Voto alla città:6
Anno della foto:2018

Campi Bisenzio (Italia)



Campi Bisenzio è un comune italiano di 47 251 abitanti della città metropolitana di Firenze, in Toscana.
Il comune è famoso per il Museo Antonio Manzi, che si trova all'interno delle sale di Villa Rucellai, nel centro storico di Campi Bisenzio.
Inoltre nei pressi del casello di Firenze Nord, sorge la bellissima Chiesa di San Giovanni Battista all'Autostrada (1964), opera di Giovanni Michelucci.

Voto alla città:6
Anno della foto:2018

Serravalle (San Marino)



Serravalle è un castello della Repubblica di San Marino di 10 965 abitanti ed un'estensione di 10,53 km², il più popoloso ed esteso della Repubblica.
Al confine con l'Italia si trova dal 1993 il Ponte di Confine.
Il castello dei Malatesta simbolo di Serravalle e la Collezione Maranello Rosso con Ferrari e Abarth nella curazia di Falciano. Inoltre nello Stadio Olimpico ha sede il Museo dello sport e dell'olimpismo.

Voto alla città:7
Anno della foto:2020

Scandicci (Italia)



Scandicci è un comune italiano di 50 604 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana, conosciuto come Casellina e Torri fino al 1929. Sorge nell'area collinare a ovest di Firenze, e di tutti i comuni facenti parte dell'hinterland fiorentino è quello che presenta una maggiore continuità urbanistica col capoluogo, con il quale non esiste soluzione di continuità.
Nel territorio comunale sono presenti numerose architetture religiose. Le più antiche risalgono al primo millennio dell'era cristiana, come la pieve di San Giuliano a Settimo, la chiesa di San Martino alla Palma, l'abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo o la chiesa di Santa Maria a Greve. Anche il periodo storico che va dall'XI secolo al XV secolo vide la nascita di altre pievi e chiese. Sulle colline che dominano la città nacquero infatti luoghi di culto come la pieve di Sant'Alessandro a Giogoli o la pieve di San Vincenzo a Torri mentre nella parte in pianura sorsero, ad esempio, la chiesa di San Giusto a Signano e la chiesa di San Colombano a Settimo. Pertanto si può chiaramente affermare che la gran parte delle chiese scandiccesi giunte a noi oggi ha un'origine medievale e che il periodo che va dal XV secolo al XX secolo, non ci consegna nuovi luoghi di culto, ma solamente il rimaneggiamento di quelli esistenti.

Il patrimonio religioso cittadino ebbe però un notevole sviluppo nel secondo dopoguerra, come conseguenza della crescita edilizia e demografica di Scandicci. Difatti alla nascita di interi nuovi quartieri abitativi (CasellinaVingoneLe Bagnese, nuovo centro di Scandicci) seguì la creazione di nuove parrocchie e luoghi di culto (Gesù Buon PastoreSan LucaSan Bartolomeo in Tuto).

Oltre alle chiese, la città di Scandicci offre una quantità ragguardevole di cappelle conservanti dei capolavori storici e dell'arte. Queste cappelle erano, e lo sono a tutt'oggi, collegate alle numerose ville della città. Tra le più importanti vi sono la cappella della Madonna della Rosa e la cappella di San Jacopo.

Infine dagli atti storici a noi pervenuti, si segnala che in passato a Scandicci vi erano altre chiese ad oggi scomparse o sconsacrate.

Nel comune di Scandicci sono presenti numerose ville. Tale presenza testimonia il desiderio degli artigiani e dei borghesi di un tempo di avere una residenza, oltre che comoda e fuori mano, anche espressione della cultura artistica della Firenze di cui Scandicci era satellite. In queste ville non è difficile trovare infatti la mano degli stessi artisti chiamati a costruire opere più importanti nella vicina Firenze. Le maestranze e gli artisti erano, in questo modo, valorizzati e i migliori potevano emergere, dando lustro e fama alla scuola fiorentina. Dopo il restauro, le stesse ville, costruite in zone panoramiche ma poco accessibili, richiedevano l'apertura di strade per essere raggiunte in modo più diretto.

