Rocchetta A Volturno (Italia)

 


Rocchetta a Volturno è un comune italiano di 1 098 abitanti della provincia di Isernia in Molise.
Il comune è famoso per il suo nuovo centro storico ma soprattutto per i suoi monumenti storici e architettonici prima tra questi l'Abbazia di San Vincenzo al Volturno (importante abbazia benedettina sorta intorno all'VIII secolo, situata tra Castel San Vincenzo e Rocchetta), risalente all'VIII secolo. Fi rifatta nel X secolo, per le pitture longobarde nella cripta di Epifanio abate, l'abbazia è una delle più antiche del centro sud Italia. Il complesso più antico, noto come San Vincenzo Maggiore con basilica dell'abate Giosue e la cripta degli affreschi è ad ovest del fiume Volturno, l'abbazia nuova del XIII profondamente ricostruita negli anni '70 seguendo lo stile romanico ipotizzato, è ad est, ed è attualmente gestita da un ordine di suore. All'interno della vicina Cripta di Epifanio si trova un ciclo di rari affreschi di scuola longobarda.

Voto alla città:6
Anno della foto:2019

Carini (Italia)

 


Carini è un comune italiano di 38 957 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.

È il quarto centro più popolato della città metropolitana e il ventiquattresimo della Sicilia. Si estende per circa 76,50 km² e dista dal capoluogo circa 26 km. Confina a nordest con il comune di Capaci, ad est con il comune di Torretta, a sudest con il comune di Monreale, a sud con il comune di Montelepre e il comune di Giardinello, a sudovest con il comune di Partinico, ad ovest con il comune di Terrasini ed a nordovest con il comune di Cinisi, mentre il versante nord è bagnato dal golfo di Carini.

Il titolo di città è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica il 20 gennaio 1998.

Il comune è ricco di aree archeologiche, riserve naturali, architetture religiose e militari.

La Fontana di Carini è stata costruita intorno al 1600 quando il paese era in piena espansione e collocata in Piazza Duomo. Nel corso degli anni il monumento ha subito diverse modifiche che l'hanno trasformata nella forma e nel numero dei cannoli. Inizialmente il monumento era costituito da un corpo centrale attorniato da una vasca e quattro cannoli dai quali usciva acqua freschissima. Intorno al 1700 si appura l’aggiunta di un abbeveratoio e nell’Ottocento la fontana si presenta con un corpo centrale monumentale completo di giochi d'acqua e arricchita tutt'intorno da 10 cannoli da cui usciva continuamente acqua. L’ultimo intervento nei primi del 900 vede la progettazione di una nuova fontana. La realizzazione fu affidata all'ingegnere comunale Cottone. Gli ornamenti in bronzo furono realizzati dallo scultore Antonio Ugo mentre tutti i lavori bronzei vennero eseguiti dalla palermitana Fonderia Oretea.


Voto alla città:6
Anno della foto:2010

Cinisi (Italia)

 


Cìnisi è un comune italiano di 12 284 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
Oltre che per la spiaggia di Cinisi il comune è famoso per le sue architetture religiose e civili.

Nel suo territorio sorge l'aeroporto internazionale di Palermo Falcone e Borsellino.

Di notevole bellezza naturale, risalendo il Vallone del Furi, sono la Fontana dell'Accitella e la località di Piano Margi, a 600 m circa sul livello del mare con il prossimo lussureggiante Bosco di Santo Canale, sovrastato dal Pizzo Montanello (964 m). La costa è quasi tutta ricadente all'interno del Demanio Aeronautico, e quindi ne è interdetto l'accesso. L'unica spiaggia di sabbia con attrezzature balneari, Magaggiari, è immediatamente prossima al confine con il Comune di Terrasini.


