Rho (Italia)

 


Rho è un comune italiano di 50 818 abitanti della città metropolitana di Milano in Lombardia.

Rho è caratterizzata da una forte densità di industrie, nonché dal nuovo quartiere fieristico della città di Milano: ospita infatti i nuovi padiglioni espositivi della Fieramilano. Insieme a Milano ha ospitato l'Expo 2015, l'esposizione universale inaugurata il 1º maggio 2015 e conclusasi il 31 ottobre dello stesso anno.

La città di Rho vanta nel suo territorio alcuni edifici di interesse storico. Il più importante è il santuario dell'Addolorata, uno dei maggiori santuari mariani della Lombardia, costruito dopo un miracolo riconosciuto dalla Chiesa cattolica, avvenuto il 24 aprile 1583, consistente in una lacrimazione di sangue da parte di un'effigie della Madonna. A fianco del santuario sorge il Collegio dei Padri Oblati Missionari, fondato dal venerato padre Giorgio Maria Martinelli, dove hanno studiato numerose eminenti figure ecclesiastiche, fra cui il futuro papa Paolo VI.

La prima pietra del Santuario fu collocata da san Carlo Borromeo il 7 marzo 1584, la consacrazione venne fatta dal cardinale Pozzobonelli il 3 aprile 1755. Il disegno è del celebre architetto Pellegrino Tibaldi, il campanile di Giulio Galliori, che ne modificò il progetto originale, la facciata di Leopoldo Pollack. Nelle navate interne si possono ammirare tele ed affreschi di Camillo Procaccini (Bologna 1551 circa-Milano 1625), dei Fiammenghini, del Morazzone e di Raffaele Casnedi da Runo, frazione di Dumenza.

La basilica di San Vittore si erge sullo sfondo dell'omonima piazza nel centro cittadino e venne eretta a partire dal 14 settembre 1834 in luogo della precedente, su disegni degli architetti Gaetano Besia e Giulio Aluisetti. Presenta una facciata in stile neoclassico con pronao composto da un colonnato in ordine ionico, sopra al quale troneggia al centro la statua di San Vittore con ai lati quelle di due angeli annuncianti. Al suo interno contiene opere del Fiammenghino (fine secolo XVI), del Morgari e di Marco d'Oggiono. Gli stendardi conservati nella sacrestia furono realizzati da Francesco Castagnoli premiato con la medaglia d'argento nel 1826.

Secondo alcuni documenti medievali, risulta che nei territori intorno all'attuale via Meda vi sorgesse, fin dal IX secolo, una chiesa dedicata a sant'Ambrogio, ma dato che in realtà non viene menzionato un vero e proprio edificio si potrebbe pensare essi si riferissero semplicemente ad alcuni poderi o beni di proprietà della basilica di Sant'Ambrogio in Milano.

Nei pressi dell'attuale piazza San Vittore, esisteva già prima del XIV secolo una cappella dedicata a san Pietro, demolita probabilmente nel 1577. Ancora nella stessa area risalente al Cinquecento era rintracciabile un battistero di San Giovanni, considerato un'appendice della originaria basilica di San Vittore, entrambi scomparsi. Di nuovo antecedente allo stesso secolo e sempre nelle prossime vicinanze, vi era una chiesa di Santa Maria in Castello, denominazione che dà sostegno alla tesi dell'esistenza di un edificio fortificato medievale nel centro cittadino; essa rimase di proprietà dei Ghisolfi fino al XVII secolo, dopo il quale non si hanno più tracce.

Sempre nel corso del Cinquecento, sorgeva nei pressi dell'Olona, la chiesa di San Martino: nel 1565 il prevosto Giuli però afferma che essa non fu mai consacrata e nemmeno vennero mai svolte funzioni religiose, dunque dato che era posta al di fuori del borgo, poteva essere utilizzata come lazzaretto; fu demolita nel XIX secolo.

In contrada Pasqué sorgevano la chiesa di Santa Maria Assunta in Pasqué e l'adiacente convento dei frati agostiniani (una leggenda popolare narra che nel convento fu ospitato Martin Lutero di passaggio per Roma), del quale alcune tracce sono rimaste su via Marconi, tra cui un affresco dedicato alla Madonna del Latte.

