Villa San Giovanni (Italia)

 


Villa San Giovanni è un comune italiano di 13 098 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria.

La città si affaccia sullo stretto di Messina ed il suo porto è il terminal principale del traghettamento per la SiciliaPunta Pezzo, infatti, situata nel comune di Villa, rappresenta il punto di maggiore vicinanza fra la sponda calabrese e quella siciliana: ciò ha reso la città la località ideale per l'attraversamento dello stretto.

Il 12 aprile 2005 il presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi, ha conferito al comune di Villa San Giovanni il titolo di città.

Le chiese villesi datano la loro fondazione e costruzione originaria fra il XVIII ed il XIX secolo; dopo la distruzione causata dal disastroso terremoto del 1908, sono state tutte ricostruite fra gli anni venti e sessanta del secolo scorso.

Le principali chiese del centro cittadino di Villa sono quelle dedicate alla Madonna Immacolata e alla Madonna del Rosario. Le altre chiese, situate nei quartieri e nelle frazioni di Villa, sono: il Santuario della Madonna delle Grazie di Pezzo; la Chiesa della Santa Croce di Piale; la Chiesa di Maria Santissima di Porto Salvo di Cannitello; la Chiesa della Madonna del Rosario di Ferrito; la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Acciarello. Tutte formano attualmente Parrocchia, ma le chiese dell'Immacolata e del Rosario sono state recentemente riunite nell’Unità Pastorale Mons. Giovanni Ferro, amministrata dai padri Somaschi, presenti a Villa dal 1971.

A Porticello è ubicata un'antica cappella, dedicata anch'essa a Maria SS. del Rosario, recentemente sottoposta a ristrutturazione e riaperta al pubblico culto; lungo la via Nazionale sorge un tempio privato dedicato a Sant'Antonino, risalente alla metà del XIX secolo; presso il rione Santori si intravede il rudere della chiesetta di Santa Filomena.

La chiesa dell'Immacolata risale alle origini stesse di Villa San Giovanni: infatti la prima chiesa presente presso il borgo di Fossa era una chiesetta dedicata all'Immacolata Concezione, visitata nel 1692 dall'arcivescovo di Reggio mons. Martino Ybañez y Villanueva, il quale vi notò tre altari dedicati a San MartinoSant'Antonio di Padova e San Giovanni Battista. La chiesa era frequentata e si davano alla popolazione le nozioni elementari del catechismo. Già nel 1768 era sorta la Congrega dell'Immacolata. In quegli stessi anni venne eretta una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista, probabilmente presso l'attuale rione Fontana Vecchia. La Chiesa dell'Immacolata venne elevata a Parrocchia il 6 agosto 1789; prima di allora era retta da un economo dipendente dal parroco di Campo Calabro.

Nel frattempo, l'edificio di culto (situato presso l'attuale piazza Pretura, dunque in un sito diverso dall'attuale) era già stato distrutto una prima volta dal terremoto del 1783: venne ricostruito definitivamente sullo stesso terreno nel XIX secolo, in un sobrio stile neoclassico. Questa nuova chiesa venne nuovamente rasa al suolo a causa del devastante sisma del 28 dicembre 1908. Dal 12 settembre 1909 divenne funzionale la chiesa baracca, benedetta l'8 febbraio 1914. Il 24 luglio 1927 fu appaltata la costruzione della nuova chiesa, di dimensioni più imponenti, in stile neo-romanico, su progetto dell'architetto Pietro De Nava, situata in un luogo diverso rispetto alla vecchia chiesa, cioè nella parte della città digradante verso il mare, per costruire un edificio più grande (difatti la zona dove venne costruita la nuova chiesa era pressoché disabitata all'epoca).

Il nuovo tempio venne solennemente consacrato l'8 dicembre 1929, festa solenne dell'Immacolata Concezione, dall'arcivescovo mons. Carmelo Pujia. Dal 1993 è retta dai padri Somaschi. Le vetrate artistiche sono state realizzate nel 1953 dalla pittrice milanese Amalia Panigati.

Nel XVIII secolo esisteva già presso il quartiere Fontana Vecchia una chiesetta dedicata alla Madonna del Rosario, oltre ad un'altra vicina dedicata a San Giovanni Battista.

