Tarquinia (Italia)



Tarquinia è un comune italiano di 16 428 abitanti della provincia di Viterbo; dista dal capoluogo circa 45 chilometri.
L'antico centro etrusco e romano sorgeva sull'altura detta "La Civita", alle spalle del "colle dei Monterozzi" dove sorge l'abitato odierno e dove si trova la necropoli antica (necropoli dei Monterozzi).
Dal 31 marzo 2011 Tarquinia è la prima città patrimonio dell'umanità dell'Unesco ad avere una segnaletica Qr Code, che consente di ottenere informazioni sulle attrazioni e i servizi indicati direttamente sul proprio smartphone.
Le testimonianze più antiche di abitato sul colle de "La Civita" risalgono a un grande centro proto-urbano del periodo villanoviano (IX-VIII secolo a.C.) che grazie alle ricerche topografiche si è potuto calcolare attorno ai 150 ettari di estensione; non sono numerosi i resti dell'abitato, di cui sono visibili in particolare gli imponenti avanzi di un tempio, oggi detto Ara della Regina (44 × 25 m), datato intorno al IV - III secolo a.C.; l'edificio, con unica cella e colonnato, era costruito in tufo con sovrastrutture in legno e decorazioni fittili. È identificabile il tracciato della cinta urbana, adattato all'altura per un percorso di 8 km circa (IV - V secolo a.C.).
Un elemento di eccezionale interesse archeologico è costituito dalle vaste necropoli, in particolare la necropoli dei Monterozzi, che racchiudono un gran numero di tombe a tumulo con camere scavate nella roccia, nelle quali è conservata una straordinaria serie di dipinti, che rappresentano il più cospicuo nucleo pittorico a noi giunto di arte etrusca e al tempo stesso il più ampio documento di tutta la pittura antica prima dell'età imperiale romana. Le camere funerarie, modellate sugli interni delle abitazioni, presentano le pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere magico-religioso raffiguranti banchetti funebri, danzatori, suonatori di aulósgiocoleria, paesaggi, in cui è impresso un movimento animato e armonioso, ritratto con colori intensi e vivaci. Dopo il V secolo a.C. figure di demoni e divinità si affiancano agli episodi di commiato, nell'accentuarsi del mostruoso e del patetico.

Voto alla città:8
Anno della foto:2010

Siena (Italia)




Siena è un comune italiano di 54 132 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana.
La città è universalmente conosciuta per il suo ingente patrimonio storico, artistico, paesaggistico e per la sua sostanziale unità stilistica dell'arredo urbano medievale, nonché per il celebre Palio.
Nel 1995 il suo centro storico è stato inserito dall'UNESCO nel Patrimonio dell'Umanità.
Nella città ha sede la Banca Monte dei Paschi di Siena, fondata nel 1472 e dunque la più antica banca in attività nonché la più longeva al mondo.
Siena è famosa per le sue architetture religiose, civili (palazzi, monumenti, ville, ecc.) e militari di epoca medievale e si trova nella Toscana centrale al centro di un vasto paesaggio collinare, tra le valli dei fiumi Arbia a sud, Merse a sud-ovest ed Elsa a nord, tra le colline del Chianti a nord-est, la Montagnola ad ovest e le Crete senesi a sud-est.
Inoltre a Siena sono presenti innumerevoli musei, archivi storici e teatri e proprio per questo il turismo è sicuramente un'attività trainante, data la fama di Siena e il numero di turisti che questa attira. La visione di Siena come città-museo limita la presenza a visite giornaliere. Solo negli ultimi anni si sta cercando di costruire una serie di iniziative permanenti, allo scopo di attirare una presenza più costante e con periodi di permanenza superiori alle poche ore. La promozione turistica è affidata ad un'Agenzia per il turismo, la Apt di Siena, competente su tutto il territorio provinciale tranne che sulla Valdichiana.

Voto alla città:9
Anno della foto:2010, 2019

Potenza (Italia)



Potenza è un comune italiano di 67 211 abitanti, capoluogo della provincia omonima e della Basilicata, nonché primo comune della regione per popolazione.
Accanto al Palazzo della Prefettura è situata la chiesa di San Francesco (eretta nel 1274), con portale a imposte lignee trecentesche intagliate, e campanile del Quattrocento. Nell'interno vi è il sepolcro di gusto rinascimentale del nobile Paride De Grassis, oltre a resti di un affresco con una Madonna di stile bizantineggiante del Duecento e La Pietà del Pietrafesa.