Voto alla città:6
Anno della foto:2010

Cerro Al Volturno (Italia)

 


Cerro al Volturno è un comune italiano di 1 194 abitanti della provincia di Isernia in Molise, a circa 20 km dal confine con l'Abruzzo. Il comune è chiamato anche semplicemente Cerro per via del suo territorio ricco di boschi di querce, tra le quali spicca il Cerro, Quercus cerris. Il territorio Cerrese è ai confini col Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

Nel territorio comunale sorge un castello denominato Pandone. Nasce intorno all'anno 1000 come un recinto per conservare prodotti alimentari, situato in cima ad una montagna che controlla la valle. Intorno al 1400 Federico Pandone decise di costruirvi sopra un castello, dandogli il proprio nome e la forma che conserva tutt'oggi. Nel corso dei secoli venne venduto ad altre famiglie che ne apportarono varie migliorie. Dal 1828 esso appartiene alla famiglia Lombardi. L'attuale conformazione la si deve alla famiglia Pandone di Venafro, che lo ebbe dal XV al XVI secolo; tra le modifiche ci sono le torri di guardia a scarpa, la costruzione delle bombardiere alla francese, ad apertura rettangolare che attraversano lo spessore delle mura nelle torri, sulle quali venivano posizionati i cannoni. L'impianto è rettangolare irregolare, con tre torri a scarpa, a pianta cilindrica superiormente, con le feritoie trasformate poi in finestre; la quarta torre è stata distrutta, e vi si trova la semplice angolatura del palazzo. L'interno del castello è stato varie volte trasformato dai proprietari; suggestiva è la stradina a gradini che collega il castello al paese. L'interno oggi ospita un albergo.

Il 22 settembre 1980 venne emesso un francobollo raffigurante il castello Pandone, a testimonianza del notevole valore artistico che esso rappresenta in Italia oggi.


Voto alla città:6
Anno della foto:2019

Scapoli (Italia)

 


Scapoli è un comune italiano di 622 abitanti della provincia di Isernia in Molise. Fino al XV secolo fu parte integrante del Giustizierato d'Abruzzo e dell'Abruzzo Citeriore.

Il borgo a pianta circolare fortificata, conserva abbastanza bene l'assetto originario, e si connota dalla presenza superiore del Palazzo fortificato dei Battiloro. La costruzione presenta le mura a strapiombo, sulla roccia affiorante della montagna, e costituiva le fondamenta del vecchio castello successivamente trasformato in residenza signorile. Di particolare interesse all'interno del palazzo, uno scalone conduceva ai sotterranei, e un grande camino in pietra nei locali delle cucine. L'ultimo esponente dei marchesi Battiloro, proprietario del palazzo, negli anni '60 donò la fortezza al Supremo Militare Ordine di Malta, che a sua volta lo ha alienato a privati che lo restaurarono. Altro elemento di interesse del centro storico è il Cammino di Ronda, dove si accede dall'androne antistante l'ingresso al Palazzo, dello "Sporto". Di qui si intraprende il percorso circolare che segue tutto il profilo orografico della roccia fortificata di Scapoli. Dallo Sporto si procede per la stradaina "Scarupato", con un passaggio coperto da travi e loggiato, sulla sinistra dei portoncini e fondaci si alternano ad anguste finestre, mentre a destra aperture a tutto sesto formano la loggetta. Il percorso dura sino a "Portella", la stradina più ampia, e da un muretto si può ammirare il Monte Azzone, da cui sorge il fiume Volturno, con le rovine di Rocchetta Vecchia, nel comune di Rocchetta a Volturno, e la piana di Rocchetta Nuova.

A questo punto il Cammino di Ronda si ripiega su sé stesso, conducendo alle "Merghe", il tratto più interessante, in quanto all'orizzonte si stagliano le moli del Monte Marrone Montemare. Presso la scalinata moderna si costeggia il Palazzo Mancini, sede del Museo internazionale della Zampogna, con il vicolo Santa Maria, dove si trovava l'antica chiesa di Santa Maria delle Grazie in borgo. Ai piedi del castello si trova, in un piccolo rione a parte, la chiesa di San Giovanni, con l'antica fonte, nella piazzetta sottostante il Palazzo si trova il Museo dello Zampognaro del 1980, voluto dallo scultore Vittore Piotti, adagiato su basamento della roccia locale. Sul muretto di recinzione sono di interesse delle lapidi e decorazioni a rilievo tratte dai resti del monastero di San Pietro d'Itria.


Voto alla città:6
Anno della foto:2019

Sepino (Italia)

 


Sepino è un comune italiano di 1 818 abitanti della provincia di Campobasso, in Molise, che fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia.