Verso la metà del XIX secolo, il sindaco Giovanni Corigliano, preoccupato per l'estetica urbana di Villa (che si riempiva di filande e ciminiere, ma difettava di monumenti e chiese), propose la costruzione di un nuovo edificio sacro in un luogo che conciliasse le esigenze dei vari quartieri; si scelse allora di costruire l'opera in un'area del centro cittadino corrispondente allo spazio dove sorge l'attuale chiesa, prossima al municipio. Tuttavia, quando si cominciavano già ad erigere i muri del tempio, vennero mosse delle obiezioni al progetto: si temeva che pure questa nuova chiesa venisse su infossata, come era successo alla vecchia chiesa dell'Immacolata, che a causa della costruzione della Strada Nazionale rimase circa 3-4 metri sotto il livello della strada stessa.

Allora venne abbattuto tutto il costruito e il progetto della nuova chiesa del Rosario venne affidato al celebre architetto reggino Scopelliti, il quale fece erigere un alto terrapieno e progettò una maestosa chiesa in stile gotico. In pochi anni, grazie soprattutto alle offerte dei fedeli, la costruzione era giunta ad uno stadio avanzato ed era quasi terminata la costruzione della monumentale facciata con tre portali. Ma dopo l'Unità d'Italia congiunture politiche impedirono il completamento dell'opera; il Terremoto del 1908 distrusse gran parte di quell'edificio incompleto e non restò che abbatterlo. Al suo posto venne eretto un mercato coperto, che funzionò sino agli anni cinquanta del secolo scorso.

Nel dopoguerra si sentì nuovamente l'esigenza di una seconda chiesa per il centro di Villa, oltre quella dell'Immacolata: si intraprese così la costruzione della nuova chiesa del Rosario, completata nei primi anni sessanta. Venne elevata a parrocchia il 1º aprile 1971 ed affidata sin da quella data ai Padri Somaschi, che dagli anni novanta reggono anche la parrocchia dell'Immacolata e ora pure quella di Acciarello, dopo essere stati per anni a Piale. È quindi la più giovane delle parrocchie villesi, ma ha dietro di sé una storia secolare di devozione alla Madonna del Rosario.

Nel 1742 don Giuseppe Azzarello fu autorizzato dall'arcivescovo ad erigere una chiesa intitolata ai Santi Cosma e Damiano presso il nuovo abitato che gli stessi Azzarello stavano costituendo a sud di Fossa. La chiesa venne distrutta dal terremoto del 1783 e ricostruita nel 1811, fase cui risale l'attuale campanile. La chiesa, non ancora definitivamente ultimata, venne riaperta al culto nel 1851 e nuovamente distrutta dal terremoto del 1908.

In seguito alla successiva ricostruzione il campanile ha attualmente un'altezza minore della chiesa stessa. Questa subì ulteriori danni durante la seconda guerra mondiale e subì quindi un'ulteriore parziale ricostruzione. Negli ultimi anni è stata oggetto di un importante e pregevole restauro che ha interessato l'interno del tempio.

Nelle mattinate invernali, dopo abbondanti piogge e solo in particolari condizioni di cielo sereno, può verificarsi il fenomeno della Fata Morgana: le particelle d'acqua rimaste sospese nell'aria dopo la pioggia creano come una gigantesca lente d'ingrandimento, facendo in modo che la costa siciliana appaia distante da quella calabra solo poche centinaia di metri, mentre in realtà distano ben 3 km. Questo fenomeno si verifica solo sul litorale calabrese guardando la costa siciliana e mai viceversa.

Già dal 1792 la famiglia Caracciolo aveva permesso che l'acqua arrivasse presso l'abitato di Villa, ma agli inizi del XIX secolo non si era ancora riusciti a innalzare una fontana in muratura definitiva per servire il fabbisogno della popolazione. Solo nel 1829 il Ministero dell'Interno approvò definitivamente un progetto di fontana, simile a tempietto, su disegno dell'ingegnere reggino Calabrò, per una spesa di 127,38 ducati. Furono eletti dapprima due e poi tre deputati per l'esecuzione dei lavori, ricordati nell'epigrafe collocata nella fontana insieme all'intendente Bonaventura Palamolla, mentre non si fa menzione di colui che era stato l'ideatore di questa fontana, nonché il fondatore di Villa San Giovanni, cioè Rocco Antonio Caracciolo.

La fontana fu eretta dietro la dimora della famiglia Caracciolo, nel rione oggi chiamato Fontana Vecchia, che da essa prese poi il nome. Dal 1903 Villa fu servita dall'acqua corrente e la fontana perse d'importanza; così venne dismessa e assunse il nome di Fontana Vecchia. È resistita a tutte le calamità naturali ed alle guerre che hanno più volte distrutto o gravemente danneggiato Villa ed oggi è la più antica vestigia del centro cittadino.


Voto alla città:6
Anno della foto:2010

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