Visp (Svizzera)

 


Visp è un comune svizzero di 7 726 abitanti del Canton Vallese, nel distretto di Visp del quale è capoluogo.
Visp si trova nella Valle della Vispa presso la confluenza della Vispa nel Rodanonel 1972 ha inglobato il comune soppresso di Eyholz.
Visp è famosa per la Chiesa parrocchiale cattolica di San Martino, attestata dal XIII secolo e ricostruita nel 1650-1655 e nel 1953.
Visp è servito dall'omonima stazione, sulle linee ferroviarie Losanna-Briga e Briga-Visp-Zermatt.
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.

Voto alla città:6
Anno della foto:2014

Trani (Italia)

 


Trani è un comune italiano di 54 806 abitanti, capoluogo, insieme a Barletta e Andria, della provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia, si affaccia sul Mare Adriatico.

Nel corso del medioevo fu un rilevante centro urbano e scalo commerciale sull'Adriatico; si pensa vi sia stato promulgato il primo codice marittimo del mondo occidentale, gli Ordinamenta et consuetudo maris, nel 1063.

È sede di tribunale e di sezione di Archivio di Stato. Trani è stata sede della Regia Udienza provinciale per più di due secoli, dal 1586 al 1806, con funzioni di capoluogo e di principale centro amministrativo e giudiziario per l'antica provincia di Terra di Bari; successivamente divenne sede della Corte d'Appello delle Puglie.

La produzione economica è variegata: oltre all'estrazione e lavorazione dalle sue cave della pietra di Trani, vi è l'industria di calzature, abbigliamento, metalmeccanica e del legno; vi si produce il Moscato di Trani. Sono sviluppati il settore terziario e il turismo, sia culturale che balneare. Trani è riconosciuta tra le città d'arte della Puglia, grazie alla rilevanza storica e artistica del borgo antico e di monumenti quali la cattedrale romanica e il castello svevo.

Trani si fregia del titolo di città d'arte e vanta un ampio patrimonio artistico e architettonico, testimonianza della particolare prosperità goduta nel corso del tempo: oltre alla celebre cattedrale sul mare e al castello svevo, la città è ricca di chiese e monasteri, oltre che di palazzi storici. Tra le chiese romaniche sono da mettere in evidenza per rilevanza artistica la chiesa di Ognissanti anche detta dei Templari, le chiese di San Francescodi Sant'Andrea e di San Giacomo.

Nel tessuto urbano del borgo antico il materiale predominante è la pietra di Trani; sono diffusi per il borgo, ancora presenti e ben leggibili, numerosi elementi architettonici legati al periodo medievale: a questi appartengono i caratteristici archi ogivali di logge al pianterreno in antico utilizzate a scopo commerciale, con il passare del tempo chiuse ed annesse ai locali di abitazione; i passaggi tra i vicoli coperti con volta a botte, sui cui fronti si impostano archi di accurata fattura; sui prospetti delle abitazioni si riconoscono paramenti murari tipicamente medievali e su questi vi sono ancora, libere o tamponate, aperture di porte e finestre con arco a pieno centro, ad arco ogivale e talvolta parti di loggette.

Le chiese di Trani si presentano per la maggior parte in stile romanicoin primis la cattedrale medievale. In tutto tra sconsacrate, demolite ed ancora esistenti se ne sono contate più di cento. Inoltre la città vantava la presenza di quattro sinagoghe di cui due sono andate perdute e le altre due ancora esistenti sono state riconvertite in chiese.

La cattedrale di Trani, la cui basilica superiore è intitolata a santa Maria Assunta, è la costruzione più prestigiosa della città pugliese.

È uno dei più rappresentativi e pregevoli esempi di architettura romanica pugliese. È stata definita come "la regina delle cattedrali di Puglia" e costituisce anche un'apprezzata meta di turismo culturale. La costruzione è stata realizzata utilizzando la pietra calcarea tipica della zona, la pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.

La cattedrale si distingue da ogni altro esempio di architettura romanica pugliese prima di tutto per la sua posizione di immediata vicinanza al mare e per il risultare pienamente leggibile sui fronti esterni da tutti i lati, grazie ad una certa distanza che la separa dagli edifici circostanti; si distingue inoltre per l'imponente transetto coronato da un elaborato cornicione, per l'uso poi dell'arco a sesto acuto nel passaggio situato sotto il campanile, fenomeno non molto diffuso nell'architettura romanica, e per l'insolita presenza di quattro diversi luoghi di culto nella stessa cattedrale, ognuno dotato della propria distinzione e compiutezza architettonica.

