Ripalimosani (Italia)

 


Ripalimosani è un comune italiano di 3 082 abitanti della provincia di Campobasso, in Molise.
La Chiesa madre di Santa Maria Assunta fu costruita nel XIV secolo. Il campanile è del 1463. Ha pianta basilicale con tre navate interne.

La facciata è molto particolare perché risente del tipico stile napoletano rinascimentale: è tripartita con portale in legno sormontato da una cornice e una lunetta con la Madonna in trionfo tra angeli. La cornice si compone di due colonne con architrave adorna di riccioli.

L'esterno verso il campanile presenta ancora tratti medievali, come la compatta base della torre e un bassorilievo raffigurante il Diavolo (XIV secolo).

L'interno è staccato alla maniera barocca: importante è l'altare dell'Epifania. Il pulpito è in legno intagliato con elementi floreali, sopra cui vi è un'aquila. Tra le tele maggiori ci sono il ritratto di Scipione Cecere, l'Adorazione dei Magi e la tela di San Michele.

Il campanile è una torre quadrangolare decorata in modo barocco, sopra la cui cella campanaria vi è una lanterna di otto colonne che sorregge la cuspide a cupoletta.

La copia della Sacra Sindone è una storica copia della vera Sindone di Cristo, custodita a Torino. Nel XIX secolo una commissione voluta da monsignor Giovanni Lanza, si recò in Molise per effettuare indagini: questa era la terza copia storica della sindone di Torino.

Secondo la storia, la sindone fu commissionata nel 1594 da Carlo Emanuele I di Savoia. Il pittore avrebbe dovuto dipingere in ginocchio davanti alla vera sindone a Torino per il rispetto. Dopo la sua morte, Savoia dette in eredità la sindone a monsignor Riccardo di Bari. Nel XVIII secolo la copia rimase in custodia dei canonici della chiesa di santa Maria Assunta di Ripalimosani.

Nel XX secolo la fama della sindone iniziò ad essere nota in tutta Italia, e poi nel 2000, anno giubilare, in tutto il mondo. Vi è stata anche una esposizione a Siena.

Oggi la reliquia è conservata nel Convento “S. Pier Celestino” di Ripalimosani.

Il Convento di San Pietro Celestino è in contrada Colle Rosa. Fu costruito come abbazia, nel X secolo. Prende il suo nome dalla visita di Pietro da Morrone nel XIII secolo; oggi è gestito dai Missionari di Maria Immacolata.

Il complesso conserva la facciata antica in romanico abruzzese, con scarpate e bastioni alla base. Il portale è in bugnato rinascimentale. Il campanile è stato ricostruito nel Novecento.

L'interno ha tre navate con affreschi di Scipione Cecere, santa Maria degli Angeli e la Madonna delle Grazie.
Di interesse è una bambola del Settecento raffigurante Maria bambina.

Il palazzo marchesale Riccardo era un castello del X secolo, poi modificato in età barocca. Sorse come centro di controllo e non come struttura difensiva. Vi risiedevano per lo più i notai e i burocrati del centro.

Il palazzo è una struttura molto ricca: la parte esterna quadrangolare mostra ancora i segni del castello per quanto concerne i bastioni. Il cortile interno è decorato da arcate. Il portale principale è in stile cinquecentesco classico con architrave che porta una scritta latina.

All'interno vi sono le stanze nobili rimaste perfettamente conservate, con arredamento in rosso porpora. Vi è anche una cappella privata barocca, con altare decorato da una tela raffigurante la Madonna in trionfo.


Voto alla città:6
Anno della foto:2019

Santa Maria Del Molise (Italia)

 


Santa Maria del Molise è un comune italiano di 687 abitanti della provincia di Isernia in Molise. Originariamente una frazione del comune di Sant'Angelo in Grotte, ha preso il posto di quest'ultimo in seguito al suo spopolamento.
I luoghi di maggior interesse del comune sono la Chiesa di San Pietro in Vincoli, la Chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo e per i suoi numerosi corsi d’acqua, dove è possibile ammirare le romantiche cascatelle nel Parco dei Mulini.
Il paese è posto a 632 metri sopra il livello del mare, in una zona pianeggiante. Il centro originalmente, nel Medioevo, era diviso in due nuclei: Sant'Angelo in Grotte e Santa Maria. Il territorio era già popolato dai Sanniti, successivamente il paese fu ricostruito dai Longobardi nel VI secolo d.C., con l'edificazione del castello nel feudo di Sant'Angelo; oggi scomparso. Il feudo venne chiamato Sant'Angelo dalla nobile famiglia, che prese il nome dalla devozione per San Michele, e nei secoli successivi, dal XV secolo passò ai Caldora, ai Di Sangro e ai Mormile.
Dopo il disastroso terremoto del 1805, il feudo di Sant'Angelo fu abbandonato e si costituì il nuovo nucleo di Santa Maria, più a valle, che acquisì autonomia municipale solo nel 1955. Fino al 1970 il comune era incluso nella provincia di Campobasso per poi passare a quella di Isernia.

