Lerici (Italia)

 


Lérici è un comune italiano di 9 908 abitanti della provincia della Spezia in Liguria.
Il comune è famoso per le sue architetture religiose (in particolare chiese), civili (come ville) e militari (principalmente castelli) oltre che per rilevanti aree naturali soprattutto intorno alle sue coste.
Il simbolo della città è il Castello di Lerici e il Museo geopaleontologico del castello di Lerici, aperto al pubblico tra il 1998 e il 2015, trae origine dalla scoperta nel territorio di Lerici di orme di dinosauri ed altri rettili, risalenti a circa 220 milioni di anni fa, da parte di Ilario Sirigu, appassionato studioso dilettante prematuramente scomparso: sulla spinta di questo rinvenimento, il museo di Lerici riprende una tradizione di studi geopaleontologici iniziata nel XIX secolo, quando lo spezzino Giovanni Capellini, uno dei fondatori della moderna geologia in Italia, proprio nei promontori del Golfo avviava le sue prime ricerche.

Voto alla città:7
Anno della foto:2020

Cerveteri (Italia)

 


Cervèteri è un comune italiano di 37 418 abitanti della città metropolitana di Roma che risale all'epoca etrusco-romana.
Cervèteri è famosa per le sue architetture civili e religiose in particolare per le moltissime chiese sparse per tutto il territorio comunale. Come principali luoghi d'interesse possiamo trovare numerosi siti archeologici e aree naturali, prima tra queste la Necropoli della Banditaccia, un complesso di tombe etrusche, rappresenta una delle necropoli più importanti per la bellezza e la grandezza delle tombe e l'importanza dei reperti rinvenutivi; di particolare pregio il Sarcofago degli Sposi che ora si trova nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.

Voto alla città:7
Anno della foto:2010

Deçan (Kosovo)

 


Deçan è una città del Kosovo occidentale. All'interno del comune si trova il Monastero di Dečan, bene protetto dall'UNESCO.

Il monastero di Dečan della Chiesa ortodossa serba in Kosovo, a 12 chilometri a sud della città di Peć. Il suo catholicon è la più grande chiesa medievale dei Balcani e contiene il più grande affresco bizantino che si sia conservato fino a noi.

Il monastero venne fondato in un castagneto dal re serbo Stefano Dečanski nel 1327. Il suo atto di fondazione ufficiale risale al 1330. L'anno successivo il re morì e venne sepolto nel monastero, che quindi divenne il suo santuario, infatti l'epiteto "Dečanski" deriva direttamente dal monastero che egli fondò. La costruzione venne proseguita da suo figlio Stefano Dušan fino al 1335, ma la decorazione parietale non venne ultimata fino al 1350.

Il catholicon, dedicato a Cristo Pantocratore e costruito con blocchi di marmo rosso-violaceo, giallo e onice, fu eretta da mastri costruttori sotto la guida del frate francescano Vito da Cattaro. Si distingue dalle altre chiese serbe contemporanee per le sue dimensioni imponenti e il suo aspetto tipicamente romanico. I suoi famosi affreschi comprendono un migliaio circa di ritratti e ripercorrono tutti gli episodi principali del Nuovo Testamento. Il catholicon contiene l'iconostasi lignea originale del XIV secolo, il trono dell'egumeno e il sarcofago scolpito di re Stefano.

Nel 2004 il monastero entrò a far parte dell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Oggigiorno il monastero è sotto la protezione delle Nazioni Unite e della KFOR;

Il comune si divide in moltissimi villaggi, primo tra questi Strellc i Ulët.


Voto alla città:7
Anno della foto:2012

Sarzana (Italia)

 


Sarzana è un comune italiano di 21 804 abitanti della provincia della Spezia in Liguria.

Considerata l'erede storica dell'antica città romana di Luni, Sarzana è un importante centro della val di Magra. Grazie alla sua posizione, è dalla sua fondazione crocevia di importanti vie di comunicazione tra la Liguria, la Toscana e l'Emilia-Romagna. Sin dall'antichità fu centro agricolo e commerciale di grande rilievo e, già in età medievale, importante centro religioso e giuridico, con sede vescovile e Tribunale.

