Livorno è un comune italiano di 159.542 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana.
Terza città della regione per popolazione (dopo Firenze e Prato) e quinta dell'Italia Centrale, ospita da sola quasi la metà degli abitanti della propria provincia; con i comuni limitrofi di Pisa e Collesalvetti costituisce inoltre un vertice del cosiddetto "triangolo industriale", la cui popolazione complessiva ammonta ad oltre 260.000 abitanti.
È situata lungo la costa del Mar Ligure ed è uno dei più importanti porti italiani, sia come scalo commerciale che turistico, centro industriale di rilevanza nazionale, da tempo in declino.
Tra tutte le città toscane è solitamente ritenuta la più moderna, sebbene nel suo territorio siano presenti diverse testimonianze storiche, artistiche e architettoniche sopravvissute ai massicci bombardamenti della seconda guerra mondiale. La città, notevolmente sviluppatasi dalla seconda metà del XVI secolo per volontà dei Medici prima e dei Lorena in seguito, fu importante porto franco frequentato da numerosi mercanti stranieri, sede di consolati e compagnie di navigazione. Ciò contribuì ad affermare, sin dalla fine del Cinquecento, i caratteri di città multietnica e multiculturale per eccellenza, dei quali sopravvivono importanti vestigia, quali chiese e cimiteri nazionali, palazzi, ville e opere di pubblica utilità indissolubilmente legate ai nomi delle importanti comunità straniere che frequentarono il porto franco fino alla seconda metà dell'Ottocento. Questa vocazione internazionale portò ad identificare la città come Leghorn nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America, Livourne in Francia, Liorna in Spagna ecc., analogamente alle più importanti capitali di stato dell'epoca.
Tra il XIX secolo e i primi del anni del Novecento, parallelamente all'avvio del processo di industrializzazione, Livorno fu anche una meta turistica di rilevanza internazionale per la presenza di rinomati stabilimenti balneari e termali, che conferirono alla città l'appellativo di Montecatini al mare.
La città è celebre per ospitare il Santuario di Montenero, intitolato alla Madonna delle Grazie patrona della Toscana, nonché per aver dato i natali a personalità di prestigio come Amedeo Modigliani, Pietro Mascagni, Giovanni Fattori, Carlo Azeglio Ciampi e molti altri.
Livorno è sede dell'Accademia navale della Marina Militare, del comando e di un reggimento della Brigata paracadutisti "Folgore"dell'Esercito Italiano, del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania" e del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri; inoltre è sede di Direzione Marittima del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera.
Dopo le distruzioni subite nel corso della seconda guerra mondiale e le successive mutilazioni inflitte alla città con la ricostruzione, Livorno ha perso gran parte del suo retaggio storico, anche se resistono vestigia delle sue varie fasi, soprattutto del periodo tardo barocco e neoclassico.
Il complesso nel quale è sostanzialmente racchiusa la storia della città è la cinquecentesca Fortezza Vecchia, al cui interno sono ancora individuabili insediamenti risalenti al passaggio dall'Età del bronzo all'Età del ferro, reperti di epoca etrusca e romana, nonché consistenti testimonianze del periodo medievale, come il torrione cilindrico e i resti delle fortificazioni pisane. Nell'area portuale non mancano poi vestigia dell'antico Porto Pisano, un tempo caratterizzato da numerosi torri, come il Fanale e quella, ormai ridotta ad un rudere, della Maltarchiata. In ogni caso, impianti medievali si riscontrano anche nella cappella di Santo Stefano ai Lupi, nella chiesa di San Martino di Salviano e nella Pieve di Sant'Andrea a Limone.