Tale apertura di strade innescava un circolo virtuoso in quanto la villa poteva essere più facilmente raggiunta da vicini che, notando i lavori effettuati, imitavano, nelle loro proprietà, quanto fatto. Dopo Villa I CollazziVilla I Lami posta in Via di San Niccolò è senz'altro uno degli esempi di dimore cinquecentesche più interessanti. Villa I Sassoli a San Vincenzo a Torri è famosa per i dipinti ottocenteschi ottimamente conservati ed ancora presenti in tutte le sale e le camere della villa.

Villa Poccianti, rimaneggiata nel XVII secolo dalla famiglia Tani, abbellita e ampliata nei secoli XVIII e XIX dai Medici-Tornaquinci e poi dai Poccianti, fu dal 1868 a tutto il 1870 sede della Giunta del Comune di Casellina e Torri.

Villa Castel Pulci, già ex manicomio, c'è l'unica sede operativa nazionale, dal 2012, della Scuola Superiore della Magistratura, che cura l'aggiornamento professionale e la formazione di tutti i magistrati ordinari e onorari italiani.

All'intero de La Roveta ha operato - sfruttando una sorgente presente - dalla fine dell'Ottocento fino a metà degli anni settanta, la azienda "Sorgente Roveta". A causa della chiusura improvvisa (la ditta chiuse per il ferragosto del 1975 e non riaprì più) la struttura industriale, abbandonata da allora e con all'interno ancora i macchinari, rimase a lungo con all'interno parte delle bottiglie, delle etichette, e dei concentrati da aggiungere all'acqua per la miscelazione delle bibite.


Voto alla città:6
Anno della foto:2018

Terni (Italia)



Terni è un comune italiano di 110 432 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Umbria.

L'area della conca ternana risulta interessata da insediamenti stabili già in età protostorica, come è testimoniato dalla necropoli delle Acciaierie, utilizzata a partire dall'ultima fase dell'Età del Bronzo finale (X sec. a.C.) fino a tutta la fase iniziale della prima Età del Ferro (IX secolo/inizi VIII sec. a.C.) da una comunità cospicua, riconducibile alla facies protostorica detta Cultura di Terni.

L'abitato pertinente alla necropoli era posto nella fascia collinare e pedemontana a nord dell'attuale città, probabilmente nella zona della Civitella, mentre solo in età più tarda (VII sec. a.C.) si avrà la nascita di un vero e proprio centro protourbano nell'area posta alla confluenza tra fiume Nera e torrente Serra. I dati archeologici sembrano confermare, quindi, la tradizionale data di fondazione della città, collocata al 672 a.C. in base ad un'iscrizione del 32 d.C. (Corpus Inscriptionum Latinarum XI, 4170) . Le genti preromane che abitavano tali insediamenti nelle fonti latine sono chiamate Nahartes (da cui il nome della città, Interamna Nahartium, ossia dei Naharti), etnonimo che accomuna tutte le popolazioni umbre che vivevano lungo il corso del fiume Nahar (il Nera) in fondo alla valle.

Città ad elevato tasso di sviluppo industriale sin dal medioevo, quando era un ricco e combattivo libero Comune con decine e decine di mulini ad acqua, nel XIX secolo vide crescere la sua potenzialità industriale nella seconda rivoluzione industriale, tanto da essere soprannominata "La Città d'Acciaio" e la "Manchester italiana". Ospita le famose Acciaierie fondate dal 1884 e dal 1875 con un'importante Fabbrica d'Armi, tuttora attiva, oltre ad impianti idroelettrici ed opifici specializzati nei settori tessile e chimico. Prima città industriale in Italia dopo quelle del famoso Triangolo, ha subìto pesantissimi bombardamenti nel corso della seconda guerra mondiale da parte degli Alleati.

Nel XXI secolo, Terni conserva soprattutto una struttura moderna, sorta soprattutto con le ricostruzioni post-belliche. Nonostante ciò sono ancora rintracciabili nella città rinvenimenti archeologici dell'età del ferro, monumenti romani, medievali e barocchi. Alle zone urbane moderne, infatti, si alternano paesaggi verdi (in primis la cascata delle Marmore e la campagna ternana), e nonostante la II grande guerra, numerose sono ancora le testimonianze di resti romani, medievali, rinascimentali e barocchi.

Terni è famosa per essere una città medievale e per i suoi resti archeologici, inoltre il in tutto il comune si possono trovare: architetture religiose, palazzi cittadini (storici), vie e piazze storiche, monumenti di archeologia industriale, musei e luoghi naturali.


Voto alla città:7
Anno della foto:2018