Voto alla città:6
Anno della foto:2019

Cervia (Italia)

 


Cervia è un comune italiano di 28 521 abitanti della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna.

Località balneare e termale della Riviera romagnola con vocazione tradizionale alla marineria e alla pesca, la sua storia è molto legata alla produzione del sale.

Il Palazzo Priorale, oggi Palazzo Comunale, fu iniziato nel 1702 su disegno di Francesco Fontana. Il Palazzo non fu tuttavia completato secondo il progetto originale di Fontana: dai disegni del Fontana infatti l’edificio avrebbe dovuto avere un cortile interno che è rimasto incompleto. Inoltre invece di uno scalone di accesso, avrebbe dovuto averne due. All'interno, l'atrio immetteva in una stradetta fra due muri chiamato “passo libero comune”.

Nel piano terreno erano due stanze adibite a magazzino; dietro ad esse era situata la scala per l'ingresso alle stanze del Ministro camerlengo. Nel 1772 il palazzo subì all'interno importanti lavori di ristrutturazione che modificarono la disposizione delle stanze.

Al centro della settecentesca facciata porticata è un torrione nel quale si apre il portale di accesso. Sopra il portale è un'ampia balconata in elegante ferro battuto ed un'edicola con una statua della Vergine.

All'interno del Palazzo è una la Collezione d'arte costituita da una raccolta di dipinti di vari artisti italiani e da una mostra permanente di opere del pittore romagnolo Maceo Casadei.

Il primo magazzino è stato costruito nel 1689 e terminato nel 1691 con fondazioni che poggiavano su tronchi di pino; copriva una superficie di 1758 m². Tutti i muri avevano uno spessore alla base di 1,40 m ed erano di tipo a scarpa. L'interno era suddiviso in 6 campate (camere), l'arcata centrale è alta 9,15 m e larga 6 m. Diversi antichi documenti indicano la sua capienza in 30 milioni di libbre. Il secondo elemento detto “Gabinetto dei ministri” era costituito da un vano di 20 m². Il terzo elemento è il corpo aggiunto al fianco del magazzino sul lato della Torre San Michele chiamato anche Sala Rubicone. Il quarto elemento era un'elegante costruzione sul lato ovest (già terminata nel 1703) che venne demolita per l'ampliamento del magazzino.

Il 12 luglio 1875 vennero iniziati i lavori per il faro, nello stesso luogo di quello precedente. Alto 14 metri sopra il livello del mare, entrò in funzione nello stesso anno.

Il faro è ancora attivo e nel tempo ha subito numerosi cambiamenti. Nel 1918 ne venne aumentata l'altezza rispetto agli edifici circostanti. Il secondo intervento fu dopo la seconda guerra mondiale quando furono eseguiti i restauri dei danni bellici subiti. Le moderne tecnologie hanno ridotto l'importanza del faro, non più in grado da solo di guidare i naviganti notturni; per questi motivi è stato successivamente dotato di un nautofono che ha un raggio di due miglia e che diffonde suoni acuti.

Le case dei salinari sono situate nel perimetro della città, disegnate dall'architetto Francesco Fontana. Nel lato settentrionale e meridionale erano presenti le porte della città, abbattute durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella via di mezzo furono costruite tredici case più ampie con ampi cortili, stalle, legnaie e magazzini, serviti da accessi secondari che davano nella via che girava internamente la cinta delle case. Contemporaneamente alla città veniva costruito un muro di mattoni che andava dall'inizio della città allo sbocco del canale dove iniziava la “palata”, il muro non è più esistente.

Si è sempre ritenuto che il Borgo dei Salinari, denominato nel 1890 Borgo Aurelio Saffi, fosse stato costruito durante il regno italico compreso fra il 1805 ed il 1813. I tre personaggi legati a questa costruzione sono il soprintendente Cosimo Morelli, un architetto imolese di molta fama che fu l'autore di diverse cattedrali; il progettista Francesco Navone un architetto romano, e l'assistente Antonio Farini in precedenza ricordato per aver progettato e diretto diverse opere edilizie. Navone aveva sviluppato il progetto per due edifici di quattro case per un totale di 96 camere. Il soprintendente Morelli acquistò le aree necessarie, scelse i due costruttori Pietro Petrocchi e Giacomo Bedeschi firmarono il rogito il 2 agosto 1788 con completamento previsto entro il 1790. La soprelevazione di un piano è datata attorno al 1865.