La presenza secolare della sede vescovile a Sarzana fu senz'altro uno dei motivi principali che hanno indotto la costruzione delle numerose chiese sarzanesi. Questo fenomeno consentì la venuta a Sarzana di numerosi maestri scultori, pittori e architetti, dal Medioevo all'età moderna.

Le molte chiese evangeliste testimoniano la forte presenza evangelica nella città di Sarzana, già a partire dal metà del 1800, dove erano sorte in quegli anni altre comunità ad Arcola e La Spezia.

Intorno al 1860 si era già cominciata a strutturare una piccola comunità di Evangelici Battisti che si riunivano in case, non avendo ancora un luogo comune dove riunirsi. Negli anni successivi, nonostante i ripetuti contrasti con i cattolici locali, si apre il primo locale di culto evangelico della città. Dopo la seconda guerra mondiale viene aperto un nuovo locale di culto acquisito in affitto. Nel 1964, per la generosità di tanti fratelli e sorelle viene acquistato il terreno dove poi si edificherà l'attuale luogo di culto.

Nel 1946 esisteva un gruppo di credenti della chiesa Evangelica dei Fratelli che si riuniva in località Molino del Piano nel comune di Castelnuovo Magra. Le persone iniziarono poi a radunarsi la domenica mattina inizialmente in una sede nell'estrema periferia di Sarzana e precisamente sulla collina dove sorge l'antico castello (fortezza di Sarzanello). In seguito la sede si spostò in un piccolo locale nel centro di Sarzana e precisamene in piazza Cesare Battisti. Negli anni a seguire crebbe il desiderio di avere un locale di riunioni di proprietà, più grande, più accogliente e più rispondente alle necessità della Chiesa così nel 1992 venne inaugurato l'attuale locale di riunioni.

La presenza di un mercato e la posizione strategica della città hanno consentito lo sviluppo economico di molte famiglie sarzanesi, le quali hanno costruito nel corso del tempo numerose dimore urbane.

Il territorio intorno al borgo di Sarzana, data la sua morfologia e il suo clima, ha favorito la costruzione di numerose ville nobiliari, le quali si trovano numerose anche nei territori di FosdinovoCastelnuovo Magra e Santo Stefano di Magra.

Uno dei simboli di Sarzana è la fortificazione militare che sorge sulla vicina collina di Sarzanello, da cui appunto prende la denominazione, e domina la vallata del Magra. È un mirabile esempio della nuova architettura militare rinascimentale con le mura molto spesse e oblique per resistere alle artiglierie, difesa da un rivellino a forma di prua di nave. Fu prototipo per le successive costruzioni di fortezze in epoca rinascimentale.

Antica sede vescovile, la fortezza fu per secoli presidio militare della vallata, centro nevralgico e strategico, e fu spesso al centro delle contese militari della zona; la fortezza è visitabile solo negli orari di apertura, mentre l'intera collinetta è liberamente accessibile ed è un punto panoramico suggestivo su tutta la vallata sino al mare. Sovente la fortezza ospita eventi culturali come mostre o eventi musicali.

La Cittadella, chiamata anche fortezza di Sarzana o fortezza Firmafede, fu la prima fortificazione cittadina sarzanese, edificata nel XIII secolo. Fu possedimento del signore Castruccio Castracani, che apportò numerose e rilevanti modifiche ai suoi sistemi difensivi, e, dopo una sua distruzione nel 1487 ad opera di Firenze, venne ricostruita su ordine dello stesso Lorenzo de' Medici.

Nel 1494 anche la Repubblica di Genova, rientrata in possesso di Sarzana, completò i lavori della Cittadella.

La fortezza è utilizzata come sede di manifestazioni culturali e mostre e ospita anche il museo delle Fortezze, un percorso interattivo che ripercorre la storia di Sarzana e della Lunigiana.

Tra le postazioni difensive del territorio sarzanese, il castello della Brina, dell'XI secolo, fu edificato nei pressi di Falcinello dai conti-vescovi di Luni per il controllo delle vie di comunicazioni e commerciali che dal borgo storico dipartivano per le località della valle e dell'Appennino. Il castello, distrutto in un periodo indefinito, è costituito da qualche rudere delle mura e dall'abbattuta torre circolare.

Sarzana era difesa da una cinta muraria segnata da una serie di torrioni che costituivano l'accesso e la difesa del borgo: il torrione Testaforte a sud ovest, il torrione Genovese e il torrione Stella a nord e il torrione San Francesco a nord est.