Proseguendo in via Pretoria verso ovest si incontra la chiesa romanica di San Michele (XI-XII secolo), con tozzo campanile e una struttura a tre navate, al cui è conservato il dipinto dell'Annunciazione realizzato dal Pietrafesa e tra l'altro un affresco con Madonna e bambino in trono tra i santi vescovi risalente al Cinquecento e un crocifisso ligneo del 1600.
La cappella del beato Bonaventura, frate francescano beatificato nel 1775, era in origine la casa natale del beatoː essa presenta un portale di notevole rilievo artistico in pietra calcarea, al cui centro troviamo due teste di cherubini sovrastate da uno stemma francescano. Al suo interno un unico locale diviso in due piccoli ambienti si trovano vari ritratti, fra i quali uno di Michele Busciolano del 1907 che rappresenta l'estasi del beato.
Il Monastero di San Luca che ospita la caserma dei carabinieri è sito alla fine di via Pretoria in direzione della torre Guevara. In principio affidato alle suore cisternine dell'ordine delle benedettine, era l'unico monastero di donne in città e successivamente passò alle suore clarisse.
A metà tra il Duomo e la piazza della Prefettura è la Chiesa della Santissima Trinità (attestata dal 1178)ː essa fu danneggiata dal terremoto del 1857 e venne riedificata con una planimetria diversa da quella originaria, con un'unica navata con varie cappelle, un'abside semicircolare e un soffitto cassettonato.
In Piazza del Sedile il tempietto di San Gerardo, chiamato dai potentini San Gerardo di Marmo, è un'edicola votiva che ospita al suo interno la statua di San Gerardo, santo patrono della città. Situato all'estremità sud di piazza Giacomo Matteotti, stando all'epigrafe sulla lastra al lato destro del Santo, sarebbe stato ultimato nel 1865 dallo scultore potentino Antonio Busciolano (1823-1871). L'edicola ripropone la facciata di un edificio a cupola, con pianta semicircolare, chiusa sul retro. Sul basamento formato a gradoni poggiano cinque colonne con il fusto scanalato, decorato con il capitello a foglie. Le colonne sorreggono degli architravi decorati da angioletti e rose. Il retro è costituito da una parete continua, divisa in tre parti: il settore centrale è costituito da una vetrata policroma a raggi, sulla quale poggiano due colonne scanalate che inquadrano la statua del santo, lateralmente invece sono poste due iscrizioni, quella a destra ricorda l'edificazione dell'edicola e la dedica di esso mentre quella a sinistra ricorda due momenti importanti della città, ossia l'attacco dei briganti nel 1809 e l'insurrezione del 18 agosto 1860.
La piccola chiesa di Santa Lucia al limitare nord dell'antico abitato venne costruita precedentemente al 1200. È formata da un'unica navata e custodisce una statua seicentesca di Santa Lucia, alcuni quadri del XVI e XVII secolo e un'acquasantiera del Quattrocento proveniente dalla chiesa di Santa Maria.
Più a sud nei pressi dell'antico cimitero ha sede la chiesa di San Rocco dove sono conservate pregevoli statue in legno raffiguranti San Vito e San Rocco, intagliate a metà Ottocento da Michele Busciolano.
Gran parte delle architetture civili di interesse storico sono nel centro della città, al quale si accedeva tramite sei porte. Quelle visibili sono soltanto tre, ossia Porta San Giovanni in via Caserma Lucana, Porta San Luca in via Manhes e Porta San Gerardo in largo Duomo. Le altre Porte furono abbattute durante i lunghi lavori a partire dal 1806 per la modernizzazione del nucleo urbano della città ed erano Porta Salza, Porta Mendola e Porta Trinità.
Il centro cittadino è situato su un lungo e stretto pianoro e gravita intorno a piazza Matteotti, sulla quale si affaccia il palazzo del comune. L'intero pianoro è attraversato dalla via Pretoria, il cui nome e origine rimanderebbero secondo lo storico potentino Emmanuele Viggiano al tempo di Silla e delle guerre civili contro Mario, quando egli vinse quest'ultimo e ridusse a colonie militari romane sei delle città Lucane, tra cui Potenza. In ognuna di queste città Silla avrebbe stabilito il Pretorio e l'accampamento dei Pretoriani. Dunque doveva esistere un collegamento viario fra l'accampamento romano e il loro Comando, che secondo la tradizione romana venne chiamato via Pretoria.
