Orciano Pisano è un comune italiano di 633 abitanti della provincia di Pisa, il meno popolato della provincia.
Orciano Pisano è famosa per le sue architetture religiose e per i suoi paesaggi mozzafiato.
Orciano Pisano è situato nei dolci rilievi della Colline Pisane a 122 metri sul livello del mare, fra la Val di Tora e la Val di Fine, a pochi chilometri dal mare. Si trova a sud della Piana di Pisa, a est delle Colline Livornesi, a ovest della Valdera, e a nord della Val di Cecina e dell'area volterrana. Dista 30 km circa da Pisa, 21 km da Livorno e 12 km da Rosignano Marittimo.
Piccole porzioni dell'estremità meridionale del territorio comunale di Orciano Pisano, ai confini con Rosignano Marittimo, ricadono nella Maremma Pisana.
Il dolce paesaggio ondulato è caratterizzato da colline argillose ricoperte di strati di tufo con contenuta vegetazione arbustiva, che ricordano le Crete Senesi e la Val d'Orcia.
Tutta l'area delle colline pisane che si estende da Orciano fino a Volterra è ricca dei resti fossili di invertebrati e vertebrati marini vissuti milioni di anni fa durante il Pliocene, quando metà della Toscana, abbassata rispetto al suo livello attuale, era sommersa dalle acque del mare e la linea di costa era spostata nell'entroterra di parecchi chilometri rispetto ad oggi. Orciano è sotto molti aspetti la località delle colline Toscane più importante dal punto di vista paleontologico, particolarmente per i resti di vertebrati che comprendono pesci ossei, pesci cartilaginei come gli squali, chelonidi, carnivori come le foche e soprattutto cetacei quali delfini e balene.
Il primo importante contributo alla conoscenza paleontologica del territorio è opera di Vittorio Pecchioli che nel 1864 pubblicò alcune specie nuove di molluschi qui rinvenuti. Nel 1871 Cesare D'Ancona, allora responsabile della Collezione Centrale Italiana di Paleontologia conservata a Firenze (ora parte del Museo di Storia Naturale), pubblicò il primo volume della Malacofauna Pliocenica Italiana dove i gasteropodi fossili di Orciano hanno un ruolo fondamentale. Nel 1875, il naturalista toscano Roberto Lawley, allievo di Vittorio Pecchioli e proprietario della maggiore collezione di fossili di provenienza locale, pubblicò alcuni importanti lavori sui pesci fossili di Orciano. Nello stesso anno rinvenne alcuni resti frammentari in seguito attribuiti alla foca Pliophoca etrusca, specie descritta nel 1900 quando venne scoperto uno scheletro quasi completo ora olotipo della specie. Il rinvenimento fatto nelle argille sabbiose affioranti presso Casa Nuova, una località a sud di Orciano Pisano, fu opera di Antonio Di Pasco, un appassionato cercatore di fossili. Questo scheletro di particolare valore per la sua buona conservazione e per la rarità, è attualmente conservato nel Museo di Storia Naturale e del Territorio dell'Università di Pisa.
In tempi più recenti, nel 2006, sempre nei pressi di Casa Nuova è stato rinvenuto da un paleontofilo lo scheletro finemente articolato di un misticete lungo dieci metri vissuto tre milioni di anni fa. L'esemplare è stato riportato alla luce nel 2007 ed è ora conservato presso il Museo di storia naturale sezione di geologia e paleontologia, dell'Università di Firenze. Il suo interesse, al di là del particolare valore dello scheletro, risiede nella particolarissima fauna fossile trovata associata alle ossa, testimonianza di un ecosistema chemiosintetico (non dipendente dalla luce) alimentato dal grasso della balena. La rivista internazionale Geology ha dedicato la copertina e un articolo al ritrovamento.
Nel 2009 alcuni ricercatori del Museo Geopaleontologico GAMPS hanno rinvenuto alcuni resti di un cucciolo di phocidae e attribuiti dagli studiosi dell'Università di Pisa alla Pliophoca etrusca.
Voto alla città:5
Anno della foto:2017
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