Il torrione Testaforte fu costruito nel 1513 dal podestà sarzanese Luchino Stella. Sul torrione la famiglia Carpena costruì successivamente la propria residenza, villa Carpena appunto. Il torrione si congiunge con la Cittadella attraverso un camminamento che passa sopra Porta Romana, l'accesso meridionale della città, sormontata da una grande statua della Madonna e dallo stemma di Genova. Dalla parte opposta, percorrendo l'attuale via Mazzini, si arriva all'altra porta della città ancora esistente: Porta Parma. Tale accesso è l'anello di congiunzione tra altri due torrioni: il torrione genovese o di San Giorgio e il torrione Stella. Sul bastione del primo è ancora visibile il bassorilievo raffigurante San Giorgio che uccide il drago, simbolo e testimonianza della presenza genovese in città. A pochi metri dalla porta parte poi una strada lastricata in ciottolato, detta via Torrione Genovese, che ripercorre le antiche mura fino a raggiungere piazza San Giorgio, antica sede della dogana. Dalla parte opposta a via Torrione Genovese, si dipana via Torrione San Francesco che conduce al torrione omonimo, anch'esso edificato nel 1513 e ulteriore bastione a difesa della zona settentrionale della città.

Anticamente il borgo di Sarzana aveva altre due porte, non più esistenti: quella di San Giorgio, detta anche porta del Mare, che sorgeva nell'attuale piazza San Giorgio, e la porta detta dei morti, che sorgeva in direzione della chiesa di San Francesco, fuori le mura cittadine.

Di recente scoperta è invece l'antica Porta Pisana, ben visibile nelle mura vicino alla fortezza Firmafede, che fu il primo accesso alla città dal lato sud, prima cioè di Porta Romana.


Voto alla città:6
Anno della foto:2020

Fan (Albania)

 


Fan è una frazione del comune di Mirdizia in Albania (prefettura di Alessio).

Fino alla riforma amministrativa del 2015 era comune autonomo, dopo la riforma è stato accorpato, insieme agli ex-comuni di KaçinarKthellëOroshRrëshenRubik e Selitë a costituire la municipalità di Mirdizia.

Il comune era formato dall'insieme di 17 località, prime tra queste Klos, Fan e Xhuxhe.

L'ex comune di Fan è ricco di rilevanti aree naturali.


Voto alla città:5
Anno della foto:2012

Kolsh (Albania)

 


Kolsh è una frazione del comune di Kukës in Albania (prefettura di Kukës).

Fino alla riforma amministrativa del 2015 era comune autonomo, dopo la riforma è stato accorpato, insieme agli ex-comuni di ArrënBicajBushtricëGrykë-ÇajëKalisMalziShishtavecShtiqënSurrojTërthoreTopojanUjëmisht e Zapod a costituire la municipalità di Kukës.

Il comune era formato dall'insieme delle località di Kolsh, Mame e Myç-mamez.


Voto alla città:5
Anno della foto:2012

Piacenza (Italia)

 


Piacenza è un comune italiano di 103 294 abitanticapoluogo dell'omonima provincia dell'Emilia-Romagna. Situata sul fiume Po all'estremità nordoccidentale dell'Emilia-Romagna, è soprannominata la Primogenita perché nel 1848 fu la prima città italiana a votare con un plebiscito l'annessione al Regno di Sardegna.
Piacenza è famose per le sue varie architetture religiose, civili, militari e speciali oltre che per le sue aree naturali.

Palazzo Farnese ospita la sedei dei musei civici comunali, divisi in 9 collezioni dedicate rispettivamente ad affreschi medievali, museo archeologico, armi, carrozze, Fasti farnesiani, Risorgimento, pinacoteca, sculture e vetri e ceramiche. La sezione archeologica del museo ospita il fegato di Piacenza, modello bronzeo di un fegato utilizzato durante le cerimonie religiose risalente al periodo compreso tra il II e il I secolo a.C. e rinvenuto nel 1877 nel territorio del comune di Gossolengo.

