Signa è un comune italiano di 19 014 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana.
Il comune ha avuto grande importanza per la sua posizione strategica fin dal Medioevo e desta interesse soprattutto a livello artistico e culturale. Il paese consta di una parte bassa, sviluppatasi lungo il fiume Arno, e di un nucleo alto e più antico chiamato "Castello", formatosi prima dell'Anno Mille, cinto da mura e porte trecentesche. Qui sorgono le principali chiese del paese come quella di Santa Maria in Castello, di San Giovanni Battista, ove sono contenute le spoglie della patrona di Signa detta Beata Giovanna, la pieve di San Lorenzo e la chiesa di San Miniato. Il territorio del comune ha una superficie di circa 19 km², il più piccolo della provincia di Firenze. Il paese si trova alla confluenza di tre fiumi: Arno, Bisenzio e Ombrone Pistoiese.
Varie furono le ville costruite tra il tardo Medioevo e il periodo rinascimentale in modo tale da venire incontro a quelle che erano le esigenze delle famiglie benestanti e ricche dell'area fiorentina. Vi sono le testimonianze di quanto la nobiltà abbia preferito questi luoghi, come è stato testimoniato dal pittore Giuseppe Zocchi, che nel 1774 raffigurò in Vedute delle ville e d'altri luoghi della Toscana il paesaggio signese. Proprio Signa, diventando col passare del tempo una località di grande interesse per la nobiltà fiorentina, ospitò nelle sue ville personaggi illustri, come Gabriele D'Annunzio e Giuseppe Garibaldi.
Il Castello è situato nella parte più alta del paese. Nonostante i mutamenti avvenuti nei secoli consisteva in una cerchia di mura abbastanza schematica e ovoidale, costruita circa nel IX secolo per difendersi dai saccheggi dei predoni barbari, ed in particolare, di quello avvenuto nell'825 quando alcuni vascelli vichinghi risalirono l'Arno per depredare il palazzo del vescovo di Fiesole.
Le mura sono in parte distrutte e tutt'oggi visibili solo in alcune zone del paese come nel convento delle suore passioniste mentre sono rimaste intatte quattro alte torri (tra cui il Torrino e la Torre di Settentrione). Il Castello di Signa disponeva di tre porte situate in punti strategici e ben definiti per la sicurezza del paese: la porta di San Miniato, ancora esistente, nella zona a sud-ovest e tutt'oggi ornata dagli stemmi del Comune di Firenze, della casa d'Angiò e di Parte Guelfa, la porta di Via Dante Alighieri nella parte a Nord-Est di cui, nonostante sia stata distrutta, è possibile vedere alcuni resti e infine la porta di Via dell'Orologio, destinata a mettere in comunicazione il Castello con il ponte sull'Arno.
Proprio quest'ultimo simboleggiava l'importanza che aveva Signa in quel tempo poiché era l'unica via, ad eccezione di quella di Fucecchio sulla via Francigena, a poter collegare la vicina città di Firenze con quella di Pisa e quindi con il mare. Sono incerte le informazioni sulla sua origine anche se ci sono testimonianze che collocherebbero la costruzione del ponte prima del 1217. Originariamente era di struttura lignea ma più volte venne distrutto o ne fu modificato l'aspetto per soddisfare lo sviluppo urbano. Secondo le cronache e i documenti giunti a noi, era costantemente monitorato e riparato come accadde nel 1333 quando una piena distrusse a Firenze Ponte Vecchio e il ponte di Signa subì danni più o meno gravi. Il ponte è largo 1,80 metri, una larghezza pensata per il transito pedonale. È lungo 127 metri e alto 12,50. Nell'attraversare il fiume Arno presenta sei campate ognuna delle quali ha una luce di 27,50 metri.
È possibile attraversare l'Arno anche per mezzo della passerella. Questa ha una classica struttura a "travata", in cemento armato, con piloni e travi dello stesso materiale. Purtroppo lo stato di conservazione dell'opera non risulta eccezionale i piloni presentano le proprie fondazioni scoperte, così come sono scoperti i ferri dell'armatura. Anche il piano di calpestio e il parapetto che richiederebbero una manutenzione.
Tra Signa e Firenze si estende un'area di proprietà privata per 270 ettari il Parco dei Renai chiamato anche "Stato libero dei Renai" o "Isola dei Renai", area abbandonata in progressiva trasformazione a parco dalla fine dell'estate del 2000. Attualmente sono aperti al pubblico, da maggio ad ottobre, ad ingresso gratuito, 70 ettari, gestiti da una società per azioni pubblico-privata.
Vista la vicinanza con il fiume Arno fin dal XVII secolo quest'area fertile veniva usata per l'agricoltura, ma durante il Novecento l'attività agricola man mano cessò, lasciando il posto a un'incontrollata escavazione di inerti o rena, da cui il termine "Renai", specie tra gli anni sessanta e settanta. Nel 1990 iniziarono le trattative tra i privati ed il comune per il recupero dell'area con una prima ipotesi di piano di recupero dell'area, il cosiddetto "Progetto Michelucci", il quale prevedeva la riqualificazione del territorio attraverso la costruzione di impianti sia sportivi sia ricreativi e la salvaguardia di alcune zone faunistiche, la riserva integrale WWF, ove tutt'oggi sono presenti animali considerati in via di estinzione.
Il progetto fu temporaneamente accantonato fino a quando nel 1997 dal Consiag fu sottoposto all'amministrazione comunale signese un nuovo progetto, leggermente diverso dall'originale in modo tale da essere idoneo a creare una riserva d'acqua per Firenze, dopo che era stato realizzato il collegamento con l'acquedotto dell'Anconella, il cosiddetto "Tubone". Il progetto prevedeva nel corso degli anni la realizzazione del parco in quattro lotti.
Nel 2000 è stata inaugurata la prima parte successivamente sono stati costruiti impianti per attività musicali e culturali, sportivi, soprattutto per il calcio e il beach volley, oltre a una piscina semi-olimpionica ed a strutture per la vela; mentre nel 2006 è stato aperto il secondo lotto con la costruzione di una piccola spiaggia sul lago e di strutture per il canottaggio e il surf. Per mantenere il contatto con la natura vengono organizzate delle visite da parte del WWF nell'oasi naturale del parco oltre al bird watching mentre è stata creata una pista ciclabile di circa 7 km per collegare il Parco dei Renai con il Parco delle Cascine di Firenze.
Voto alla città:6
Anno della foto:2019
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