Questa via, che fingeva di fatto da decumano maggiore, si estende per tutto il centro storico a partire dal Largo di Portasalza fino alla Torre Guevara: essa si allarga nella centrale piazza Mario Pagano, detta dai potentini Piazza Prefettura poiché ospita l'ottocentesco palazzo della prefettura, sede del Prefetto e degli uffici provinciali.
I lavori per la realizzazione della Piazza iniziarono però solo nel 1839 per volontà dell'intendente Winspeare, con l'abbattimento delle casette con sottani abitate da contadini e artigiani, ma furono completati solo tra il 1842 e il 1847 a opera dell'intendente Francesco Benzo, duca della Verdura. In origine chiamata piazza del mercato (vi si svolgeva il mercato della domenica), fu detta ufficialmente piazza dell'Intendenza (poiché vi si affacciava il palazzo del governo, sede dell'intendente) e piazza prefettura (dopo l'Unitá e la sostituzione dell'intendente con il prefetto). Intorno al 1870 fu intitolata a Mario Pagano ed è rimasta invariata fino alla ristrutturazione nel 2012 da parte dell'architetto Gae Aulenti.
Nella stessa piazza è presente il Teatro Stabile, costruito nel 1856 e inaugurato nel 1865 a causa di un'interruzione dei lavori dovuta a terremoti, frequenti nella zona. Piazza Giacomo Matteotti, l'antica piazza Sedile (mutata nel secolo scorso in piazza del Fascio e dopo il 1944 in piazza Giacomo Matteotti), conteneva il seggio dell'università dove si riuniva il popolo in occasione delle assemblee, probabilmente risalente nel suo impianto originario all'epoca Angioina. Sulla piazza si affacciavano botteghe e taverne e per decreto regio del 1810 vi si svolgeva il mercato alimentare. Sul lato meridionale dove sorgono il muraglione e il tempietto di San Gerardo c'erano la cappella di San Domenico, con la vicina torre, i locali della cosiddetta neviera (dove si raccoglieva la neve), la Porta e il vicolo della Beccheria (dove avveniva la macellazione degli animali e la vendita delle carni). In occasione della festa del patrono della città, San Gerardo, nella piazza veniva innalzata la cassa armonica per le esibizioni della banda musicale.
Per quanto concerne le case palazziate spicca innanzitutto in Piazza del Sedile il Palazzo di città, sede dell'amministrazione comunale, la cui costruzione risalirebbe all'epoca angioina. Come quasi tutti gli edifici storici e le chiese di Potenza anch'esso è stato più volte restaurato e ricostruito in seguito ai molti terremoti che hanno colpito la Basilicata. Successivamente venne adibito a casa comunale. L'elemento artistico di rilievo è una facciata del 1882, con un arco a tutto sesto situato tra due grandi finestre e una grande balconata.
A destra del Palazzo del Seggio c'è Palazzo Loffredo, situato nella piazza Pignatari nei pressi del duomo e sede del Museo archeologico nazionale della Basilicata dedicato a Dinu Adameșteanu e al quale si contrappone Palazzo Pignatari, ex palazzo Ciccotti, con un antico portale visibile dalla piazza.
Lungo la via Pretoria verso sud c'è Palazzo Bonifacio, che racchiude al suo interno un piccolo chiostro; e Palazzo Castellucci, uno dei pochi palazzi importanti del centro storico proprietà di una antica famiglia della città (un Castellucci è stato sindaco di Potenza), che si affacciava sull'omonimo larghetto, punto di passaggio obbligato per le persone che si recavano al vicino mercatino di Porta di San Giovanni e abbattuto negli anni sessanta.
In piazza Beato Bonaventura sull'estremità est del centro storico della città si possono ammirare i resti del castello. Costruito probabilmente dai Longobardi intorno all'anno 1000, esso costituì la vera piazza delle varie dominazioni di Potenza. Gli ultimi proprietari, ovvero Carlo Loffredo e Beatrice Guevara, donarono ai frati cappuccini l'intero edificio ad eccezione della Torre. In seguito il castello fu adibito a lazzaretto, dedicando una cappella a San Carlo: divenne così la sede dell'ospedale San Carlo per alcuni anni, almeno fino al 1935, quando l'ospedale si trasferì in una struttura più moderna, nel rione Santa Maria. Nella metà del XX secolo un decreto ne dispose l'abbattimento permettendo di salvare la torre, cilindrica, dominante la valle del Basento.