Nel centro cittadino sorge la chiesa di Santa Cristina, forse costruita quando la popolazione, alla fine dell'Alto Medioevo, abbandonò Saepinum per fondare l'odierna Sepino: il Castellum Saepini. Il campanile dell'Insigne Collegiata ha la guglia a forma singolare di "bottiglione", interamente costruita dagli artigiani dell'epoca. All'interno della chiesa si trovano la "grotta di Santa Cristina" con i Misteri, la Sala del Tesoro, un coro ligneo ottocentesco e l'archivio storico parrocchiale, che conserva anche pergamene del XII secolo.

Meritano attenzione il campanile romanico della Chiesa di San Lorenzo, le chiese di Santa Maria Assunta e del Purgatorio, nonché l'ex Chiesa di Santo Stefano, oggi adibita a teatro e a sala conferenze.

A poca distanza dal centro, in località Petrilli, si trova il convento della SS. Trinità. Ne decorano l'interno alcuni dipinti, statue e fontane. Dal piazzale del convento è possibile giungere alle rovine del convento Santa Maria degli Angeli, oggi abbandonato.

Il centro abitato di Sepino conserva le tipiche caratteristiche medievali. A un'ampia piazza corrispondono un certo numero di stretti vicoli.

Vi si trovano numerose fontane, come quella ubicata nella piazza principale, i cui rubinetti indicano i punti cardinali, o quelle della Canala e del Mascherone. Degno di nota è infine il Ponte San Rocco, da cui prende nome l'omonima località.

L'abitato medievale era circondato da una cintura muraria a forma quasi ellittica, con quattro porte, munita di torri sulle quali spiccava il castello. Tuttora sono conservate alcune torri e tre porte: la porta Meridionale, la porta Orientale, la porta di Corte o porta Borrelli. Il castello fortemente danneggiato dal terremoto del 1805 fu progressivamente abbattuto.

Nei pressi dell'abitato si trovano gli scavi archeologici di Saepinum e di Saipins.

Saepinum sorge nella zona archeologica di Altilia, attraversata dall'antico Tratturo Pescasseroli-Candela. È possibile ammirare i resti dell'abitato romano, come il foro, la basilica, Porta Bojano, le terme, il teatro, il Cardo e il Decumano, le mura, le maestose porte d'accesso.

La zona archeologica ospita annualmente numerosi turisti ed è ormai costantemente inserita nel calendario di manifestazioni estive itineranti, che propongono spettacoli di teatro e danza di livello internazionale. Ad Altilia sono presenti anche vari musei.

Verso la montagna, a circa 953 m di altitudine, sorge Saipins, chiamata comunemente "Acropoli di Terravecchia", raggiungibile per mezzo di percorsi nel Matese. Importante centro sannitico del III secolo a.C. fu definita da Tito Livio fortissima atque potentissimaSaipinis fu teatro di cruente battaglie, per poi venire espugnata e distrutta nel corso della terza guerra sannitica dal console Lucio Papirius Cursor. Oggi, fra le rovine più importanti, è possibile ammirare la Postierla del Matese. Fra Altilia e Terravecchia, recenti scavi stanno riportando alla luce il Tempio Italico di San Pietro in Cantoni.

Di notevole interesse è la località di Campitello di Sepino, dove si possono apprezzare ampi spazi verdi attrezzati in una grande zona boscosa, prevalentemente faggeti. Da questo pianoro è possibile raggiungere le cime dei monti circostanti (Tre Confini, Mutria, Muschiaturo etc.), zone in passato abitate dai briganti (come la Rotta de Zuze), il Passo di Santa Crocella, dove era presente l'omonimo monastero benedettino in età medioevale (Monasterium Sanctae Crucis), la Fontana di Rimavota e altre destinazioni sui monti del Matese.

Fra i fiumi più importanti, ricchi di pesci come la trota, ricordiamo il Tammaro, da cui prende nome l'omonima valle, e il Tappone che, lungo un percorso molto impervio, dà vita alla Cascata delle Castagne.

Vicino al centro abitato si trova il complesso delle Terme Tre Fontane, le cui acque hanno caratteristiche oligominerali adatte alla cura della calcolosi renale.


Voto alla città:8
Anno della foto:2019

Santa Marina Salina (Italia)

 


Santa Marina Salina è un comune italiano di 849 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia.

È ubicato nell'isola di Salina, nell'arcipelago delle isole Eolie.