Dietro la basilica di San Vittore si affaccia su piazzale Visconti il municipio, nato come palazzo podestarile e costruito all'inizio del XX secolo sul modello dei palazzi medievali; il progetto è dell'ing. Silvio Giuliani. Vi si conservano diversi dipinti raffiguranti San GervasoSan ProtasoSant'Ambrogio ed altri, nonché le Quattro Glorie di Mauro della Rovere detto "il Fiammenghino" (1640) e quattro bei putti di Daniele Crespi (1590-1639), tutti provenienti dalla demolita chiesa di San Gervaso e Protaso in Milano. Nella sala d'arte si trovano pure alcuni cimeli preziosi del defunto cittadino onorario cardinale Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano, già appartenente alla congregazione degli Oblati Missionari di Rho.

L'Ospedale di Circolo - Monumento ai Caduti per la Patria nacque sulla spinta di una iniziativa benefica sostenuta da numerosi cittadini che donarono somme anche notevoli per costruire un monumento ai caduti della grande guerra ma, raccolta una cifra piuttosto consistente, si decise di impiegare tale fondo nell'ottica dell'edificazione di un ospedale, affinché la sofferenza della guerra portasse a migliori condizioni di vita. Tra i donatori si ricordano Benedetto Banfi, Giulio Tavecchia, Giuseppe Citterio, Paolo Goglio, Virginia Bullani. Il 7 ottobre 1923 venne posta la prima pietra mentre l'inaugurazione della struttura ospedaliera avvenne il 27 ottobre 1929. La necessità di poter disporre di un maggior numero di posti letto e di nuove strutture ricettive dedicate alla degenza determinarono la costruzione degli ampliamenti, rispetto al corpo originario, fra gli anni cinquanta e sessanta. Al comm. Davide Magnaghi si deve l'opera di trasformazione e abbellimento nel 1954 della chiesetta dell'ospedale dedicata a Santa Maria della Pace, i cui dipinti furono realizzati dal pittore Giovanni Garavaglia di Ossona.

Oltre alla costruzione dell'ospedale e sempre a ricordo dei caduti rhodensi nella prima guerra mondiale fu istituito nel 1925, su una adiacente porzione di terreno concessa dai Padri Oblati Missionari, il viale delle Rimembranze, progettato dall'ing. Felice Banfi. Costituito da una lunga distesa alberata a tigli in asse prospettico al santuario dell'Addolorata il viale termina in corrispondenza della fontana del Mosè, la cui statua è una copia identica a quella presente alla fine del percorso delle cappelle al Sacro Monte di Varese.

Il camposanto del capoluogo si trova attualmente in corso Europa 200, lungo l'antico tracciato della strada postale per Gallarate. Qui venne spostato nella seconda metà del XIX secolo dal centro cittadino in una zona allora periferica e in aperta campagna.
Al centro della pianta originale del cimitero ed in asse con l'entrata principale, all'inizio del Novecento, venne eretta la Cappella Gentilizia dei Sacerdoti, contenente le spoglie e le lapidi di prevosti che hanno prestato servizio a Rho dai primi dell'Ottocento in poi (quindi da Luigi Delilla, fino a mons. Marco Agrati e don Gianpaolo Citterio) e coadiutori della parrocchia San Vittore. La cappella è stata restaurata all'inizio del XXI secolo per iniziativa del prevosto don Gianpaolo Citterio e dei familiari di don Franco Gallazzi (qui sepolto).

Nella medesima cappella si trovano anche le lapidi di altri sacerdoti rhodensi e dei caduti della prima guerra mondiale; numerosi preti vengono qui ricordati sebbene le loro spoglie siano conservate altrove.

Nel 1931 il cimitero venne notevolmente ampliato con l'edificazione dei colombari, della casa del custode e della camera ardente. Altri ampliamenti si sono protratti nel tempo, fino ai più consistenti attorno agli anni novanta e duemila, che hanno registrato l'edificazione di ulteriori colombari ed ossari.

Nella zona interrata dei colombari più vecchi è conservata una mummia che è ritenuta essere il corpo dell'arcivescovo Leone da Perego, francescano; il corpo venne quivi trasportato poiché gli veniva tributato un culto non permesso dalla Chiesa.

