Rho (Italia)

 


Rho è un comune italiano di 50 818 abitanti della città metropolitana di Milano in Lombardia.

Rho è caratterizzata da una forte densità di industrie, nonché dal nuovo quartiere fieristico della città di Milano: ospita infatti i nuovi padiglioni espositivi della Fieramilano. Insieme a Milano ha ospitato l'Expo 2015, l'esposizione universale inaugurata il 1º maggio 2015 e conclusasi il 31 ottobre dello stesso anno.

La città di Rho vanta nel suo territorio alcuni edifici di interesse storico. Il più importante è il santuario dell'Addolorata, uno dei maggiori santuari mariani della Lombardia, costruito dopo un miracolo riconosciuto dalla Chiesa cattolica, avvenuto il 24 aprile 1583, consistente in una lacrimazione di sangue da parte di un'effigie della Madonna. A fianco del santuario sorge il Collegio dei Padri Oblati Missionari, fondato dal venerato padre Giorgio Maria Martinelli, dove hanno studiato numerose eminenti figure ecclesiastiche, fra cui il futuro papa Paolo VI.

La prima pietra del Santuario fu collocata da san Carlo Borromeo il 7 marzo 1584, la consacrazione venne fatta dal cardinale Pozzobonelli il 3 aprile 1755. Il disegno è del celebre architetto Pellegrino Tibaldi, il campanile di Giulio Galliori, che ne modificò il progetto originale, la facciata di Leopoldo Pollack. Nelle navate interne si possono ammirare tele ed affreschi di Camillo Procaccini (Bologna 1551 circa-Milano 1625), dei Fiammenghini, del Morazzone e di Raffaele Casnedi da Runo, frazione di Dumenza.

La basilica di San Vittore si erge sullo sfondo dell'omonima piazza nel centro cittadino e venne eretta a partire dal 14 settembre 1834 in luogo della precedente, su disegni degli architetti Gaetano Besia e Giulio Aluisetti. Presenta una facciata in stile neoclassico con pronao composto da un colonnato in ordine ionico, sopra al quale troneggia al centro la statua di San Vittore con ai lati quelle di due angeli annuncianti. Al suo interno contiene opere del Fiammenghino (fine secolo XVI), del Morgari e di Marco d'Oggiono. Gli stendardi conservati nella sacrestia furono realizzati da Francesco Castagnoli premiato con la medaglia d'argento nel 1826.

Secondo alcuni documenti medievali, risulta che nei territori intorno all'attuale via Meda vi sorgesse, fin dal IX secolo, una chiesa dedicata a sant'Ambrogio, ma dato che in realtà non viene menzionato un vero e proprio edificio si potrebbe pensare essi si riferissero semplicemente ad alcuni poderi o beni di proprietà della basilica di Sant'Ambrogio in Milano.

Nei pressi dell'attuale piazza San Vittore, esisteva già prima del XIV secolo una cappella dedicata a san Pietro, demolita probabilmente nel 1577. Ancora nella stessa area risalente al Cinquecento era rintracciabile un battistero di San Giovanni, considerato un'appendice della originaria basilica di San Vittore, entrambi scomparsi. Di nuovo antecedente allo stesso secolo e sempre nelle prossime vicinanze, vi era una chiesa di Santa Maria in Castello, denominazione che dà sostegno alla tesi dell'esistenza di un edificio fortificato medievale nel centro cittadino; essa rimase di proprietà dei Ghisolfi fino al XVII secolo, dopo il quale non si hanno più tracce.

Sempre nel corso del Cinquecento, sorgeva nei pressi dell'Olona, la chiesa di San Martino: nel 1565 il prevosto Giuli però afferma che essa non fu mai consacrata e nemmeno vennero mai svolte funzioni religiose, dunque dato che era posta al di fuori del borgo, poteva essere utilizzata come lazzaretto; fu demolita nel XIX secolo.

In contrada Pasqué sorgevano la chiesa di Santa Maria Assunta in Pasqué e l'adiacente convento dei frati agostiniani (una leggenda popolare narra che nel convento fu ospitato Martin Lutero di passaggio per Roma), del quale alcune tracce sono rimaste su via Marconi, tra cui un affresco dedicato alla Madonna del Latte.

Dietro la basilica di San Vittore si affaccia su piazzale Visconti il municipio, nato come palazzo podestarile e costruito all'inizio del XX secolo sul modello dei palazzi medievali; il progetto è dell'ing. Silvio Giuliani. Vi si conservano diversi dipinti raffiguranti San GervasoSan ProtasoSant'Ambrogio ed altri, nonché le Quattro Glorie di Mauro della Rovere detto "il Fiammenghino" (1640) e quattro bei putti di Daniele Crespi (1590-1639), tutti provenienti dalla demolita chiesa di San Gervaso e Protaso in Milano. Nella sala d'arte si trovano pure alcuni cimeli preziosi del defunto cittadino onorario cardinale Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano, già appartenente alla congregazione degli Oblati Missionari di Rho.