Il viadotto dell'industria o ponte Musmeci, realizzato dall'ingegnere Sergio Musmeci, mette in comunicazione la città con la tangenziale in direzione Salerno o Taranto. Concepito come vera e propria opera d'arte, fu progettato a partire dal 1967 e completato nel 1975. Il ponte, un'unica volta di trenta centimetri di spessore e quattro campate di circa settanta metri di luce ciascuna, è secondo gli esperti la massima espressione di quella filosofia della progettazione dove la forma è il frutto di un processo di ottimizzazione del regime statico. La plasticità della forma fa della struttura un oggetto scultoreo a scala urbana.
Sempre sul Basento c'è il ponte di San Vito, la cui data di costruzione sarebbe da porre comunque in epoca romana avanzata come evidente dai piloni, l'unico resto della struttura originaria, mentre tutta la parte superiore porta i segni di vari interventi di restauro avvenuti in età medioevale e nelle successive. Il ponte è a tre luci a pianta rettilinea e poggia su due piloni centrali fondati nell'alveo del fiume e che legati tra loro con grappe di ferro sono costituiti da grandi blocchi di notevole spessore che sopportano la spinta delle acque con speroni triangolari a monte e semicilindrici a valle. Anticamente chiamato Sant'Aronzio, il ponte San Vito era parte integrante dell'antico percorso della via Herculia, che attraversando la Lucania toccava anche la città di Potenza. La denominazione del ponte stando alla tradizione si ricollega al ricordo del martirio di Sant'Aronzio, che giunto dall'Africa con i fratelli Onorato, Fortunaziano e Sabiniano, non volendo abiurare la propria fede cristiana, subì con essi tra il 238 e il 288 d.C. l'estremo supplizio presso il fiume Basento.
Oltre a numerose epigrafi romane presenti in edifici medievali e moderni e al ponte San Vito, negli anni dieci del XXI secolo è stato rinvenuto nella zona Gallitello un complesso abitativo, ubicato presso la confluenza del torrente omonimo con il fiume Basento e che risulta essere il più importante sito mai scoperto nell'ambito urbano di Potenza. Allo stato delle indagini questo insediamento sembrerebbe svilupparsi in almeno sei ambienti rettangolari, di cui si conservano parzialmente i muri perimetrali, occupando un'area di circa trecento metri quadratiː si tratterebbe di un'antica fattoria funzionale allo sfruttamento agricolo dell'area. L'esame dei manufatti ceramici e degli altri reperti rinvenuti fa ipotizzare una datazione tra la fine del IV e i primi decenni del III secolo a.C., quindi da mettere in relazione con il sistema insediativo dei lucani in un momento precedente la romanizzazione del territorio. Il complesso è ancora in corso di scavo, sotto la direzione scientifica della soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata.
La villa romana di Malvaccaro è un ulteriore sito archeologico di rilevante interesse, situato in una traversa della moderna via Parigi nel quartiere di Poggio Tre Galliː rinvenuta a metà degli anni ottanta del XX secolo, conserva cinque ambienti con mosaici, gravitanti intorno a un'aula absidata, databile a età post-costantiniana, con arte musiva di almeno III secolo d.C. Della villa si sono trovati i muri perimetrali a nord-ovest e a nord-est e altre strutture verso sud.
La città almeno fino all'inizio del XXI secolo si caratterizzava per la massiccia presenza del verde nel tessuto urbano, partendo dalla storica villa comunale di Santa Maria, la cui origine è da far risalire a un decreto del governo francese del 1810, secondo il quale ogni provincia doveva avere un orto botanico sperimentale.
Sulla collina prospiciente il pianoro del centro sorge un altro parco di rilevante interesse storico, il parco di Montereale, al centro del quale si innalza un monumento ai caduti e la cui costruzione avvenne nei primi anni del Novecento.
A metà del centro c'è la villa del Prefetto, annessa al palazzo della prefettura. Inizialmente appartenente al monastero dei padri conventuali di San Francesco nel Settecento e utilizzata per scopi puramente agricoli, la villa vera e propria venne edificata solo nell'Ottocento.


Voto alla città:7
Anno della foto:2010

Rimini (Italia)



Rimini è un comune italiano di 149 413 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-Romagna.
Rimini è il principale, nonché più popoloso, centro della Riviera romagnola, la seconda città per numero di abitanti (dopo Ravenna) di tutta la Romagna e la ventottesima città più grande d'Italia. Località di soggiorno estivo di fama internazionale, si estende per 15 km lungo la costa del mare Adriatico con hotel, locali notturni, attrezzature balneari e impianti sportivi e la sua spiaggia risulta la prima in Italia per numero di presenze, seguita da Cavallino-Treporti e Bibione. Lo sviluppo del turismo, avviato nel 1843 con la fondazione del primo Stabilimento balneare, si affermò definitivamente nel secolo successivo, perdendo l'originaria connotazione aristocratica e mondana e trasformandosi in fenomeno di massa.