Il teatro comunale è un tipico esempio di architettura minore ottocentesca. Fu costruito fra il 1860 ed il 1862, superando la difficoltà di adattare alle necessità di un teatro il precedente edificio inserito nelle mura cittadine. L'edificio si trova nell'angolo sud ovest del quadrilatero della città.

La fondazione dell'ospedale inizia il 9 agosto 1797 quando la municipalità di Cervia si rivolse all'Amministrazione Centrale dell'Emilia proponendole l'erezione del luogo di cura. All'epoca venne individuato come edificio l'ex convento di San Giorgio degli Agostiniani, da cui erano stati espulsi i frati il 14 giugno dello stesso anno.

La Casa delle Aie è stata costruita nel 1790 sulla base del progetto dell'architetto Camillo Morigia.

All'epoca l'edificio era adibito ad uffici dei fattori della pineta e dell'affittuario, a magazzino e a dormitori delle donne e dei pignaroli. Mantenne queste funzioni fino al 1917, poi fu abbandonata e nella seconda metà del ‘900 divenne sede di una associazione culturale e di un ristorante di cucina tipica romagnola.

Già dal XIX secolo si conoscevano empiricamente certe proprietà curative delle acque e dei fanghi delle saline, e persone di tutte le classi sociali vi accorrevano dalle campagne e città vicine per curare alcuni disturbi. Negli anni Venti si iniziò a studiare scientificamente le proprietà terapeutiche delle acque madri; in quegli anni, ogni giorno, quaranta persone si recavano a curarsi nel periodo di luglio e agosto. Negli anni Trenta, ai margini della via Salara, venne costruito un piccolo stabilimento provvisorio in grado di accogliere 120 persone in cura. Nel 1959, con la trasformazione dei processi produttivi e l'introduzione della raccolta unica o industriale del sale, si scoprì che le acque madri contenevano sali e sostanze concentrate dotati di un importante potere terapeutico. L'attuale complesso è stato edificato nel 1961.

L'aeroporto di Cervia-Pisignano è un aeroporto militare sede dal 5 ottobre 2010 del 15º Stormo dell'Aeronautica Militare Italiana; precedentemente era sede del 5º Stormo intitolato a Giuseppe Cenni (Medaglia d'oro al valor militare).

Durante la Seconda Guerra Mondiale il comando britannico costruì un aeroporto militare nella pineta di Milano Marittima (22 ottobre 1944); la scelta del logo fu dettata dalla breve distanza dal fronte, circa 24 miglia. Terminata la guerra, tra maggio e giugno del 1945 la strutturs fu smantellata e l'area venne poi bonificata con l'aiuto del comando forestale, permettendo nel 1987 la riapertura al pubblico di quella porzione di pineta.

Alla fine del XX secolo alcuni specialisti cominciarono a cercare nella pineta i residuati bellici lasciati dagli Alleati. Molti reperti sono stati ritrovati dal ricercatore Thomas Venturi, che ha inoltre creato una mappa dell'ex aeroporto e raccolto numerose informazioni sulle squadriglie che vi operavano. Tra i reperti sono state rinvenute anche alcune parti di un aereo Mustang, ritrovato nel 2005 e una grella che componeva la pista d'atterraggio degli aerei.

Le ricerche, inoltre, hanno portato alla scoperta di 16 bunker tedeschi: sono ancora visibili in un'area che si estende dal canale di Cervia a Lido di Savio. Censiti in base al modello di costruzione, risultano appartenere alla categoria Tobruk e Regelbau. Questi bunker, come altri sparsi nella Riviera Adriatica, furono costruiti dalla Organizzazione Todt e servivano come difesa costiera per contrastare un eventuale sbarco degli Alleati (sul modello di quello che è poi avvenuto in Normandia). È stato ritrovato anche un dipinto originale tedesco all'interno del bunker Regelbau 668, situato nei pressi del Porto Canale di Cervia.

La Riserva naturale di popolamento animale «Salina di Cervia» è stata istituita con un Decreto ministeriale del 1979. Nei pressi sorgono le Terme di Cervia, che ne utilizzano tuttora l'acqua salata per la cura di malattie articolari e respiratorie.

La Riserva naturale Salina di Cervia è la testimonianza del legame della città alle sue Saline. All'interno del parco si trova lo stabilimento di produzione del sale a raccolta industriale e l'antica Salina Camillone dove lo si continua a raccogliere artigianalmente con il "metodo cervese". Il sale di Cervia è detto il "sale dolce" per una limitata presenza dei componenti amari, come i solfati di magnesio, di calcio, di potassio e il cloruro di magnesio, che forniscono quel retrogusto tendente all'amaro.

Una grande pineta, di circa 260 ettari, comprende le zone di Milano Marittima, Cervia, Pinarella e Tagliata.

