Monteleone D'Orvieto (Italia)

 


Monteleone d'Orvieto è un comune italiano di 1 362 abitanti della provincia di Terni in Umbria.

Il centro storico di Monteleone d'orvieto ha una pavimentazione nelle vie costituita di sampietrini e nelle piazze vi sono basole di basalto, materiale quest'ultimo ripreso dalla pavimentazione del secondo dopoguerra, che andò a sostituire le vecchie basole di fine Ottocento, friabili e deteriorate.

Le abitazioni sono collocate lungo la via principale centrale, chiamata fino ai primi del Novecento Via Dritta, oggi Corso Vittorio Emanuele II e la parallela Via Torta oggi Via Mazzini . Le altre strade del centro storico sono le panoramiche: Via Uscidietro e Via degli Orti, che guardano il Monte Arale e Montegabbione, mentre Via della Ripa ha come sfondo il versante della Val di Chiana ed il monte Monte Cetona.

Entrati dalla "Porta nord", porta principale di accesso al paese, si può subito ammirare "Piazza Garibaldi": sotto il suo pavimento vi è la "cisterna medievale", che rappresentava una sicura scorta d'acqua per il castello. La cisterna è ancora esistente, ma tra gli anni cinquanta e sessanta l'antico pozzo è stato rimosso.

Anticamente in piazza Garibaldi vi erano anche due Chiese oggi distrutte; la "Chiesa della Madonna della Torre", così chiamata per il campanile posto sulla torre sopra la porta nord: tale edificio di culto apparteneva al comune. La demolizione avvenne nei primi anni dell'Ottocento per motivi legati alla sicurezza essendo la chiesa pericolante.

Sempre in piazza Garibaldi si poteva trovare anche una seconda chiesa quella di San Giovanni Decollato, dove aveva sede la Confraternita più antica di Monteleone: quella della morte; l'edificio religioso fu distrutto quando tale Confraternita decise di trasferire la sede nella "Chiesa di San Antonio".

Un tempo nella piazzetta vi era anche uno dei forni del castello.

Lungo il corso, nell'antica "Via dritta", a sinistra si trova la Chiesa della SS.ma Annunziata, con la sua facciata risalente al 1779 e ristrutturata nel 2004; al suo interno è conservata la statua della Madonna Assunta; anticamente era anche la sede dell'omonima Confraternita, poi trasformata in oratorio della Confraternita del SS.mo Sacramento.

Attigua alla chiesa si trova la casa del Cappellano, sede per molti anni del Presepe Vivente, recentemente riacquisita alla Parrocchia.

Proseguendo lungo il corso, a destra vi è la casa che dette i natali al compositore e direttore d'orchestra Attilio Parelli: una lapide in suo ricordo rammenta questa geniale personalità.

Poco più avanti, sempre a destra, si può ammirare la Chiesa parrocchiale, centro della vita del castello sin dai primi anni della sua esistenza. Aveva - un tempo molto lontano - portici di fronte e di lato: la testimonianza di ciò è facilmente rinvenibile ancora oggi nel muro a nord. Accanto sorgeva anche il cimitero.

Quando venne costruito l'edificio di culto aveva una sola navata e quattro cappelle; dietro l'altare principale vi era anche un coro. Durante i secoli la chiesa ha conosciuto ampliamenti e varie modificazioni; tra il 1815 ed il 1821 vennero costruiti la facciata ed il campanile in laterizi provenienti dalle fornaci che all'epoca erano fiorenti a Monteleone.

Le campane sono quattro: a nord vi è il “Campanone”, la campana maggiore, dal forte timbro armonico ed un tono maestoso.

Le cappelle laterali sono state tolte e la chiesa oggi ha tre navate.

La pala d'altare appartiene alla scuola del Perugino e rappresenta la Madonna con il Bambino, con ai lati gli Apostoli San Pietro e San Paolo.

Oggi al posto del coro vi è l'abside e ancor sotto si trova la cripta del corpo di San Teodoro Martire, decorata negli anni trenta dal prof. Guglielmo Ascanio.

Negli anni cinquanta la chiesa assunse l'aspetto definitivo che ha ancora oggi: fu innalzata, vennero aperte delle finestre in alto per una migliore illuminazione e venne interamente decorata; più recentemente è stata realizzata la nuova pavimentazione.

A sinistra dell'altare maggiore si trova l'altare dedicato all'Annunciazione ed a destra trova posto la cappella del Sacro Cuore, realizzata dai monteleonesi per celebrare la fine della seconda guerra mondiale.