Rimini non è però solo un luogo di villeggiatura della Riviera romagnola, ma anche una città di livello storico-culturale non indifferente (anche se quest'aspetto viene solitamente posto in secondo piano rispetto a quello più famoso di capitale della vita notturna e mondana). Colonia fondata infatti dai Romani nel 268 a.C., per tutto il periodo della loro dominazione è stata un fondamentale nodo di comunicazione fra il nord e il sud della penisola, e sul suo suolo gli imperatori romani eressero monumenti quali l'Arco d'Augusto, il Ponte di Tiberio e l'Anfiteatro; mentre durante il primo Rinascimento, sotto i Malatesta, la sua corte è stata una delle più vivaci dell'epoca, ospitando artisti del calibro di Leon Battista AlbertiPiero della FrancescaRoberto ValturioMatteo de' Pasti e producendo opere quali il Tempio Malatestiano. Nell'Ottocento è stata poi una delle città più attive sul fronte rivoluzionario, ospitando molti dei moti volti all'unificazione, mentre durante la seconda guerra mondiale la città fu teatro di duri scontri e aspri bombardamenti, ma anche di una fiera resistenza partigiana, che le valse l'onore di una medaglia d'oro al valore civile.
Favorita dalla posizione geografica e dall'attrezzatura ricettiva, si è affermata come uno dei maggiori poli fieristici e congressuali d'Europa, sede di manifestazioni e convegni di grande rilievo.
Rimini possiede un patrimonio storico-artistico di grande rilievo, che comprende chiese e conventi, ville e palazzi gentilizifortificazionisiti archeologici, strade e piazze di interesse storico e artistico. Questa ricchezza è il risultato del succedersi di 22 secoli di storia, attraverso varie civiltà e dominazioni: dai Romani, all'Impero bizantino, all'importante ruolo di libero comune e di capitale malatestiana, fino alle dominazioni veneziana e pontificia. Rimini fu una porta storica verso l'Oriente e il sud del Mediterraneo, grazie alla sua posizione geografica e all'importanza del porto, e punto di incontro tra le culture dell'Italia settentrionale e quelle dell'Italia centrale.
Rimini è ricca di monumenti di ogni epoca, con importantissimi esempi di architettura della civiltà romana, quali l'Arco d'Augusto, il Ponte di Tiberio, l'Anfiteatro e la Domus del Chirurgo, del Medioevo, quali il palazzo dell'Arengo, la chiesa di S. Agostino e Castel Sismondo, e del Rinascimento, con il Tempio Malatestiano, capolavoro di Leon Battista Alberti.
La città, con i suoi borghi e la marina, conserva inoltre un vasto patrimonio architettonico del periodo barocconeoclassico e liberty, comprendente chiese, palazzi, ville signorili, edifici storici della marineria, hotel e villini d'epoca, testimonianze del suo ruolo di centro culturale, politico, commerciale e, dalla metà dell'Ottocento, di rinomata località balneare.
La città ha mantenuto per secoli l'assetto romano, con il tracciato regolare dei suoi isolati, custodendo allo stesso tempo i grandi monumenti romani che ne dimostravano le origini antiche. Rimini è sempre stata caratterizzata dal vivere la contemporaneità facendo rivivere insieme il suo passato: le trasformazioni medievali, le grandi opere di rinnovamento urbano dei Malatesta, i terremoti, le soppressioni degli ordini conventuali ne hanno determinato un'evoluzione continua, leggibile nella stratificazione di testimonianze storiche. I bombardamenti della seconda guerra mondiale distrussero la città, compromettendo gravemente il patrimonio monumentale e l'integrità del centro storico, che è stato ricostruito e restaurato per valorizzarne gli spazi e i numerosi, pregevoli edifici.
Rimini possiede numerose chiese di interesse storico e artistico, conventi e santuari, arricchiti da pregevoli opere d'arte, che testimoniano l'evoluzione dell'architettura e dell'arte attraverso i secoli.
In età romana la città aveva numerosi templi, dedicati a diverse divinità, dei quali non restano testimonianze significative, ad eccezione delle tracce di un antico tempio romano, rinvenute nella pieve di S. Lorenzo in Monte, sul colle di Covignano.