Il Quattrocento, che segnò l'inizio del dominio fiorentino, coincise con la costruzione della Torre del Marzocco, nella cui architettura è possibile cogliere un riferimento alla Torre dei Venti di Atene. Tuttavia, fu solo sul finire del XVI secolo che il modesto insediamento livornese fu trasformato, per volere dei Medici, in una dinamica città portuale, caratterizzata da un impianto urbanistico regolare, chiuso entro un pentagono fortificato. Ai primi interventi tardorinascimentali, come il Palazzo Mediceo, si affiancarono edifici improntati alla ricerca di un'estrema funzionalità. La fitta maglia viaria si apriva in corrispondenza della centralissima piazza Grande, la quale ispirò l'architetto Inigo Jones nella concezione del Covent Garden di Londra. A margine della piazza, contornato dai portici speculari del Pieroni, fu costruito il duomo, a navata unica, con soffitto ligneo ornato con tele del Possagnano e Jacopo Chimenti.
La città medicea, disegnata da Bernardo Buontalenti, era caratterizzata da imponenti fortificazioni delimitate da un fosso circondario; a nord della città, partendo dalla preesistente Fortezza Vecchia, le mura si estendevano fino alla possente Fortezza Nuova, che costituisce ancora oggi uno dei complessi architettonici di maggior interesse di Livorno. All'esterno della cortina muraria, dinnanzi al porto mediceo, all'inizio del Seicento fu innalzato il Monumento dei Quattro mori, una notevole opera di Giovanni Bandini e Pietro Tacca destinata a omaggiare il granduca Ferdinando I de' Medici.
In architettura, i semplici modelli architettonici del XVI secolo sopravvissero per tutto il Seicento. Solo nel Settecento si affermarono i gusti tardobarocchi, riscontrabili nel Santuario di Montenero e nel quartiere della Venezia Nuova, dove sorsero la chiesa a pianta longitudinale di San Ferdinando (che ospita sculture di Giovanni Baratta) e quella centralizzata di Santa Caterina (dove in seguito fu collocata una pala del Vasari); tra gli edifici residenziali sono da segnalare il Palazzo Huigens e il vicino Palazzo delle Colonne di marmo, entrambi posti lungo la direttrice della via Borra. Particolarmente attivo all'inizio del secolo fu l'architetto e scultore Giovan Battista Foggini, artefice non solo di interventi in diverse fabbriche civili, religiose e militari, ma anche autore dello scenografico monumento funebre a Marco Alessandro del Borro all'interno del duomo.Al contempo la promulgazione delle Leggi Livornine favorì il sorgere di numerosi luoghi di culto e cimiteri nazionali. Durante il periodo mediceo si ricordano, ad esempio, la Sinagoga, tra le maggiori d'Europa, la chiesa dei Greci Uniti, caratterizzata da una notevole iconostasi, la chiesa della Madonna, con gli altari di quattro gruppi nazionali, nonché quella armena, con cupola rivestita in lamine di piombo. Tra i cimiteri merita di essere ricordato il cimitero degli Inglesi di via Verdi, che risulta il più antico cimitero acattolico-protestante d'Italia e il più antico, ancora esistente, nel bacino del Mediterraneo.
La politica illuminata dei granduchi di Toscana e il clima di reciproca tolleranza tra le varie comunità nazionali presenti all'interno del porto franco, gettarono le basi per la costruzione della prima chiesa acattolica di tutta la Toscana (la chiesa greco-ortodossa della Santissima Trinità, distrutta),[31] nonché per l'apertura di importanti librerie, tipografie e prestigiosi teatri; qui ad esempio fu pubblicata la terza edizione dell'Encyclopédie, mentre numerosi letterati, come Tobias Smollett o Carlo Goldoni, soggiornarono nelle ville sorte nelle amene località intorno a Livorno.