Un primo edificio di culto risalente al IV secolo, come evidenziato da recenti scavi archeologici, sarebbe sorto sull'area dove è attualmente ubicata la cattedrale. Successivamente la chiesa di Santa Maria, corrispondente al piano dell'attuale cripta longitudinale posta sotto la navata della basilica superiore, sostituì l'edificio più antico e al suo interno fu scavato un sacello per ospitare le reliquie di san Leucio.

La costruzione dell'attuale cattedrale iniziò nel 1099, nel periodo subito successivo alla santificazione di san Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna.

La consacrazione avvenne nel 1143 prima ancora del completamento. La fase decisiva della costruzione si ebbe presumibilmente tra il 1159 e il 1186 sotto l'impulso del vescovo Bertrando II, mentre verso il 1200 il completamento era da considerarsi raggiunto, eccezione fatta per il campanile. L'elegante torre campanaria, alta circa 58,90 m., fu eretta soltanto in seguito, essenzialmente tra il 1230 e il 1239, ma il completamento si ebbe poco dopo la metà del Trecento mentre era vescovo Giacomo Tura Scottini.

Per secoli la cripta dedicata a san Nicola Pellegrino, ovvero la cripta trasversale o soccorpo di San Nicola, posta esattamente sotto il transetto della basilica superiore, ha custodito insigni reliquie, tra le quali il corpo della martire orientale santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il museo diocesano.

La porta centrale di bronzo è opera di Barisano da Trani e fu realizzata nel 1175: si tratta peraltro di uno dei più interessanti esempi del genere nell'Italia meridionale. La porta originale è esposta all'interno dell'edificio, mentre all'esterno è stata collocata una fedele replica, inaugurata nel 2012.

Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla scenografica cornice offerta dalla maestosità della cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui StingGeorge BensonMassimo RanieriGianni MorandiLucio DallaOrnella VanoniGino PaoliFrancesco De GregoriAngelo BranduardiClaudio BaglioniAntonello VendittiGianna NanniniFiorella MannoiaGigi D'AlessioFrancesco RengaSamuele BersaniVinicio CaposselaLudovico EinaudiMario Biondi, ed altri. Oltre a diverse rappresentazioni teatrali, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di opera.

Il monastero di Santa Maria di Colonna, situato sulla penisoletta di Capo Colonna, è a poco più di un miglio dal centro della città, in un'area un tempo fuori dall'abitato urbano, ma adesso compresa al centro di una florida zona turistico-residenziale. Il monastero benedettino fu fondato insieme all'attigua chiesa tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, dal nobile tranese Goffredo Siniscalco.

La facciata della chiesa è composta secondo schemi tipici dell'architettura romanica, è presente il rosone, il portale è compreso in un protiro con arco lavorato sostenuto da agili colonnine che include un architrave di finissima fattura proveniente da un monumento classico, a coronamento è posta una serie di archetti pensili sulla cuspide.

All'interno della chiesa si conserva il Crocifisso ligneo del XV secolo oltraggiato dai corsari saraceni e un prezioso altare donato dal Gran Duca di Toscana in cambio delle reliquie di Santo Stefano, che qui si veneravano fino al 1684. Notevole è la veduta panoramica di cui si può fruire, salendo al piano superiore, dal quale è possibile osservare la costa antistante il lungomare, sino alla villa comunale con la cattedrale sullo sfondo.

Attualmente il monastero è utilizzato per iniziative culturali, concerti di musica jazz e classica all'interno del chiostro o nel cortile esterno. Il piazzale del monastero è utilizzato, al pari delle piazze della cattedrale e del castello e di altre piazze cittadine, come contenitore ideale per eventi artistici e musicali; ha avuto grande importanza il concerto di Elton John di settembre 2010.

Il castello svevo di Trani fu edificato nel 1233 sotto il regno di Federico II di Svevia; è uno dei più importanti e meglio leggibili tra i castelli federiciani, malgrado alcune trasformazioni che ne hanno in parte modificato l'assetto originario. L'edificio fronteggia il prospetto della cattedrale, ed è posizionato nel tessuto urbano in modo che la considerevole altezza originaria delle torri desse agio al controllo del porto e delle vie d'accesso alla città.