La foresta di pini è sempre stata caratteristica di questi luoghi, insieme a quella di Classe. Dopo il canale del Porto, infatti fino a tempi abbastanza recenti esisteva solo la chiesa di Sant'Antonio con l'adiacente convento dei Frati Minori Osservanti. La pineta iniziava subito dopo la chiesa, e comprendeva piniginepriquercefrassinisalici. Il sottobosco era perlopiù composto da roviolivelleligustriprugniviti selvatiche e rose.


Voto alla città:7
Anno della foto:2010

Lavagna (Italia)

 


Lavagna è un comune italiano di 12 572 abitanti della città metropolitana di Genova in Liguria. È il quinto comune del territorio metropolitano per numero di abitanti.
Lavagna è famosa per le sue architetture religiose, civili e militari ma anche per i musei e per la sua cultura culinaria e musicale.
La cittadina si sviluppa nella piana alluvionale sinistra del fiume Entella lungo la costa della Riviera ligure di levante, nel Tigullio orientale. Ubicato ad est di Genova, l'odierno abitato si sviluppa, oltre allo storico insediamento medievale, lungo il suo entroterra chiuso a monte da una serie di colline coltivate prevalentemente ad uliveti.

Voto alla città:7
Anno della foto:2012

Capracotta (Italia)

 


Capracotta è un comune italiano di 833 abitanti della provincia di Isernia, in Molise. Ha subito grandi distruzioni durante la seconda guerra mondiale e dalla seconda metà del XX secolo si è sviluppato sul piano turistico come stazione sciistica molisana assieme a Campitello Matese.
Capracotta è famosa per le sue architetture religiose e per le sue aree naturali, inoltre è meta frequentata soprattutto l'inverno per lo sci, con turisti provenienti prevalentemente dal Lazio, dall'Abruzzo e dalla Campania. La pratica più diffusa è quella dello sci di fondo in località Prato Gentile (1.573 m.), alle pendici di Monte Campo (1.746 m.), presso il prestigioso stadio del fondo "Mario Di Nucci", che nel 1997 ha ospitato i Campionati italiani assoluti e nel 2004 la Coppa Europa. Da quella località si diramano tre piste di diversa difficoltà (anello di monte, anello di valle e anello turistico), per una lunghezza complessiva di oltre 15 km.

Dal 1995 sono stati installati impianti per lo sci alpino alle pendici del Monte Civetta, a confluenza col Monte Capraro (1.730 m.).

Tra le attività più tradizionali vi sono quelle artigianali, che pur non essendo diffuse come nel passato non sono del tutto scomparse, e si distinguono per l'arte della tessitura finalizzata alla produzione di coperte.


Voto alla città:7
Anno della foto:2019

Castelpetroso (Italia)

 


Castelpetroso è un comune italiano di 1 620 abitanti della provincia di Isernia in Molise.

Il borgo medievale è sorto circa in epoca normanna (XI secolo). Del vecchio castello non rimane nulla, tranne parti di muratura a scarpa attorno al borgo medievale. Nel XIII secolo è citato nel Catalogus Baronum.

Il comune è noto per alcune presunte apparizioni mariane avvenute nel 1888 in località "Cesa tra Santi".

La popolazione si impegnò anche con la raccolta dei fondi necessari per la costruzione di un santuario che infine venne consacrato nel 1975.

Il santuario della Santissima Addolorata sorge all'interno del territorio del comune di Castelpetroso, ad est della frazione Pastena, non lontano dalla strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica.

La chiesa parrocchiale era quella di San Martino, che subì influssi barocchi nel XVII secolo.

L'esterno della chiesa è caratterizzato dalla facciata. Essa è stretta fra le due torri campanarie ed è tripartita orizzontalmente da tre sezioni della medesima altezza, ciascuna delle quali termina con una cuspide triangolare; al centro si apre una quadrifora, ai lati una trifora. In basso, vi sono i tre portali strombati, decorati con lunette musive[7] raffiguranti Gesù in croce tra Maria e Giovanni (al centro), l'Annunciazione (a sinistra) e l'Incoronazione di Maria (a destra). I battenti bronzei raffigurano scene dell'Antico e dal Nuovo Testamento. I due campanili sono a pianta quadrata e presentano due ordini sovrapposti di bifore, con quello inferiore più alto. Al loro interno si trova un concerto composto da dieci campane della Pontificia Fonderia di Campane Marinelli, una (la grande) risalente al 1910 e le restanti fuse nel 1972.

La cupola ottagonale si innesta su un alto tamburo che presenta, su ciascun lato, terminante con una cuspide triangolare, una bifora. La cupola è sormontata da una lanterna, anch'essa ottagonale, che alla sua sommità raggiunge un'altezza di 52 metri.


Voto alla città:7
Anno della foto:2019