La città, situata alla confluenza di strade consolari di grande traffico, con un porto importante in collegamento con l'Oriente, accolse molto presto la religione cristiana. Le prime testimonianze monumentali del Cristianesimo, tra cui la cattedrale di S. Colomba e la basilica di S. Gaudenzo, furono modificate nel corso dei secoli e distrutte nel periodo napoleonico.
Nel Medioevo sorsero i grandi conventi e le chiese di numerosi ordini religiosi, quali i Benedettini, gli Agostiniani, i Domenicani, i Francescani, i Carmelitani e i Serviti e la città si arricchì di santuari, oratori, celle e tempietti, alcuni dei quali costruiti a ricordo di eventi miracolosi. Tra gli edifici religiosi più importanti costruiti in epoca medievale si ricordano S. AgostinoS. FrancescoS. Giuliano, S. Giovanni Battista, la chiesa dei Servi e la chiesa di S. Domenico, non più esistente.
La chiesa gotica di S. Francesco, già utilizzata come luogo di sepoltura dalla famiglia Malatesta, fu interamente trasformata nella prima metà del XV secolo da Sigismondo Pandolfo Malatesta nel Tempio Malatestiano, monumentale mausoleo del signore di Rimini, su progetto di Leon Battista Alberti.
Sui colli che circondano la città si trovano la chiesa di S. Fortunato, la chiesa della Madonna delle Grazie e la pieve di S. Lorenzo in Monte, di origini medievali e trasformate più volte nel corso dei secoli.
Nel Cinquecento furono costruiti la chiesa della Madonna della Colonnella e il Tempietto di S. Antonio da Padova. Nello stesso secolo furono rinnovate le chiese di S. Rita e di S. Giuliano.
La città ebbe tra il XIV e il XVI secolo una fiorente comunità ebraica, che costruì tre sinagoghe, delle quali non rimane alcuna traccia. La più antica sinagoga è attestata già dal 1486, in Piazza Cavour; una seconda fu costruita nella contrada di S. Colomba e una terza, detta “Sinagoga magna”, in via Cairoli.
Nel Settecento ordini e confraternite promossero il rinnovamento di tutti i principali edifici religiosi: sorse la chiesa del Suffragio e vennero trasformate, in forme grandiose ed eleganti, le chiese di S. Agostino, S. Giovanni Battista, S. Bernardino e la chiesa dei Servi. Gli interni furono decorati da opere di artisti riminesi ed emiliani quali Guido Cagnacci, il GuercinoVittorio Maria Bigari e Antonio Trentanove. La chiesa di S. Colomba fu cattedrale fino al 1798: il titolo fu prima trasferito alla chiesa di S. Agostino e, nel 1809, al Tempio Malatestiano. Il patrimonio architettonico religioso fu profondamente segnato dalla soppressione degli ordini voluta da Napoleone e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che inflissero danni gravissimi.
Le architetture civili di Rimini comprendono numerosi edifici (palazziteatrihotel storici, ville, villini) e altri monumenti (fontanepontiarchi) che testimoniano la storia della città attraverso i secoli.
L'Arco d'Augusto e il ponte di Tiberio, monumenti di età romana imperiale, sono da almeno mille anni i simboli di Rimini, ammirati e celebrati, inclusi nello stemma civico fin dal X secolo e assunti a modello per l'architettura del Rinascimento. L'Arco d’Augusto, il più antico arco romano superstite e simbolo di Rimini, fu costruito nel 27 a.C. in onore dell'imperatore Augusto per celebrare il restauro delle più importanti strade consolari italiane. Il ponte di Tiberio, imponente costruzione a cinque arcate, fu costruito sotto Augusto a partire dal 14 d.C. e terminato nel 21 d.C. da Tiberio.
I palazzi dell’Arengo e del Podestà, in piazza Cavour, furono costruiti rispettivamente nel 1204 e nel 1334 in stile gotico. Il grande complesso monumentale, sede del potere civile, delle assemblee cittadine e dell'amministrazione della giustizia fin dal Medioevo, fu trasformato nei secoli successivi e riportato alle forme originarie con lunghi restauri compiuti tra il 1919 e il 1925.
I palazzi nobiliari, caratterizzati da un classicismo composto e solenne, furono in gran parte costruiti tra il XVI e il XVIII secolo dai più importanti casati riminesi. Tra i più importanti figurano Palazzo Garampi, sede del municipio in piazza Cavour, Palazzo Gambalunga, sede della Biblioteca Gambalunghiana, Palazzo Buonadrata, sede della Cassa di Risparmio, Palazzo Cima, Palazzo Diotallevi, Palazzo Giovannini, Palazzo Massani, Palazzo Ricciardelli, Palazzo Ripa, Palazzo Zavagli.
