San Giovanni Rotondo (Italia)



San Giovanni Rotondo è un comune italiano di 27 124 abitanti della provincia di Foggia in Puglia, famoso nel mondo per il fatto di ospitare le spoglie di san Pio da Pietrelcina, frate cappuccino vissuto a lungo nella città.
Il comune fa parte del Parco Nazionale del Gargano.
Il centro storico è una zona quasi esclusivamente residenziale. Le attività a carattere commerciale-turistico hanno scarso rilievo e questo fa sì che il centro del paese è solo marginalmente interessato dal grande flusso turistico dovuto al culto di Padre Pio, che si consuma quasi esclusivamente intorno alla zona del Convento. Passeggiando per le sue vie si incontrano la chiesa di San Giuseppe Artigiano, la Chiesa di San Nicola, caratterizzata da un prezioso portale in rame raffigurante alcuni momenti della vita di San Nicola, la Chiesa di Santa Caterina (la più antica del paese), la Chiesa Matrice di San Leonardo (la chiesa principale di San Giovanni Rotondo, che sul portale d'ingresso presenta una preziosa statua di San Michele Arcangelo), la chiesa di Sant'Orsola (assai ricca di storia e da poco restaurata), la Chiesa della Madonna di Loreto (che riproduce le dimensioni reali del sacro luogo natio del Signore a Betlemme), la Chiesa di Sant'Onofrio ed infine l'antica Chiesa di San Giovanni Battista del III-II secolo a.C. Alle chiese, per il loro innegabile interesse storico, vanno aggiunti i reperti archeologici dell'antico Borgo Sant'Egidio e di La Curvara.
La Chiesa di San Leonardo abate è la chiesa matrice di San Giovanni Rotondo. Della sua genesi Medioevale restano ben poche tracce dal momento che nella seconda metà del Seicento l'arcivescovo di Manfredonia Vincenzo Maria Orsini, futuro papa Benedetto XIII, ne ordinò l'abbattimento e invitò il popolo sangiovannese a riedificarla a proprie spese e a cessare di praticare usi e costumi superstiziosi. Il popolo sangiovannese ignora l'interdetto e l'arcivescovo con un decreto avente data 9 ottobre 1676 ma vigente dall'undici dello stesso mese, scomunica tutti. In questo frangente si sviluppa un morbo misterioso tra i sangiovannesi e provoca circa 500 vittime su una popolazione di 2690 persone. La popolazione pensa subito ad un castigo di Dio, e l'arcivescovo Vincenzo Maria Orsini, decide di revocare la scomunica.
Il 16 giugno 1678, dopo aver tenuto una predica sullo splendore dovuto alla casa di Dio, il card. Orsini dà lettura del decreto di profanazione e demolizione della chiesa e dell'erezione della nuova, designando la chiesa di Sant'Orsola come sede parrocchiale; dopo la lettura del decreto iniziò la profanazione dell'altare maggiore. Il 26 ottobre 1678 viene posta la prima pietra della nuova chiesa dedicata, come la precedente, a San Leonardo abate.
Il 30 settembre 1684 l'arcivescovo sipontino Tiberio Muscettola la riaprì al culto dedicandola, come la precedente, a San Leonardo abate. La dedicazione della chiesa avvenne il 15 novembre 1818 ad opera dell'allora arcivescovo di Manfredonia mons. Eustachio Dentice mentre la dedicazione dell'altare risale al 13 maggio 1867 per le mani di mons. Vincenzo Taglialatela.
Nel 1909 è stata edificata la Navata Laterale. Numerosi sono stati nel corso degli anni gli interventi di restauro. Il più corposo è stato eseguito nel 1983 per volere del parroco del tempo, mons. Domenico Umberto D'Ambrosio, oggi arcivescovo di Lecce.
La chiesa oggi si presenta a due navate. La Facciata principale presenta due scalinate laterali e un portale in legno. Sul portale è incastonata, in una nicchia, la statua in pietra di San Michele arcangelo risalente al 1656. In alto sul cornicione, sono poste ai lati due statue in pietra della Beata Vergine Maria, e al centro si erge una lastra sulla quale c'è scritto: D.O.M ("Deo Optimo Maximo" che significa "A Dio, Il più buono, il più grande") e sulla quale posa una croce. Sulla Facciata della navata laterale si erge una scalinata monumentale con un portale in legno. Degno di nota è anche il Campanile la cui ricostruzione iniziò nel 1703 protraendosi fino al 1709; al giorno d'oggi ospita 5 campane.
All'interno della chiesa è possibile ammirare la volta a capriate della navata centrale e sui lati 6 altari votivi dedicati all'Immacolata Concezione, a San Giovanni Battista (Statua lignea del XV secolo di Ignoto scultore meridionale), a San Giuseppe (Statua lignae del XX secolo), a San Leonardo abate (Statua lignea del XX secolo), a San Michele Arcangelo (Statua lignea del XVII secolo di Ignoto intagliatore pugliese) e al Sacro Cuore di Gesù (Tela ad olio di Natale Penati del 1936).
Nella navata laterale è posto il fonte battesimale chiuso da un pregevole coperchio bronzeo fuso nel 2013. Nel 1694 la chiesa venne fornita di Organo come attesta una lapide sul pilastro desto dell'arco dell'organo stesso. La chiesa è oggi sede dell'omonima parrocchia.