Il comune è famoso per le sue architetture religiose e civili ma soprattutto per i suoi siti archeologici (come il Villaggio di Portella, le grotte Saracene, le vasche saline e l'area archeologica di Barone) e per le sue aree naturali (come la Riserva naturale Le Montagne delle Felci e dei Porri e per la Zona a Protezione Speciale presso il laghetto di Lingua).

Oltre all'abitato principale, il comune di Santa Marina Salina possiede un solo raggruppamento di case di grandezza degna di nota: la frazione di Lingua, situata nella zona meridionale del territorio comunale.

Lingua è un borgo di abitazioni caratterizzato dalla presenza di un piccolo lago di acqua salata di 27 000 metri quadri, che è separato dal mare da una sottile striscia di terra. Tale laghetto, che in epoca antica era usato come salina, diede il nome all'intera isola. Esso è luogo di sosta per gli uccelli migratori, tanto che viene visitato, nel corso dell'anno, da circa 200 specie diverse di uccelli. Sono inoltre presenti alcune vasche che risalgono al periodo greco (III secolo a.C.) e un faro. L'intera area è stata dichiarata Zona a Protezione Speciale.


Voto alla città:8
Anno della foto:2010

Malfa (Italia)

 


Malfa è un comune italiano di 998 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia. È ubicato nell'isola di Salina, nell'arcipelago delle isole Eolie.
Malfa è famosa per le sue architetture religiose e per la Riserva naturale Le Montagne delle Felci e dei Porri.
Oltre all'abitato principale, nel comune di Malfa sono presenti le frazioni di Pollara e Capo Faro.
Il paese di Pollara è situato nella parte occidentale dell'isola, su una baia sul mare che è in realtà un antico cratere vulcanico. La spiaggia è comunque alquanto piccola, poiché la baia non scende fino al livello del mare ma forma una piccola scogliera. A poca distanza, nel centro della baia è situato lo Scoglio Faraglione, classificato come neck, o collo vulcanico.
Capo Faro invece è un piccolo paesino situano dalla parte opposta del comune rispetto a Pollara ed è il paese più vicino a Santa Marina Salina (centro dell'Isola).

Voto alla città:7
Anno della foto:2010

Leni (Italia)

 


Leni è un comune italiano di 683 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia. È ubicato nell'isola di Salina, nell'arcipelago delle isole Eolie.
Leni è famosa il Santuario di Maria Santissima del Terzito, edificato nel 1630 (località Valdichiesa) e per la Riserva naturale Le Montagne delle Felci e dei Porri.
Oltre a numerose case sparse, il comune consta di tre centri abitati principali: Leni, sede comunale, e le frazioni di Rinella e Valdichiesa.
Rinella è posta su un vallone che sbocca direttamente a mare, è il porto del comune. È qui presente l'unica spiaggia sabbiosa di tutta l'isola, ove si trova lo scalo di alaggio per le piccole imbarcazioni, quali per i diportisti e per i pescatori professionisti. Nei pressi della spiaggia vi trovano grotte scavate nella roccia, in passato usate come riparo per le imbarcazioni dei pescatori. Sul fondale marino è a volte possibile notare fuoriuscite di gas e vapori, a testimonianza dell'origine vulcanica dell'isola.
Valdichiesa invece è situata nella parte centrale dell'isola, nell'avvallamento tra il monte Fossa delle Felci e il monte dei Porri, la località è nota per il santuario di Maria Santissima del Terzito, patrono di Leni, risalente al 1630. Al suo interno è custodita una tela settecentesca che raffigura la vergine Maria nell'atto di proteggere le isole Eolie.

Voto alla città:7
Anno della foto:2010

Villa San Giovanni (Italia)

 


Villa San Giovanni è un comune italiano di 13 098 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria.

La città si affaccia sullo stretto di Messina ed il suo porto è il terminal principale del traghettamento per la SiciliaPunta Pezzo, infatti, situata nel comune di Villa, rappresenta il punto di maggiore vicinanza fra la sponda calabrese e quella siciliana: ciò ha reso la città la località ideale per l'attraversamento dello stretto.

Il 12 aprile 2005 il presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi, ha conferito al comune di Villa San Giovanni il titolo di città.

