Buti (Italia)



Buti è un comune italiano di 5 670 abitanti della provincia di Pisa.
Sita nel nucleo più antico del paese, la villa Medicea sorse per volere dei Medici nel secolo XVI sulle rovine di una preesistente fortezza edificata nel secolo XI; al di sotto della sopraelevazione cinquecentesca delle mura di cinta si scorge ancora la fortificazione medievale. Quella che divenne la Villa Medicea era inizialmente costituita da una torre e da un'abitazione dei capitani fiorentini; nel secolo XVII l'edificio venne ampliato dall'amministratore della fattoria medicea di Cascine, Pier Maria di Domenico Petracchi, e nel secolo successivo fu ceduto ad un acquirente, Giovanni Maria Berti. All'epoca, la villa constava, oltre che dell'edificio residenziale, di un orto, una chiesa, le scuderie ed un giardino. Fino alla fine del Settecento la villa mantenne le caratteristiche di villa padronale, preposta cioè all'amministrazione delle attività agricole. Dopo il passaggio ad un nuovo proprietario, Santi Banti, nella seconda metà del secolo XVIII, essa divenne, con il nome di “Villa Delizia”, una vera e propria abitazione di lusso: sono di questo periodo i famosi affreschi del Giarrè, artista che lavorò anche alla Certosa di Calci. La villa si sviluppa su tre piani ed una cantina nel piano interrato; sia il pian terreno che il piano nobile si articolano attorno ad un salone centrale sul quale si aprono diverse stanze riccamente affrescate. La soffitta, utilizzata un tempo per l'essiccazione di cereali e frutti, è scandita da tre arcate.
Il giardino della villa si estende su tre terrazzamenti che corrispondono ai livelli della cantina, del primo e del secondo piano ed è ornato da fontane, statue ed aiuole. Nei pressi della villa esisteva un passaggio segreto che dovette servire a nascondere o a permettere la fuga delle personalità dell'epoca in caso di pericolo; tale passaggio è costituito da una grotta naturale che oggi non è più accessibile.
Qui sono state girate alcune scene del film N (Io e Napoleone) vincitore del premio Strega nel 2000 e diretto Paolo Virzì con protagonisti del calibro di Monica Bellucci, Daniel Autiel, Elio Germano e Valerio Mastandrea.
La borgata di Panicale è situata sulle sponde del Rio Magno, percorrendo la strada che da Buti sale al Monte Serra. Nel paese, che conserva tracce evidenti della planimetria originaria, sono tuttora presenti gli antichi frantoi e i mulini ad acqua che caratterizzavano il piccolo abitato. Essi vennero costruiti in pietra verrucana; si vedono ancora le ruote che azionavano le mole, i canali che convogliavano l'acqua del torrente ed anche le arcate di accesso ai cortili.
Castel Tonini è la fortificazione che domina e proteggeva l'antico borgo di Buti, situato sulla riva destra del Rio Magno; è ancora presente la porta di accesso al paese, benché le mura che cingevano il nucleo storico siano oggi scomparse. Il castello ha subito un importante restauro nei primi del Novecento quando sulla sua mole alta e massiccia, che conserva le caratteristiche dei fortilizi medievali, si sono stagliate eleganti bifore in stile gotico, traccia dell'ambizione estetica del committente. L'edificio, pur ben conservato, è di proprietà pubblica ma è a tutt'oggi impraticabile. Il borgo antico, che si sviluppa alle spalle di Castel Tonini, mantiene ancora numerose strade ed edifici che riportano all'antica atmosfera medievale, nonostante le inevitabili modifiche e ristrutturazioni subite nel corso del tempo.