Nello stesso sito era sorta in precedenza una torre del X-XI secolo, di dimensioni non grandi, a pianta quadrilatera e di accurata fattura, con probabili funzioni di vedetta, i cui resti sono stati rinvenuti sotto il piano di pavimentazione dell'attuale ingresso nell'androne orientale. È accertato che nella città di Trani vi fosse già un Castello Antico dell'attuale, di cui tuttavia si ignora l'esatta ubicazione, costruito per iniziativa del Re Normanno Ruggero II e distrutto nel 1137; da questo anno, fino al momento della fondazione dell'attuale castello nel 1233, mancano documenti che forniscano notizie su edifici castellari in Trani, ma è anche provata per tale periodo la presenza in città, e l'interessamento alla stessa, da parte di Federico II.

Nel castello soggiornò spesso il figlio di Federico, Manfredi, che il 2 giugno del 1259 vi sposò in seconde nozze Elena Ducas Comneno, con celebrazioni ricordate nelle cronache per lo sfarzo e la solennità[78].

Nella seconda metà del XIII secolo, sotto il dominio angioino, il castello fu intensamente impiegato in ruoli di grande rilievo; in quel periodo infatti fu un importante centro amministrativo e vivace ambiente per la vita di corte, i membri della famiglia reale vi risiedettero con frequenza e si celebrarono significativi eventi.

Nel castello furono trasferiti i quaderni e gli scritti dei conti dei Maestri Razionali, che raccolti in registri, seguivano la corte regia nei suoi spostamenti; il 16 marzo 1290 il custode dell'archivio delle "rationes" della Curia, Guglielmo de Pontoise, ricevette a Napoli tutti i registri contabili dei vari funzionari delle province, fino ad allora custoditi a Trani. Per un certo periodo nel castello fu custodito anche il tesoro regio, il cui controllo era affidato a Matteo de Riso e al castellano di Trani. L'edificio funse anche da deposito regio per materiale bellico e per beni di valore: ebbe quindi immagazzinato un vasto arsenale a disposizione dell'esercito, di cui sono documentati in modo puntuale le quantità di ferro ed acciaio da forgiare, di lance, balestre e quadrelli, e di uniformi; vi furono inoltre custoditi ingenti volumi di cera e di merci ricercate e preziose come pepe, cannella, zucchero e bombice.

Un'ala del castello era tenuta pronta ad ospitare il sovrano e la sua corte: grazie alle missive inviate da Carlo I, da alcune si apprende che il re avesse la consuetudine di essere ospite del castello -"in cameris castri nostri Trani, in quibus consuevimus hospitari"-, e da altre che provvedeva al denaro necessario per le spese delle sue figlie che lì vi dimoravano. Nel 1268 si tennero nel castello le nozze tra Carlo I d'Angiò e Margherita di Borgogna e nel 1271 quelle di Filippo, secondogenito di Carlo, con Isabella di Villehardouin principessa d'Acaia.

Il castello sotto il dominio spagnolo, regnante Carlo V, subì a partire dal 1533 notevoli trasformazioni, affinché fosse adeguato alle nuove esigenze difensive sorte in seguito all'invenzione della polvere da sparo. A partire dal 1832 subì una serie di lavori per la trasformazione in carcere centrale provinciale, aperto nel 1844, funzione mantenuta fino al 1974. Nel 1976 il Castello fu consegnato alla Soprintendenza ai beni ambientali e artistici della Puglia. È stato sottoposto a lavori di restauro a partire dal 1979 ed è stato aperto al pubblico il 5 giugno 1998.

È stato dichiarato Monumento Nazionale con il R.D. 27 ottobre 1936, n. 2091 (abrogato dal D.P.R. 248/2010). Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Puglia, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.

All'estremità sinistra della villa comunale si accede all'antico fortilizio destinato alla protezione dell'estrema punta orientale del porto: il fortino è un'opera di fortificazione posta a protezione dell'ingresso del porto, sul molo di Sant'Antonio, che prende il nome da un edificio religioso del XII secolo, la chiesa di Sant'Antonio Abate, dal 1478 sconsacrata ed utilizzata come deposito annesso ad un cantiere navale, nel quale il ricco commerciante Simone Caccetta nello stesso 1478 fece costruire una nave di grossa stazza dotata di 160 uomini di equipaggio. Il 20 febbraio 1530 il governatore veneto Giovanni Vetturi in questo luogo ufficializzò la consegna della città al vicario di Carlo VFernando de Alarcon.[81] La struttura della chiesa fu poi inglobata definitivamente nel 1541 all'interno della costruzione difensiva preesistente, a seguito della fortificazione voluta dal Viceré Pietro de Toledo per esigenze difensive della rada del porto. La chiesa e il fortino sono stati oggetto di restauro negli anni '80.