L'Ospedale di Circolo - Monumento ai Caduti per la Patria nacque sulla spinta di una iniziativa benefica sostenuta da numerosi cittadini che donarono somme anche notevoli per costruire un monumento ai caduti della grande guerra ma, raccolta una cifra piuttosto consistente, si decise di impiegare tale fondo nell'ottica dell'edificazione di un ospedale, affinché la sofferenza della guerra portasse a migliori condizioni di vita. Tra i donatori si ricordano Benedetto Banfi, Giulio Tavecchia, Giuseppe Citterio, Paolo Goglio, Virginia Bullani. Il 7 ottobre 1923 venne posta la prima pietra mentre l'inaugurazione della struttura ospedaliera avvenne il 27 ottobre 1929. La necessità di poter disporre di un maggior numero di posti letto e di nuove strutture ricettive dedicate alla degenza determinarono la costruzione degli ampliamenti, rispetto al corpo originario, fra gli anni cinquanta e sessanta. Al comm. Davide Magnaghi si deve l'opera di trasformazione e abbellimento nel 1954 della chiesetta dell'ospedale dedicata a Santa Maria della Pace, i cui dipinti furono realizzati dal pittore Giovanni Garavaglia di Ossona.

Oltre alla costruzione dell'ospedale e sempre a ricordo dei caduti rhodensi nella prima guerra mondiale fu istituito nel 1925, su una adiacente porzione di terreno concessa dai Padri Oblati Missionari, il viale delle Rimembranze, progettato dall'ing. Felice Banfi. Costituito da una lunga distesa alberata a tigli in asse prospettico al santuario dell'Addolorata il viale termina in corrispondenza della fontana del Mosè, la cui statua è una copia identica a quella presente alla fine del percorso delle cappelle al Sacro Monte di Varese.

Il camposanto del capoluogo si trova attualmente in corso Europa 200, lungo l'antico tracciato della strada postale per Gallarate. Qui venne spostato nella seconda metà del XIX secolo dal centro cittadino in una zona allora periferica e in aperta campagna.
Al centro della pianta originale del cimitero ed in asse con l'entrata principale, all'inizio del Novecento, venne eretta la Cappella Gentilizia dei Sacerdoti, contenente le spoglie e le lapidi di prevosti che hanno prestato servizio a Rho dai primi dell'Ottocento in poi (quindi da Luigi Delilla, fino a mons. Marco Agrati e don Gianpaolo Citterio) e coadiutori della parrocchia San Vittore. La cappella è stata restaurata all'inizio del XXI secolo per iniziativa del prevosto don Gianpaolo Citterio e dei familiari di don Franco Gallazzi (qui sepolto).

Nella medesima cappella si trovano anche le lapidi di altri sacerdoti rhodensi e dei caduti della prima guerra mondiale; numerosi preti vengono qui ricordati sebbene le loro spoglie siano conservate altrove.

Nel 1931 il cimitero venne notevolmente ampliato con l'edificazione dei colombari, della casa del custode e della camera ardente. Altri ampliamenti si sono protratti nel tempo, fino ai più consistenti attorno agli anni novanta e duemila, che hanno registrato l'edificazione di ulteriori colombari ed ossari.

Nella zona interrata dei colombari più vecchi è conservata una mummia che è ritenuta essere il corpo dell'arcivescovo Leone da Perego, francescano; il corpo venne quivi trasportato poiché gli veniva tributato un culto non permesso dalla Chiesa.

Villa Burba Cornaggia Medici, meglio conosciuta come Villa Burba, è una delle dimore signorili rhodensi giunta fino ai giorni. Ha una entrata principale su corso Europa, e una secondaria dal parco, alla fine di via Papa Giovanni XXIII. La villa presenta una tipica architettura lombarda risalente al XVII secolo; di particolare rilievo sono gli ornamenti tardo-barocchi, i balconi, i cancelli, le ringhiere in ferro battuto e il salone centrale. Nata come residenza di campagna, dopo una lunga serie di passaggi di proprietà, nel 1873 venne acquisita dalla famiglia Cornaggia Medici. Rimasta in abbandono negli anni successivi il secondo conflitto mondiale passò nel 1966 di proprietà al Comune di Rho che la sottopose ad un lungo processo di restauro. Attualmente è utilizzata come sede della biblioteca e della mostra permanente Passato e presente. All'esterno della villa è presente un parco con essenze pregiate destinato ad utilizzo pubblico. Il parco è piuttosto ampio, caratterizzato dalla presenza di percorsi in ghiaia. Qua e là nel parco è possibile vedere statue e busti di donne, soprattutto nei pressi dell'entrata secondaria, dove sono collocate le zone gioco per bambini. Nel parco sono inoltre presenti un piccolo laghetto e una vasca-fontana rettangolare con fondale in sassi. La fontana, circondata da una struttura di panchine in granito, offre un clima di tranquillità ed è spesso usata come luogo di ritrovo da giovani e anziani.

Alle architetture fin qui descritte vanno ad aggiungersi diversi edifici di archeologia industriale, tra i quali l'ex corpo di fabbrica del cotonificio Muggiani, nonché la sede originaria della Citterio, azienda produttrice di salumi, ricoperta da vite canadese.

Nonostante l'ingresso ricada nel territorio comunale di Arese, la città di Rho ospita sulle proprie aree di competenza amministrativa la superficie espositiva del Museo storico Alfa Romeo, situato a sud-ovest dell'ex Centro Direzionale Alfa Romeo, opera degli architetti Vito e Gustavo Latis.

La porzione di aree agricole prospicienti il corso del fiume Olona nei pressi della località Castellazzo costituiscono nell'ambito di un progetto di valorizzazione e salvaguardia ambientale il Parco del Basso Olona istituito nel 2010 come corridoio verde di interesse sovracomunale in stretta continuità con il parco del Roccolo e il parco dei Mulini.


Voto alla città:6
Anno della foto:2015

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