Villa Burba Cornaggia Medici, meglio conosciuta come Villa Burba, è una delle dimore signorili rhodensi giunta fino ai giorni. Ha una entrata principale su corso Europa, e una secondaria dal parco, alla fine di via Papa Giovanni XXIII. La villa presenta una tipica architettura lombarda risalente al XVII secolo; di particolare rilievo sono gli ornamenti tardo-barocchi, i balconi, i cancelli, le ringhiere in ferro battuto e il salone centrale. Nata come residenza di campagna, dopo una lunga serie di passaggi di proprietà, nel 1873 venne acquisita dalla famiglia Cornaggia Medici. Rimasta in abbandono negli anni successivi il secondo conflitto mondiale passò nel 1966 di proprietà al Comune di Rho che la sottopose ad un lungo processo di restauro. Attualmente è utilizzata come sede della biblioteca e della mostra permanente Passato e presente. All'esterno della villa è presente un parco con essenze pregiate destinato ad utilizzo pubblico. Il parco è piuttosto ampio, caratterizzato dalla presenza di percorsi in ghiaia. Qua e là nel parco è possibile vedere statue e busti di donne, soprattutto nei pressi dell'entrata secondaria, dove sono collocate le zone gioco per bambini. Nel parco sono inoltre presenti un piccolo laghetto e una vasca-fontana rettangolare con fondale in sassi. La fontana, circondata da una struttura di panchine in granito, offre un clima di tranquillità ed è spesso usata come luogo di ritrovo da giovani e anziani.

Alle architetture fin qui descritte vanno ad aggiungersi diversi edifici di archeologia industriale, tra i quali l'ex corpo di fabbrica del cotonificio Muggiani, nonché la sede originaria della Citterio, azienda produttrice di salumi, ricoperta da vite canadese.

Nonostante l'ingresso ricada nel territorio comunale di Arese, la città di Rho ospita sulle proprie aree di competenza amministrativa la superficie espositiva del Museo storico Alfa Romeo, situato a sud-ovest dell'ex Centro Direzionale Alfa Romeo, opera degli architetti Vito e Gustavo Latis.

La porzione di aree agricole prospicienti il corso del fiume Olona nei pressi della località Castellazzo costituiscono nell'ambito di un progetto di valorizzazione e salvaguardia ambientale il Parco del Basso Olona istituito nel 2010 come corridoio verde di interesse sovracomunale in stretta continuità con il parco del Roccolo e il parco dei Mulini.


Voto alla città:6
Anno della foto:2015

Pero (Italia)

 


Pero è un comune italiano di 11 681 abitanti della città metropolitana di Milano, in Lombardia, situato tra il capoluogo e Rho; sito lungo la statale del Sempione, è attraversato dal fiume Olona.

Pero nel XVIII secolo era incluso nella Pieve di Trenno, mentre Cerchiate era stato oggetto di una modernizzazione barocca che l’aveva sottoposta alla Pieve di Rho.

Il tempio più antico storicamente menzionato è quello di Cerchiate, già nel 1148 si parla di una chiesetta di proprietà delle Monache Benedettine del Monastero di San Maurizio in Milano (attuale Monastero Maggiore)

Nel XIV secolo, sempre nella frazione, è testimoniata la presenza di una chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo sempre di proprietà del Monastero Maggiore, che donò poi nel 1956 i terreni per la costruzione della nuova chiesa, con la medesima intitolazione, conseguenza della demolizione della vecchia, per la sistemazione di piazza Roma.

Il 1553 è l'anno in cui viene testimoniata a Pero la presenza di una Chiesa di Santa Elisabetta: situata sul Sempione all'incrocio con l'attuale via Figino, venne elevata a Parrocchia nel 1581, per poi essere demolita alla fine degli anni '60, a causa della costruzione dell'attuale chiesa della Visitazione di Maria a Elisabetta, in piazza Visitazione.

In epoca medievale il Monastero Maggiore vanta a Cerchiate, la proprietà di un mulino con torchio ed un cascinale, dei quali alcune parti sono ancora presenti in piazza Roma, al centro della frazione.