Le chiese villesi datano la loro fondazione e costruzione originaria fra il XVIII ed il XIX secolo; dopo la distruzione causata dal disastroso terremoto del 1908, sono state tutte ricostruite fra gli anni venti e sessanta del secolo scorso.

Le principali chiese del centro cittadino di Villa sono quelle dedicate alla Madonna Immacolata e alla Madonna del Rosario. Le altre chiese, situate nei quartieri e nelle frazioni di Villa, sono: il Santuario della Madonna delle Grazie di Pezzo; la Chiesa della Santa Croce di Piale; la Chiesa di Maria Santissima di Porto Salvo di Cannitello; la Chiesa della Madonna del Rosario di Ferrito; la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Acciarello. Tutte formano attualmente Parrocchia, ma le chiese dell'Immacolata e del Rosario sono state recentemente riunite nell’Unità Pastorale Mons. Giovanni Ferro, amministrata dai padri Somaschi, presenti a Villa dal 1971.

A Porticello è ubicata un'antica cappella, dedicata anch'essa a Maria SS. del Rosario, recentemente sottoposta a ristrutturazione e riaperta al pubblico culto; lungo la via Nazionale sorge un tempio privato dedicato a Sant'Antonino, risalente alla metà del XIX secolo; presso il rione Santori si intravede il rudere della chiesetta di Santa Filomena.

La chiesa dell'Immacolata risale alle origini stesse di Villa San Giovanni: infatti la prima chiesa presente presso il borgo di Fossa era una chiesetta dedicata all'Immacolata Concezione, visitata nel 1692 dall'arcivescovo di Reggio mons. Martino Ybañez y Villanueva, il quale vi notò tre altari dedicati a San MartinoSant'Antonio di Padova e San Giovanni Battista. La chiesa era frequentata e si davano alla popolazione le nozioni elementari del catechismo. Già nel 1768 era sorta la Congrega dell'Immacolata. In quegli stessi anni venne eretta una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista, probabilmente presso l'attuale rione Fontana Vecchia. La Chiesa dell'Immacolata venne elevata a Parrocchia il 6 agosto 1789; prima di allora era retta da un economo dipendente dal parroco di Campo Calabro.

Nel frattempo, l'edificio di culto (situato presso l'attuale piazza Pretura, dunque in un sito diverso dall'attuale) era già stato distrutto una prima volta dal terremoto del 1783: venne ricostruito definitivamente sullo stesso terreno nel XIX secolo, in un sobrio stile neoclassico. Questa nuova chiesa venne nuovamente rasa al suolo a causa del devastante sisma del 28 dicembre 1908. Dal 12 settembre 1909 divenne funzionale la chiesa baracca, benedetta l'8 febbraio 1914. Il 24 luglio 1927 fu appaltata la costruzione della nuova chiesa, di dimensioni più imponenti, in stile neo-romanico, su progetto dell'architetto Pietro De Nava, situata in un luogo diverso rispetto alla vecchia chiesa, cioè nella parte della città digradante verso il mare, per costruire un edificio più grande (difatti la zona dove venne costruita la nuova chiesa era pressoché disabitata all'epoca).

Il nuovo tempio venne solennemente consacrato l'8 dicembre 1929, festa solenne dell'Immacolata Concezione, dall'arcivescovo mons. Carmelo Pujia. Dal 1993 è retta dai padri Somaschi. Le vetrate artistiche sono state realizzate nel 1953 dalla pittrice milanese Amalia Panigati.

Nel XVIII secolo esisteva già presso il quartiere Fontana Vecchia una chiesetta dedicata alla Madonna del Rosario, oltre ad un'altra vicina dedicata a San Giovanni Battista.

Verso la metà del XIX secolo, il sindaco Giovanni Corigliano, preoccupato per l'estetica urbana di Villa (che si riempiva di filande e ciminiere, ma difettava di monumenti e chiese), propose la costruzione di un nuovo edificio sacro in un luogo che conciliasse le esigenze dei vari quartieri; si scelse allora di costruire l'opera in un'area del centro cittadino corrispondente allo spazio dove sorge l'attuale chiesa, prossima al municipio. Tuttavia, quando si cominciavano già ad erigere i muri del tempio, vennero mosse delle obiezioni al progetto: si temeva che pure questa nuova chiesa venisse su infossata, come era successo alla vecchia chiesa dell'Immacolata, che a causa della costruzione della Strada Nazionale rimase circa 3-4 metri sotto il livello della strada stessa.