Nel 1991, dopo che verso la metà degli anni '80 era stato costituito un comitato promotore, venne istituito il museo di Storia Naturale di Piacenza, ospitato inizialmente all'interno di palazzo Scotti da Fombio e trasferitosi nel 2007 presso l'ex fabbrica del ghiaccio dello Urban Center, area cittadina nata a seguito della riqualificazione dell'ex macello cittadino dove è ospitata anche parte del campus del polo piacentino del Politecnico di Milano. Il museo ospita una serie di collezioni provenienti in buona parte dalle raccolte conservate nell'istituto superiore Romagnosi.

Il museo si suddivide in tre sezioni, ognuna delle quali posizionata in una sala, dedicate rispettivamente a pianura, collina e montagna; ognuna delle sezioni presenta un focus sulle tipicità degli ambienti della provincia piacentina come il fiume Po per la pianura, gli affioramenti ofiolitici e i calanchi per la collina e ruscelli, faggete e pascoli sommitali per la montagna. Sono, inoltre, presenti tre collezioni dedicate alla botanica, alla mineralogia e alla zoologia. La collezione botanica si compone di diversi erbari, il più antico dei quali risalente all'Ottocento. La collezione di minerali si compone delle raccolte provenienti dall'istituto Romagnosi originatesi a partire dagli ultimi anni del XIX secolo su impulso del professor Del Lupo, mentre la collezione zoologica comprende una raccolta ornitologica frutto del lavoro di ricerca del medico e ornitologo piacentino Edoardo Imparati.

In città ha la sua sede anche la galleria d'arte moderna Ricci Oddi, originata a partire dalla collezione privata raccolta da Giuseppe Ricci Oddi a partire dal 1898 e ospitata inizialmente nell'abitazione privata di Ricci Oddi. Le opere furono donate alla città nel 1924 e la galleria venne aperta al pubblico nel 1931, ospitando una serie di opere di datazione compresa tra il 1830 e il 1930, quasi esclusivamente di arte figurativa, con un'esclusione quasi totale delle arti considerate minori e con un sostanziale equilibrio tra opere provenienti dalle diverse zone d'Italia, limitando la presenza di degli artisti stranieri al solo influsso che le loro opere hanno avuto sull'arte italiana. Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1937 la galleria continuò ad ampliare la sua collezione grazie ai lasciti dello stesso Ricci Oddi. La galleria ospita il Ritratto di signora di Gustav Klimt, dipinto al di sopra di un precedente ritratto raffigurante una ragazza opera dello stesso Klimt e considerato perduto per anni. Il dipinto venne rubato dalla galleria nel 1997, un anno dopo la scoperta della presenza del Ritratto di ragazza, e è stato ritrovato all'interno della galleria nel 2019.

Completano l'offerta culturale cittadina la biblioteca comunale Passerini-Landi, la quale contiene al suo interno il codice landiano 190, la versione manoscritta più antica della Divina Commedia di Dante, riportante all'interno dell'explicit l'indicazione dell'anno 1336, e il collegio Alberoni che, oltre agli studi di teologia, ospita al suo interno un museo di storia naturale, nato dal materiale donato dal botanico e naturalista padre Zaccaria da Piacenza e la pinacoteca costituita per buona parte da opere raccolte dal cardinale Giulio Alberoni, a cui si deve la costruzione del complesso, durante la sua vita; all'interno della galleria è conservato l'Ecce Homo di Antonello da Messina.


Voto alla città:7
Anno della foto:2019

Novedrate (Italia)

 


Novedrate è un comune italiano di 2 863 abitanti della provincia di Como in Lombardia.

Situato nella parte meridionale della provincia, nella zona collinare a nord dell'area brianzola, confina a nord con il comune di Figino Serenza, a sud con quello di Lentate sul Seveso, a est con Mariano Comense e a ovest con Carimate. Dista 41 km dall'aeroporto di Milano-Malpensa, 31 km da Milano e 18 km da Como. La località è famosa a livello internazionale per la produzione del merletto, ospitando annualmente un'esposizione in concomitanza con la festa patronale.

Novedrate è famosa per la Chiesa parrocchiale dei Santi Donato e Carpoforo attestata sin dal XII secolo, l'edificio che noi oggi vediamo è frutto dei vari rifacimenti condotti nei secoli, in particolare quello del XVIII secolo e quello di inizio XX secolo.

Dal 30 gennaio 2006 negli stabili dell'ex sede del centro di istruzione dell'IBM, Novedrate ospita l'Università telematica e-Campus.


Voto alla città:5
Anno della foto:2019