A Pero le uniche testimonianze di edifici rilevanti sono le cascine, di cui la più antica era certamente quella che sorgeva lungo la via Via Mediolanum-Verbannus e che ha dato il nome al comune (Cassina del Pero); di essa però non rimane alcuna traccia. Delle altre rimangono soltanto la Cascina del Bosco situata tra la cava e l'autostrada A4, la Cascina Bergamina e la Cascina Pioltina, queste ultime entrambe nella zona industriale.

L'unica villa di cui si ha documentazione storica è quella di un certo Conte Keller: era situata sempre nell'attuale zona industriale e di essa non rimane alcuna traccia materiale.

Da ricordare è certamente il Molino Dorino, che ha dato il nome alla stazione della metropolitana sulla linea 1, ancora presente sul confine con il comune di Milano, visibile tra la vegetazione lungo la tangenzialina Pero-Settimo.


Voto alla città:5
Anno della foto:2015

Castelnuovo Magra (Italia)

 


Castelnuovo Magra è un comune italiano di 8 254 abitanti della provincia della Spezia in Liguria.
Il comune è ricco di architetture religiose, civili e militari in particolare il Castello di Castelnuovo Magra. La costruzione del palazzo-castello, svettante sul borgo, fu voluto dal vescovo di Luni Enrico da Fucecchio verso la fine del XIII secolo. Già residenza nobiliare vescovile fu nel XV secolo e ancora nel XVI secolo convertito all'uso militare-difensivo dalle successive proprietà fiorentine e in seguito genovesi.
Sul territorio si trovano numerose cascate e tra le più visitate vi è quella denominata del Traaton, una cascata percorribile tramite il sentiero Castelnuovo-Molino Soprano.
Per Castelnuovo passa la Via Francigena, sentiero che inizia da Canterbury e finisce a Santa Maria di Leuca, molto percorso nell'antichità dai pellegrini.

Voto alla città:7
Anno della foto:2024

Visp (Svizzera)

 


Visp è un comune svizzero di 7 726 abitanti del Canton Vallese, nel distretto di Visp del quale è capoluogo.
Visp si trova nella Valle della Vispa presso la confluenza della Vispa nel Rodanonel 1972 ha inglobato il comune soppresso di Eyholz.
Visp è famosa per la Chiesa parrocchiale cattolica di San Martino, attestata dal XIII secolo e ricostruita nel 1650-1655 e nel 1953.
Visp è servito dall'omonima stazione, sulle linee ferroviarie Losanna-Briga e Briga-Visp-Zermatt.
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.

Voto alla città:6
Anno della foto:2014

Trani (Italia)

 


Trani è un comune italiano di 54 806 abitanti, capoluogo, insieme a Barletta e Andria, della provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia, si affaccia sul Mare Adriatico.

Nel corso del medioevo fu un rilevante centro urbano e scalo commerciale sull'Adriatico; si pensa vi sia stato promulgato il primo codice marittimo del mondo occidentale, gli Ordinamenta et consuetudo maris, nel 1063.

È sede di tribunale e di sezione di Archivio di Stato. Trani è stata sede della Regia Udienza provinciale per più di due secoli, dal 1586 al 1806, con funzioni di capoluogo e di principale centro amministrativo e giudiziario per l'antica provincia di Terra di Bari; successivamente divenne sede della Corte d'Appello delle Puglie.

La produzione economica è variegata: oltre all'estrazione e lavorazione dalle sue cave della pietra di Trani, vi è l'industria di calzature, abbigliamento, metalmeccanica e del legno; vi si produce il Moscato di Trani. Sono sviluppati il settore terziario e il turismo, sia culturale che balneare. Trani è riconosciuta tra le città d'arte della Puglia, grazie alla rilevanza storica e artistica del borgo antico e di monumenti quali la cattedrale romanica e il castello svevo.

Trani si fregia del titolo di città d'arte e vanta un ampio patrimonio artistico e architettonico, testimonianza della particolare prosperità goduta nel corso del tempo: oltre alla celebre cattedrale sul mare e al castello svevo, la città è ricca di chiese e monasteri, oltre che di palazzi storici. Tra le chiese romaniche sono da mettere in evidenza per rilevanza artistica la chiesa di Ognissanti anche detta dei Templari, le chiese di San Francescodi Sant'Andrea e di San Giacomo.