Proseguendo nella passeggiata lungo il corso, a pochi metri sulla sinistra vi è Piazza Cavour, con il caratteristico “Pozzo”, un'antica cisterna a servizio della comunità; si tratta di una costruzione del XIX secolo in laterizi - a copertura di un altro deposito d'acqua medievale - ancor più antica.

Il pozzo è stato ricostruito negli anni ottanta su disegni originali: la grata, il braccio della carrucola e le pietre della base e bordatura sono autentiche.

Appena si lasciata piazza Cavour si trova subito Piazza Pietro Bilancini, la principale del paese, fino ai primi anni del Novecento denominata Piazza dell'Orologio e successivamente Piazza Umberto I; solo nel 1956 prende l'attuale denominazione in ricordo del poeta e critico letterario monteleonese Pietro Bilancini (1864 – 1895), che nella Piazza ha la sua casa natale in cui, anche in questo caso, è apposta la lapide in suo ricordo.

Nella parte alta della piazza vi è la Chiesa di sant'Antonio di Padova, oratorio della Confraternita della Morte: la facciata è del 1700. A nord si trova la torre dell'orologio, costruita nel 1888 su progetto di Filidio Lemmi, ed in fondo alla piazza vi sono i locali della Parrocchia e la Biblioteca Comunale.

La piazza è sostenuta da un robusto muro che la separa dalla strada del Sassone, che parte dal paese, attraversa l'antica porta Sud e scende verso la campagna; sopra la muraglia, tra i palazzi, si può ammirare il panorama della Valdichiana Romana.

Ancor più avanti si trova Piazza del Municipio, con l'edificio comunale anticamente sede della Congregazione di Carità; nello stesso palazzo erano collocate le scuole.

Nella stessa piazza, di fronte al Municipio, vi è il Teatro comunale dei Rustici”, e alle sue spalle, si possono ammirare i resti delle antiche mura; dalla parte opposta, si giunge alla Via del Muro dove si trovano anche qui vecchie mura ed un ampio panorama sulla vallata del Chiani.

Dal teatro, proseguendo attraverso un'antica via dove è posto un vecchio forno della Comunità rimasto fino ai nostri giorni, si giunge alla Piazza del Torrione, così denominata perché è delimitata da un muraglione costruito alla fine dell'Ottocento a sostegno del terreno scosceso sopra al quale anticamente esistevano le mura del castello.

Tale piazza, che chiude l'estremo lato sud del paese, è una terrazza che si affaccia su un amplissimo panorama che spazia dalla montagna di Cetona a Monte Arale, scoprendo tutta la vallata del Chiani fino al monte Amiata ed ai monti Cimini, quindi le dolci colline umbre fino al monte Peglia, punteggiate da antichi borghi: a Sud Fabro, mentre tra gli ulivi, stretto da due alti cipressi si scorge un tabernacolo, è il Crocifisso posto all'incrocio dove la strada del Sassone si divide a destra verso la località detta San Biagio e a sinistra verso quella denominata Pineto; in entrambi i luoghi anticamente esistevano due chiese di campagna di cui oggi non resta più traccia.

Verso est, vi è l'abitato di Montegabbione e vicino, circondato da alti cipressi il cimitero, costruito nella seconda metà dell'Ottocento, anch'esso con mattoni cotti nelle fornaci locali; ancor più vicino, sopra un aspro burrone, si può ammirare Castel Brandetto, oggi un elegante casale, ma, come attestano i documenti, antichissimo fortilizio di proprietà dei Conti di Marsciano, fondato prima dello stesso Monteleone e distrutto dai Monaldeschi nel 1350, per ritorsione contro il conte Bulgaro, appartenente ad una famiglia collaterale dei Bulgarelli.

Al Torrione, ammirando il dolce panorama, che ricorda gli ampi paesaggi dei dipinti del Perugino ci si può sedere e concedere un momento di riposo e di meditazione.

Monteleone ricade nel parco dello S.T.I.N.A. L'acronimo sta per sistema territoriale di interesse naturalistico del Monte Peglia e Selva di Meana; il parco, istituito nel 2000, interessa l'area alto-collinare e montana di cui Monteleone d'Orvieto è parte integrante, insieme ai comuni di Allerona, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montegabbione, Orvieto, Parrano, San Venanzo e Todi (unico comune della provincia di Perugia). Complessivamente lo S.T.I.N.A. si estende su una superficie di 47.159 ha di cui 4.535 di area protetta.

Comprende al suo interno tre aree naturali, centri medievali ben conservati, siti paesaggistici di particolare interesse naturalistico, faunistico, paleontologico.


Voto alla città:8
Anno della foto:2010

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