Al XIX secolo risale Palazzo Ghetti, mentre del 1914 è il Palazzo della Cassa di Risparmio, costruito in piazza Luigi Ferrari come sede di rappresentanza della storica banca riminese.
Sul colle di Covignano e sugli altri poggi che circondano la città sorgono splendide ville signorili, sede di proprietari terrieri e residenze di rappresentanza, immerse nel verde di vignetioliveti e giardini formali di lecci e cipressi, tra cui Villa Des Vergers, Villa Mattioli, Villa Alvarado, Villa Bianchini, Villa Cantelli, Villa il Castellaccio e Castello Miramare.
Per molti secoli l'unica fontana monumentale della città, di fondamentale importanza in quanto fonte di approvvigionamento idrico, fu la fontana della Pigna, in piazza Cavour, affiancata dal “fontanone” dei cavalli nella stessa piazza. Nel 1928 fu costruita la fontana dei Quattro Cavalli a Marina Centro, a ornamento dei giardini del Kursaal.
L'antica pescheria e il faro, edifici storici della marineria, risalenti alla metà del Settecento, testimoniano la vitalità economica, imprenditoriale e marittima della città, che fu per lungo tempo uno dei principali porti pescherecci e commerciali dell'Adriatico.
Per la sua tradizione di località turistica, tra le più antiche in Italia, la città possiede inoltre numerosi esempi di architetture balneari, quali hotelstabilimenti balneari e villini, tra cui il Grand Hotel, le palazzine Roma e Milano, i villini Solinas, Baldini, Recordati e Cacciaguerra, a Marina Centro.
Il patrimonio storico di architetture militari di Rimini riassume l'immagine e la struttura stessa della città dall'antichità romana fino al primo Quattrocento, documentandone i caratteri fondanti, l'evoluzione e gli eventi storici.
Le mura, con i suoi torrioni e le sue porte, e il castello costituirono per secoli un sistema difensivo importante per la vita cittadina sotto molteplici aspetti: protezione dai pericoli esterni, elemento essenziale dell'assetto urbanistico e controllo sui commerci con il territorio circostante.
Rimini ebbe una cinta muraria fin dalla sua fondazione (268 a.C.); nel III secolo d.C. fu costruito un nuovo sistema fortificato che rimase operativo per molto tempo, fino al Medioevo, quando nuove esigenze militari richiesero l'edificazione di una nuova cerchia fortificata, voluta dall'imperatore Federico II.
La cinta muraria malatestiana fu costruita in fasi differenti tra la metà del XIV e l'inizio del XV secolo, a difesa della città e del borgo San Giuliano, seguendo un tracciato leggermente esterno rispetto alle precedenti mura di età repubblicana e federiciana. Le mura del borgo San Giuliano furono edificate per volere di Galeotto I Malatesta nel 1359, mentre la cinta muraria della città fu costruita nel 1426 da Carlo Malatesta.
Castel Sismondo, voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta come residenza signorile e fortezza al tempo stesso, coronava il sistema difensivo malatestiano connettendosi alla cinta muraria cittadina.
Al mutare delle tecniche militari e delle condizioni politiche, tra la fine del Settecento e la metà dell'Ottocento, quasi tutte le porte cittadine furono abbattute e sostituite da barriere daziarie; ulteriori distruzioni avvennero nel Novecento, quando l'espansione urbana varcò l'antico e ormai obsoleto limite delle mura.
Rimini presenta una struttura urbana di origine romana, composta da piazze e strade più volte trasformate nel tempo, che testimoniano la sua evoluzione attraverso i secoli.
Piazza Cavour, centro della vita cittadina dal Medioevo, e piazza Tre Martiri, l'antico foro romano, sono le due piazze principali di Rimini, punti di ritrovo e d'incontro, nei quali si svolgono tradizionalmente cerimoniemostre e mercati.
Tra le grandi piazze della città figurano inoltre piazza Malatesta, anticamente unita a piazza Cavour, sulla quale prospettavano la cattedrale e il castello, e piazza Luigi Ferrari, realizzata nell'Ottocento con un importante rinnovamento urbanistico.
Le principali strade storiche sono il corso d'Augusto, l'antico decumano massimo, che collega l'Arco d'Augusto al ponte di Tiberio attraversando le piazze principali, affiancato da caffènegozi, grandi magazzini, palazzi nobiliari e sedi di rappresentanza delle principali istituzioni pubbliche e private della città, e via Giuseppe Garibaldi, l'antico cardo massimo, che collega Porta Montanara alla stazione ferroviaria.