L'Ottocento vide l'affermazione del neoclassicismo: uno dei primi esempi, in architettura, fu il Teatro San Marco (1806, con pitture di Luigi Ademollo), al quale fece seguito una serie di spazi teatrali e arene per spettacoli diurni; tra questi spicca il Teatro Goldoni, dove architettura ed ingegneria si fusero per dar vita ad una caratteristica e funzionale copertura vetrata della sala. Nella prima metà del medesimo secolo architetti quali Alessandro Gherardesca, Luigi de Cambray Digny, Pasquale Poccianti, Gaetano Gherardi, Giuseppe Cappellini, Angiolo della Valle e Luigi Bettarini contribuirono all'edificazione di acquedotti, chiese, palazzi, piazze di stampo neoclassico o neorinascimentale, che, nel contesto della cosiddetta Livorno polytéchnique, mutarono completamente l'aspetto dell'antica città buontalentiana e dei suoi sobborghi. Tra le opere innalzate si ricordano, ad esempio, l'imponente chiesa del Soccorso, i Bagnetti della Puzzolente, la Pia Casa di Lavoro, il nucleo originario della Stazione di Livorno San Marco, la sistemazione dell'odierna piazza Cavour, il Palazzo de Larderel e la nuova cinta daziaria, di Alessandro Manetti e Carlo Reishammer, che delimitava l'area soggetta a porto franco. In ogni caso, l'edificio che meglio rappresenta l'Ottocento livornese è il Cisternone, che Pasquale Poccianti completò tra il 1829 ed il 1842 con chiari riferimenti all'architettura termale romana, al Pantheon e all'architettura rivoluzionaria di Étienne-Louis Boullée e Claude-Nicolas Ledoux. Tra le piazze l'intervento di maggior rilievo è la copertura del Fosso Reale con la creazione della piazza dei Granduchi (oggi piazza della Repubblica), dove furono erette le statue dei granduchi lorenesi; tra esse pregevole era il monumento a Leopoldo II, di Paolo Emilio Demi, che tuttavia fu danneggiato nel 1849 e sostituito con una seconda statua eseguita da Emilio Santarelli alcuni anni più tardi.
Il XX secolo, aperto con le opere vagamente Liberty di Angiolo Badaloni (come lo Stabilimento termale Acque della Salute, vicino al quale nel 1910 fu inaugurata l'elegante Stazione Centrale, pure con influenze floreali) e altri progettisti minori (autori di numerosi villini nei dintorni della città), si indirizzò, negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale, sulla costruzione di strutture eclettiche (ad esempio il Palazzo della Galleria e, per certi versi, anche il nuovo complesso degli Spedali Riuniti) e di stampo più razionalista (come il Palazzo del Governo), ma il faraonico Mausoleo della famiglia Ciano, che avrebbe dovuto dominare Livorno dal colle Monteburrone, non fu mai portato a termine.Con l'unità d'Italia alcune delle principali piazze della città furono quindi adornate con grandi statue raffiguranti i principali artefici del Risorgimento: Vincenzo Cerri realizzò il monumento a Cavour, mentre il più noto Augusto Rivalta fu incaricato di eseguire la statua marmorea di Garibaldi e il monumento equestre a Vittorio Emanuele II in piazza Grande. Tra le prime architetture di rilievo dopo l'unificazione, occorre ricordare il neogotico Tempio della Congregazione Olandese Alemanna, di fronte al quale, alcuni anni dopo, sorse il grande Mercato delle vettovaglie. Al turismo balnerare ottocentesco è invece legata la costruzione dell'Hotel Palazzo e la costruzione di una serie di infrastrutture per la villeggiatura in cui ancor oggi si avvertono gli echi di una lontana Belle Époque.
Gli eventi bellici causarono ingenti danni al centro cittadino; la ricostruzione, ispirata alle proposte urbanistiche presentate già prima della guerra, portò ad un parziale stravolgimento dell'assetto della città e alla costruzione del controverso Palazzo Grande, opera di Luigi Vagnetti. Nei successivi anni sessanta si registra la costruzione di due importanti edifici: la nuova Sinagoga e il Grattacielo di piazza Matteotti, opera rispettivamente di Angelo Di Castro e di Giovanni Michelucci.
Voto alla città:8
Anno della foto:2011, 2013, 2017
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