Allora venne abbattuto tutto il costruito e il progetto della nuova chiesa del Rosario venne affidato al celebre architetto reggino Scopelliti, il quale fece erigere un alto terrapieno e progettò una maestosa chiesa in stile gotico. In pochi anni, grazie soprattutto alle offerte dei fedeli, la costruzione era giunta ad uno stadio avanzato ed era quasi terminata la costruzione della monumentale facciata con tre portali. Ma dopo l'Unità d'Italia congiunture politiche impedirono il completamento dell'opera; il Terremoto del 1908 distrusse gran parte di quell'edificio incompleto e non restò che abbatterlo. Al suo posto venne eretto un mercato coperto, che funzionò sino agli anni cinquanta del secolo scorso.

Nel dopoguerra si sentì nuovamente l'esigenza di una seconda chiesa per il centro di Villa, oltre quella dell'Immacolata: si intraprese così la costruzione della nuova chiesa del Rosario, completata nei primi anni sessanta. Venne elevata a parrocchia il 1º aprile 1971 ed affidata sin da quella data ai Padri Somaschi, che dagli anni novanta reggono anche la parrocchia dell'Immacolata e ora pure quella di Acciarello, dopo essere stati per anni a Piale. È quindi la più giovane delle parrocchie villesi, ma ha dietro di sé una storia secolare di devozione alla Madonna del Rosario.

Nel 1742 don Giuseppe Azzarello fu autorizzato dall'arcivescovo ad erigere una chiesa intitolata ai Santi Cosma e Damiano presso il nuovo abitato che gli stessi Azzarello stavano costituendo a sud di Fossa. La chiesa venne distrutta dal terremoto del 1783 e ricostruita nel 1811, fase cui risale l'attuale campanile. La chiesa, non ancora definitivamente ultimata, venne riaperta al culto nel 1851 e nuovamente distrutta dal terremoto del 1908.

In seguito alla successiva ricostruzione il campanile ha attualmente un'altezza minore della chiesa stessa. Questa subì ulteriori danni durante la seconda guerra mondiale e subì quindi un'ulteriore parziale ricostruzione. Negli ultimi anni è stata oggetto di un importante e pregevole restauro che ha interessato l'interno del tempio.

Nelle mattinate invernali, dopo abbondanti piogge e solo in particolari condizioni di cielo sereno, può verificarsi il fenomeno della Fata Morgana: le particelle d'acqua rimaste sospese nell'aria dopo la pioggia creano come una gigantesca lente d'ingrandimento, facendo in modo che la costa siciliana appaia distante da quella calabra solo poche centinaia di metri, mentre in realtà distano ben 3 km. Questo fenomeno si verifica solo sul litorale calabrese guardando la costa siciliana e mai viceversa.

Già dal 1792 la famiglia Caracciolo aveva permesso che l'acqua arrivasse presso l'abitato di Villa, ma agli inizi del XIX secolo non si era ancora riusciti a innalzare una fontana in muratura definitiva per servire il fabbisogno della popolazione. Solo nel 1829 il Ministero dell'Interno approvò definitivamente un progetto di fontana, simile a tempietto, su disegno dell'ingegnere reggino Calabrò, per una spesa di 127,38 ducati. Furono eletti dapprima due e poi tre deputati per l'esecuzione dei lavori, ricordati nell'epigrafe collocata nella fontana insieme all'intendente Bonaventura Palamolla, mentre non si fa menzione di colui che era stato l'ideatore di questa fontana, nonché il fondatore di Villa San Giovanni, cioè Rocco Antonio Caracciolo.

La fontana fu eretta dietro la dimora della famiglia Caracciolo, nel rione oggi chiamato Fontana Vecchia, che da essa prese poi il nome. Dal 1903 Villa fu servita dall'acqua corrente e la fontana perse d'importanza; così venne dismessa e assunse il nome di Fontana Vecchia. È resistita a tutte le calamità naturali ed alle guerre che hanno più volte distrutto o gravemente danneggiato Villa ed oggi è la più antica vestigia del centro cittadino.


Voto alla città:6
Anno della foto:2010