Un carattere distintivo della vecchia Rimini è dato da numerose piazzette, che compongono angoli particolarmente suggestivi: le piazzette Gregorio da Rimini o “delle poveracce”, San Bernardino, Ducale, Zavagli, Gaiana e dei Servi nel centro storico, e le piazzette San Giuliano, Pozzetto, Ortaggi, Gabena, Padella e Pirinela nel borgo San Giuliano.
Le strade e le piazze di Rimini sono ornate da monumentisculturecolonne e iscrizioni di diverse epoche. Tra i più importanti, si ricordano la colonna di Giulio Cesare, costruita nel 1555 per celebrare l'allocuzione che qui l'imperatore romano rivolse ai soldati della XIII legione dopo il passaggio del Rubicone, il monumento a Paolo V, in piazza Cavour, eretto nel 1614 come atto di riconoscenza della città a papa Paolo V Borghese e il monumento ai caduti della Grande Guerra in piazza Luigi Ferrari, realizzato da Bernardino Boifava nel 1926.
Rimini possiede il più grande patrimonio archeologico dell'Emilia-Romagna, eredità del suo lungo passato e del suo ruolo di importante nodo stradale, centro economico e punto di riferimento per il territorio.
La ricchezza di ritrovamenti si deve all'opera di Luigi Tonini, il più illustre storico riminese, e ai numerosi scavi effettuati nella seconda metà del Novecento, che hanno prodotto una disponibilità documentaria molto ampia sulla storia e sulla struttura della città romana, sull'architettura, l'arte, i culti religiosi, l'economia e molteplici aspetti della vita quotidiana dei suoi abitanti.
I rinvenimenti includono le rovine del monumentale anfiteatro, numerose domus di età repubblicana e imperiale, resti della sede stradale, necropoli sorte lungo le vie consolari e impianti produttivi. I siti archeologici di tre domus, grandi abitazioni signorili che riflettono nei loro caratteri architettonici e decorativi il contatto con la cultura greca e il diffondersi della filosofia dell'“otium”, sono stati conservati in loco: la domus del Chirurgo, la domus di palazzo Massani e la domus della Camera di Commercio. Il complesso dei siti archeologici riminesi include inoltre gli scavi archeologici dell'ex Consorzio Agrario e del convento di S. Giuliano, la Colonna miliare del Terzo Miglio a Miramare e il Ponte romano di S. Vito.
Rimini ha un ampio sistema di verde pubblico, con 1,3 milioni di m² di parchi e giardini in ambito urbano (9,4 m²/ab) e un totale di 3,2 milioni di m² di aree verdi nell'intero territorio comunale, inclusi parchi fluviali, impianti sportivi e aree naturalistiche.
Il sistema del verde comprende una serie di grandi parchi urbani, creati lungo l'antico corso del fiume Marecchia e del torrente Ausa, parchi e giardini di quartiere, viali alberati e verde d'arredo.
I principali parchi cittadini sono il parco XXV Aprile, il parco Giovanni Paolo II, il Parco Alcide Cervi, il Parco Maria Callas, il Parco Fabbri, il Parco della Ghirlandetta, il Parco Federico Fellini, il Parco Sandro Pertini, a Marebello, e il Parco Giovanni Briolini, a S. Giuliano Mare.
Il complesso arboreo presente nel territorio riminese comprende circa 42.000 alberi, appartenenti a 190 diverse specie, in prevalenza tigliplataniaceripioppipini e querce. Nel comune di Rimini sono presenti 23 grandi esemplari arborei tutelati come alberi monumentali per la loro età e il loro valore naturalistico, tra cui il platano di piazza Malatesta, la roverella del parco Giovanni Paolo II, i cipressi di S. Agostino, l'olmo di viale Amerigo Vespucci e i tigli di S. Fortunato.
La rete ciclabile cittadina si articola nel verde dei parchi e lungo i viali più importanti, collegando i principali monumenti, le attrazioni turistiche, le spiagge e i luoghi di ritrovo e offrendo opportunità a diverse categorie di utenti, dagli spostamenti urbani, alla mountain bike, al cicloturismo.
La rete ciclabile urbana è connessa, attraverso il parco XXV Aprile, al percorso ciclabile che collega Rimini a Saiano lungo il corso fluviale del Marecchia.

Voto alla città:7
Anno della foto:2010