Nel tessuto urbano del borgo antico il materiale predominante è la pietra di Trani; sono diffusi per il borgo, ancora presenti e ben leggibili, numerosi elementi architettonici legati al periodo medievale: a questi appartengono i caratteristici archi ogivali di logge al pianterreno in antico utilizzate a scopo commerciale, con il passare del tempo chiuse ed annesse ai locali di abitazione; i passaggi tra i vicoli coperti con volta a botte, sui cui fronti si impostano archi di accurata fattura; sui prospetti delle abitazioni si riconoscono paramenti murari tipicamente medievali e su questi vi sono ancora, libere o tamponate, aperture di porte e finestre con arco a pieno centro, ad arco ogivale e talvolta parti di loggette.

Le chiese di Trani si presentano per la maggior parte in stile romanicoin primis la cattedrale medievale. In tutto tra sconsacrate, demolite ed ancora esistenti se ne sono contate più di cento. Inoltre la città vantava la presenza di quattro sinagoghe di cui due sono andate perdute e le altre due ancora esistenti sono state riconvertite in chiese.

La cattedrale di Trani, la cui basilica superiore è intitolata a santa Maria Assunta, è la costruzione più prestigiosa della città pugliese.

È uno dei più rappresentativi e pregevoli esempi di architettura romanica pugliese. È stata definita come "la regina delle cattedrali di Puglia" e costituisce anche un'apprezzata meta di turismo culturale. La costruzione è stata realizzata utilizzando la pietra calcarea tipica della zona, la pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.

La cattedrale si distingue da ogni altro esempio di architettura romanica pugliese prima di tutto per la sua posizione di immediata vicinanza al mare e per il risultare pienamente leggibile sui fronti esterni da tutti i lati, grazie ad una certa distanza che la separa dagli edifici circostanti; si distingue inoltre per l'imponente transetto coronato da un elaborato cornicione, per l'uso poi dell'arco a sesto acuto nel passaggio situato sotto il campanile, fenomeno non molto diffuso nell'architettura romanica, e per l'insolita presenza di quattro diversi luoghi di culto nella stessa cattedrale, ognuno dotato della propria distinzione e compiutezza architettonica.

Un primo edificio di culto risalente al IV secolo, come evidenziato da recenti scavi archeologici, sarebbe sorto sull'area dove è attualmente ubicata la cattedrale. Successivamente la chiesa di Santa Maria, corrispondente al piano dell'attuale cripta longitudinale posta sotto la navata della basilica superiore, sostituì l'edificio più antico e al suo interno fu scavato un sacello per ospitare le reliquie di san Leucio.

La costruzione dell'attuale cattedrale iniziò nel 1099, nel periodo subito successivo alla santificazione di san Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna.

La consacrazione avvenne nel 1143 prima ancora del completamento. La fase decisiva della costruzione si ebbe presumibilmente tra il 1159 e il 1186 sotto l'impulso del vescovo Bertrando II, mentre verso il 1200 il completamento era da considerarsi raggiunto, eccezione fatta per il campanile. L'elegante torre campanaria, alta circa 58,90 m., fu eretta soltanto in seguito, essenzialmente tra il 1230 e il 1239, ma il completamento si ebbe poco dopo la metà del Trecento mentre era vescovo Giacomo Tura Scottini.

Per secoli la cripta dedicata a san Nicola Pellegrino, ovvero la cripta trasversale o soccorpo di San Nicola, posta esattamente sotto il transetto della basilica superiore, ha custodito insigni reliquie, tra le quali il corpo della martire orientale santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il museo diocesano.

La porta centrale di bronzo è opera di Barisano da Trani e fu realizzata nel 1175: si tratta peraltro di uno dei più interessanti esempi del genere nell'Italia meridionale. La porta originale è esposta all'interno dell'edificio, mentre all'esterno è stata collocata una fedele replica, inaugurata nel 2012.

Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla scenografica cornice offerta dalla maestosità della cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui StingGeorge BensonMassimo RanieriGianni MorandiLucio DallaOrnella VanoniGino PaoliFrancesco De GregoriAngelo BranduardiClaudio BaglioniAntonello VendittiGianna NanniniFiorella MannoiaGigi D'AlessioFrancesco RengaSamuele BersaniVinicio CaposselaLudovico EinaudiMario Biondi, ed altri. Oltre a diverse rappresentazioni teatrali, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di opera.