Se da Buti si percorre la strada che conduce a Vicopisano, dopo un chilometro circa si incontra l'antico borgo fortificato di Castel di Nocco. Il castello prende il suo nome da Nocco Bonfigli, che nel secolo XIV si distinse nella difesa del piccolo borgo e venne edificato forse per sostituirsi alle due rocche che nel Medioevo controllavano la strada che collegava Buti a Vicopisano; Castel di Nocco faceva infatti parte di un più ampio sistema difensivo del territorio: era allineato a levante col castello di Sant'Agata, a ponente con la fortificazione situata alle pendici del Monte Roccali. Di tale fortificazione si vedono oggi solo resti costituiti da cumuli di pietre squadrate. Il paese ha mantenuto le caratteristiche di borgo medievale, anche se delle mura di cinta rimangono solo i sottostanti terrapieni in pietra, che mostrano la planimetria longitudinale dell'antico castello. Tra le rovine della sua chiesa medievale, intitolata a San Michele Arcangelo, fu rinvenuta nel secolo XIX una lapide con la scritta Ara Cerasi, che fece supporre la presenza in antico di un tempio di Cerere, dea romana delle messi. Dell'antico edificio religioso sono ancora visibili i muri perimetrali in pietra che racchiudono gli altari laterali in pietra serena e la zona del presbiterio.
Ubicato sulla cima del Monte d'Oro, è raggiungibile da un sentiero che parte dal paese di Castel di Nocco. La fortificazione, secondo alcuni di chiara origine longobarda, fu probabilmente distrutta nel secolo XII, durante le guerre fra Pisa e Lucca, ma si vedono ancora le rampe di accesso, sia sul lato a settentrione che su quello a sud, e il basamento delle due torri, delle quali una era probabilmente una torre-vedetta. La superficie interna del castello, a planimetria irregolare, è ormai occupata dagli ulivi, mentre ancora ben visibili sono le mura di cinta, costituite da un muraglione-terrapieno su cui in alcuni punti, nella parte sud-est della muratura, è conservato il cammino di ronda.
L'Area protetta, istituita dall'autorità comunale di Buti nel 1997, è dal 1999 nell'elenco delle Aree Protette Regionali. Si estende per 124 ettari alle pendici orientali del Monte Pisano, delimitata a nord dal Monte Cucco e a sud dal rio Tanali. L'A.N.P.I.L. è stata istituita appositamente a tutela del biotipo di stazione relitta del Pino laricio, una sottospecie del Pinus nigra che nell'area del Mediterraneo è presente solo in alcune zone quali i Monti Pisani, la Calabria e la Corsica.
Gli esemplari di pino laricio crescono attorniati da una vegetazione costituita prevalentemente dal pino marittimo, dal castagno, dalla quercia, dall'alloro, dall'acacia e dal sorbo e tutta l'area riveste particolare importanza dal punto di vista botanico e naturalistico.
Nell'area esiste un'antica cava di ardesia un tempo utilizzata per le coperture dei tetti, un bosco di pregio naturalistico e aree umide dove quasi certamente nidifica il merlo acquaiolo; è inoltre ipotizzata la presenza di varie specie di anfibi quali la salamandra pezzata, che rappresenta un interessante campione della fauna erpetologica.
L'ex Area naturale protetta di interesse locale Serra Bassa, oggi Riserva naturale provinciale Monte Serra di Sotto, si estende per 400 ettari sul versante sud-orientale dei Monti Pisani e a nord-ovest del centro abitato di Buti, e comprende il versante orientale del Monte Cimone e quello occidentale del Monte Passatoio.
La presenza di una vasta area boschiva ha consentito lo sviluppo di alcune specie di funghi quali il Calocybe leucocephala o la Russula chloroides.
Le estese pinete di pino marittimo e boschi di sclerofille sempreverdi e caducifoglie, i castagneti e le conifere costituiscono l'affascinante paesaggio dell'area; da ricordare è inoltre la presenza della Listera ovata, della Anacamptis laxiflora e, tra le piante crittogame, della Spagnum; tra le piante vascolari, di grande interesse sono le Drosere, tra cui la Rhynchospora alba.
Dal punto di vista faunistico è qui presente una diversificata gamma di specie: la lucertola muraiola, la natrice dal collare, il colubro d'Esculapio, il biacco, le salamandre. Tra i mammiferi si contano il quercino e il moscardino, ma anche l'istrice, l'arvicola ed il pipistrello nano. Infine l'avifauna annovera tra le specie della zona il gheppio, il passero solitario e la tottavilla.

Voto alla città:7
Anno della foto:2015

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