Dalla sommità del fortino è possibile ammirare tutta l'insenatura su cui si affaccia il borgo antico, distinguendo chiaramente la cattedrale e le caratteristiche absidi della chiesa di Ognissanti. Questo punto panoramico è considerato dai suoi abitanti uno dei posti più belli e suggestivi della città.

La torre medievale è l'edificio più alto del centro storico dopo il campanile della Cattedrale. Venne fatta edificare dal Sindaco Spirito de Piczioni, nel 1473, attigua alla chiesa di San Donato. All'interno della torre, di proprietà del Comune, venne collocato un orologio meccanico, uno dei primi nel Regno di Napoli. La base della torre reca lo stemma originario della città. La torre è stata restaurata nel 1931, mentre l'orologio è stato ripristinato dopo anni di incuria solo nel 1994. Oggi la torre non è accessibile al pubblico.


Voto alla città:7
Anno della foto:2013

Luni (Italia)

 


Luni è un comune italiano sparso di 8 089 abitanti della provincia della Spezia in Liguria. La sede comunale è situata nella frazione di Casano. Fino al 20 aprile 2017 il comune era denominato Ortonovo (Ortoneuvo in ligureOrtnò nel dialetto della Lunigiana). Ha il titolo di città.

Confinante con la provincia di Massa-Carrara (comune di Carrara), in Toscana, è il comune ligure più orientale.

Il comune è noto per la presenza sul suo territorio dei resti dell'antica Luna, porto pre-romano, poi fiorentissimo centro commerciale da cui prende il nome il comprensorio storico della Lunigiana.

Il territorio di Luni è ricco di architetture religiose, civili e militari soprattutto di epoca pre-romana e romana.


Voto alla città:6
Anno della foto:2024

Vaiano (Italia)



Vaiano è un comune italiano di 9 889 abitanti della provincia di Prato in Toscana.
Il comune è famoso per le sue aree naturali protette di interesse locale (AMPIL), per le sue ville sparse in tutto il territorio oltre che per le sue architetture religiose, civili e militari.

A Vaiano si svolge annualmente in febbraio il Carnevale Tradizionale, con la sfilata dei carri allegorici allestiti dai volontari. Cinque carri, associati ad altrettante classi delle scuole elementari, ed un carro per le scuole medie sfilano per due pomeriggi ed una serata per le vie del centro. L'ultima sera, da tradizione, viene incendiato il carro del Re Carnevale e proclamato il carro vincitore.

In giugno viene celebrata la Festa della Spolveratura, un mercatino dell'usato ed artigianato per le vie dell'antico borgo Le Fornaci di Sofignano, durante il quale vengono organizzati giochi all'aperto, eventi enogastronomici e visite guidate al frantoio, all'antica fornace ed alla vigna di Galileo Galilei.


Voto alla città:6
Anno della foto:2010

Cantagallo (Italia)

 


Cantagallo è un comune italiano di 3 109 abitanti della provincia di Prato in Toscana. Il comune di Cantagallo, nella Val di Bisenzio, si distende a cavallo di più contrafforti appenninici. Si tratta di un comune sparso in quanto la sede comunale è ubicata nella frazione di Luicciana.

Elemento di immediata identificazione dell'area è senza dubbio la presenza di estese foreste, dominate soprattutto da dense faggete e castagneti, oltre a rimboschimenti di conifere e boschi misti di latifoglie, in cui spiccano alcuni episodi monumentali, come il secolare Faggione di Luogomano, sradicato dal vento nel 2022, la cui chioma copriva una superficie di circa 900 m². La copertura arborea, è interrotta solo raramente da praterie e da arbusteti, residuo di aree anticamente coltivate o destinate al pascolo, ed oggi dominio del cervo, presente con una popolazione nota a livello nazionale sia per la complessità della sua struttura che per la maestosità degli esemplari.

Il comune è famoso per le sue architetture religiose e civili oltre che per le sue aree naturali come la Riserva naturale Acquerino Cantagallo, istituita dalla regione Toscana nel 1998. L'area naturale si sviluppa all'interno delle vaste foreste di faggio e castagno che ricoprono i fianchi delle montagne, a cui si uniscono rimboschimenti di abete rosso, abete bianco, douglasia e pino nero. La fauna della riserva annovera il cervo nobile (che qui ha una delle più importanti popolazioni dell'Appennino settentrionale), il cinghiale, il capriolo, il lupo appenninico, il gatto selvatico, il tasso, la faina, la puzzola, la martora, l'istrice, il falco pecchiaiolo, il gheppio, l'allocco, il picchio rosso maggiore e la salamandrina dagli occhiali.


Voto alla città:6
Anno della foto:2010