Il monastero di Santa Maria di Colonna, situato sulla penisoletta di Capo Colonna, è a poco più di un miglio dal centro della città, in un'area un tempo fuori dall'abitato urbano, ma adesso compresa al centro di una florida zona turistico-residenziale. Il monastero benedettino fu fondato insieme all'attigua chiesa tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, dal nobile tranese Goffredo Siniscalco.

La facciata della chiesa è composta secondo schemi tipici dell'architettura romanica, è presente il rosone, il portale è compreso in un protiro con arco lavorato sostenuto da agili colonnine che include un architrave di finissima fattura proveniente da un monumento classico, a coronamento è posta una serie di archetti pensili sulla cuspide.

All'interno della chiesa si conserva il Crocifisso ligneo del XV secolo oltraggiato dai corsari saraceni e un prezioso altare donato dal Gran Duca di Toscana in cambio delle reliquie di Santo Stefano, che qui si veneravano fino al 1684. Notevole è la veduta panoramica di cui si può fruire, salendo al piano superiore, dal quale è possibile osservare la costa antistante il lungomare, sino alla villa comunale con la cattedrale sullo sfondo.

Attualmente il monastero è utilizzato per iniziative culturali, concerti di musica jazz e classica all'interno del chiostro o nel cortile esterno. Il piazzale del monastero è utilizzato, al pari delle piazze della cattedrale e del castello e di altre piazze cittadine, come contenitore ideale per eventi artistici e musicali; ha avuto grande importanza il concerto di Elton John di settembre 2010.

Il castello svevo di Trani fu edificato nel 1233 sotto il regno di Federico II di Svevia; è uno dei più importanti e meglio leggibili tra i castelli federiciani, malgrado alcune trasformazioni che ne hanno in parte modificato l'assetto originario. L'edificio fronteggia il prospetto della cattedrale, ed è posizionato nel tessuto urbano in modo che la considerevole altezza originaria delle torri desse agio al controllo del porto e delle vie d'accesso alla città.

Nello stesso sito era sorta in precedenza una torre del X-XI secolo, di dimensioni non grandi, a pianta quadrilatera e di accurata fattura, con probabili funzioni di vedetta, i cui resti sono stati rinvenuti sotto il piano di pavimentazione dell'attuale ingresso nell'androne orientale. È accertato che nella città di Trani vi fosse già un Castello Antico dell'attuale, di cui tuttavia si ignora l'esatta ubicazione, costruito per iniziativa del Re Normanno Ruggero II e distrutto nel 1137; da questo anno, fino al momento della fondazione dell'attuale castello nel 1233, mancano documenti che forniscano notizie su edifici castellari in Trani, ma è anche provata per tale periodo la presenza in città, e l'interessamento alla stessa, da parte di Federico II.

Nel castello soggiornò spesso il figlio di Federico, Manfredi, che il 2 giugno del 1259 vi sposò in seconde nozze Elena Ducas Comneno, con celebrazioni ricordate nelle cronache per lo sfarzo e la solennità[78].

Nella seconda metà del XIII secolo, sotto il dominio angioino, il castello fu intensamente impiegato in ruoli di grande rilievo; in quel periodo infatti fu un importante centro amministrativo e vivace ambiente per la vita di corte, i membri della famiglia reale vi risiedettero con frequenza e si celebrarono significativi eventi.

Nel castello furono trasferiti i quaderni e gli scritti dei conti dei Maestri Razionali, che raccolti in registri, seguivano la corte regia nei suoi spostamenti; il 16 marzo 1290 il custode dell'archivio delle "rationes" della Curia, Guglielmo de Pontoise, ricevette a Napoli tutti i registri contabili dei vari funzionari delle province, fino ad allora custoditi a Trani. Per un certo periodo nel castello fu custodito anche il tesoro regio, il cui controllo era affidato a Matteo de Riso e al castellano di Trani. L'edificio funse anche da deposito regio per materiale bellico e per beni di valore: ebbe quindi immagazzinato un vasto arsenale a disposizione dell'esercito, di cui sono documentati in modo puntuale le quantità di ferro ed acciaio da forgiare, di lance, balestre e quadrelli, e di uniformi; vi furono inoltre custoditi ingenti volumi di cera e di merci ricercate e preziose come pepe, cannella, zucchero e bombice.

Un'ala del castello era tenuta pronta ad ospitare il sovrano e la sua corte: grazie alle missive inviate da Carlo I, da alcune si apprende che il re avesse la consuetudine di essere ospite del castello -"in cameris castri nostri Trani, in quibus consuevimus hospitari"-, e da altre che provvedeva al denaro necessario per le spese delle sue figlie che lì vi dimoravano. Nel 1268 si tennero nel castello le nozze tra Carlo I d'Angiò e Margherita di Borgogna e nel 1271 quelle di Filippo, secondogenito di Carlo, con Isabella di Villehardouin principessa d'Acaia.

Il castello sotto il dominio spagnolo, regnante Carlo V, subì a partire dal 1533 notevoli trasformazioni, affinché fosse adeguato alle nuove esigenze difensive sorte in seguito all'invenzione della polvere da sparo. A partire dal 1832 subì una serie di lavori per la trasformazione in carcere centrale provinciale, aperto nel 1844, funzione mantenuta fino al 1974. Nel 1976 il Castello fu consegnato alla Soprintendenza ai beni ambientali e artistici della Puglia. È stato sottoposto a lavori di restauro a partire dal 1979 ed è stato aperto al pubblico il 5 giugno 1998.

È stato dichiarato Monumento Nazionale con il R.D. 27 ottobre 1936, n. 2091 (abrogato dal D.P.R. 248/2010). Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Puglia, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.

All'estremità sinistra della villa comunale si accede all'antico fortilizio destinato alla protezione dell'estrema punta orientale del porto: il fortino è un'opera di fortificazione posta a protezione dell'ingresso del porto, sul molo di Sant'Antonio, che prende il nome da un edificio religioso del XII secolo, la chiesa di Sant'Antonio Abate, dal 1478 sconsacrata ed utilizzata come deposito annesso ad un cantiere navale, nel quale il ricco commerciante Simone Caccetta nello stesso 1478 fece costruire una nave di grossa stazza dotata di 160 uomini di equipaggio. Il 20 febbraio 1530 il governatore veneto Giovanni Vetturi in questo luogo ufficializzò la consegna della città al vicario di Carlo VFernando de Alarcon.[81] La struttura della chiesa fu poi inglobata definitivamente nel 1541 all'interno della costruzione difensiva preesistente, a seguito della fortificazione voluta dal Viceré Pietro de Toledo per esigenze difensive della rada del porto. La chiesa e il fortino sono stati oggetto di restauro negli anni '80.

Dalla sommità del fortino è possibile ammirare tutta l'insenatura su cui si affaccia il borgo antico, distinguendo chiaramente la cattedrale e le caratteristiche absidi della chiesa di Ognissanti. Questo punto panoramico è considerato dai suoi abitanti uno dei posti più belli e suggestivi della città.

La torre medievale è l'edificio più alto del centro storico dopo il campanile della Cattedrale. Venne fatta edificare dal Sindaco Spirito de Piczioni, nel 1473, attigua alla chiesa di San Donato. All'interno della torre, di proprietà del Comune, venne collocato un orologio meccanico, uno dei primi nel Regno di Napoli. La base della torre reca lo stemma originario della città. La torre è stata restaurata nel 1931, mentre l'orologio è stato ripristinato dopo anni di incuria solo nel 1994. Oggi la torre non è accessibile al pubblico.


Voto alla città:7
Anno della foto:2013

Luni (Italia)

 


Luni è un comune italiano sparso di 8 089 abitanti della provincia della Spezia in Liguria. La sede comunale è situata nella frazione di Casano. Fino al 20 aprile 2017 il comune era denominato Ortonovo (Ortoneuvo in ligureOrtnò nel dialetto della Lunigiana). Ha il titolo di città.

Confinante con la provincia di Massa-Carrara (comune di Carrara), in Toscana, è il comune ligure più orientale.

Il comune è noto per la presenza sul suo territorio dei resti dell'antica Luna, porto pre-romano, poi fiorentissimo centro commerciale da cui prende il nome il comprensorio storico della Lunigiana.

Il territorio di Luni è ricco di architetture religiose, civili e militari soprattutto di epoca pre-romana e romana.


Voto alla città:6
Anno della foto:2024