La chiesa di San Nicola fu edificata nel XVI secolo. All'interno della chiesa si può ammirare, in particolare, la statua della "Madonna dei Sette Dolori", fatta venire da Napoli nel 1726, la cui rara e celestiale bellezza si fonde con la toccante espressione di dolore per la morte di Gesù.
La chiesa di San Giacomo Apostolo era di proprietà dell'antico ospedale di San Giovanni Rotondo, della cui esistenza si ha certezza fin dal 1304. Nel 1718 essa venne assegnata ai Gesuiti. I Fratelli provvidero subito ad ingrandire la chiesa, demolendo alcune case di proprietà dell'ospedale. Il 6 novembre 1860 in questa chiesa si insediò un "Consiglio subitaneo di guerra" del nuovo Governo unitario, che vi emise una feroce sentenza di condanna a morte nei confronti di tredici cittadini sangiovannesi, riconosciuti colpevoli di eccitamento alla guerra civile durante la reazione borbonica del mese di ottobre del 1860, culminata con l'uccisione di ventiquattro cittadini liberali. La chiesa è situata a pochi metri dalla Chiesa Matrice.
La chiesa di Sant'Onofrio è un edificio sacro di origini medievali, ispirato alla severa essenzialità degli Ordini Mendicanti in capitanata a cavallo tra i secoli XIII e XIV. Fu edificata come "opera regia" da Federico II di Svevia che già aveva proclamato la città di San Giovanni Rotondo "luogo regio" affrancandola nei confronti dell'Abazia di San Giovanni in Lamis. La Facciata è a capanna in stile romanico-gotico, è arricchita da un portale ogivale, da un doppio oculo e da un coronamento ad archetti pensili. All'esterno sopra il portale, l'epigrafe in caratteri gotici tardi chiarisce la genesi dell'edificio, risalente agli anni attorno alla metà del Duecento, precisamente nel 1231. Non e però escluso che la chiesa possa essere, nella redazione originale, ancora più antica e risalente agli anni del primo Medioevo, quando poteva essere compresa all'interno di un polo religioso, del quale faceva parte anche il Battistero di San Giovanni Battista (La Rotonda).
Da tempo immemorabile la piazza di San Giovanni Rotondo ebbe enorme importanza per i commercianti di cereali di tutta la Puglia, poiché vi si svolgeva una fiera fiorentissima i cui prezzi erano presi a riferimento per la vendita in altri luoghi. Questa consuetudine spinse i sovrani del Regno delle due Sicilie a emanare disposizioni che resero obbligatori tali prezzi in tutte le terre del regno. Il prezzo dei cereali veniva proclamato proprio nella chiesa di Sant'Onofrio, alla presenza di moltissimi sindaci. La "voce" del prezzo veniva resa pubblica da un banditore, che nel giorno dedicato a S. Onofrio (11 giugno) emetteva le sue "grida" in tutte le strade della città. Nell'anno 1575 una pragmatica del viceré spostava la fiera di Sant'Onofrio e la data delle "grida" al giorno 19 giugno, festa di S. Pietro e Paolo, poiché a mese inoltrato si aveva più certezza della qualità e della quantità del raccolto.
Con la venuta del Regno Napoleonico, la chiesa cadde in completo disfacimento. Soltanto nel 1914, per interessamento dell'Arciprete don Giuseppe Prencipe, la chiesa poté essere riaperta al culto. Nel 1955 è stata riportata alle sue eleganti linee primitive riportando alla luce resti di affreschi trecenteschi.
Nella chiesa è venerata la Madonna del Monte Carmelo ed il 16 luglio vi è anche una festa in suo onore. Recentemente sono stati costruiti a ridosso della chiesa, degli uffici Parrocchiali e delle aule per la catechesi. Oggi la chiesa di Sant'Onofrio ospita l'omonima parrocchia.
La Chiesa di San Giovanni Battista, nota anche con il nome di "Rotonda", risale al VI-VII secolo, ed è l'edificio religioso più antico e ricco di storia, da cui prese il nome la città. La leggenda dice che la chiesa sia sorta sulle rovine di un antichissimo tempio dedicato al dio Giano, tuttavia non esistono ad oggi motivazioni storiche che sostengano questa ipotesi. La chiesa era tappa obbligatoria dei longobardi perché sita lungo il percorso della Via Sacra Longobardorum, che conduceva alla grotta di San Michele Arcangelo. Si pensa, inoltre, sia stata per un lungo periodo un Battistero, dato il ritrovamento di una vasca battesimale di forma circolare che, con gli ultimi lavori di restauro, è stata riporta alla luce assieme ai resti degli affreschi lungo tutte le pareti della chiesa.
La chiesa è situata nella zona est della città, in prossimità della chiesa di sant'Onofrio. Oggi la chiesa è consacrata.
La Chiesa di San Giuseppe Artigiano è situata nel centro della città, in Piazza Europa (Villa Comunale), e vi ha sede l'omonima parrocchia. La posa della prima pietra, risale al 1º maggio 1958, e avvenne in presenza di Padre Pio, il quale firmo anche una pergamena ricordo, che fu chiusa nelle fondamenta. Venne dedicata il 15 settembre 1990. La chiesa si presenta come un edificio moderno a pianta centrale; L'interno è formato da: una grande aula liturgica, gravante in dodici punti; due navate laterali e la cappella del Santissimo Sacramento. L'aula liturgica è arricchita inoltre da stupende decorazioni tra cui il mosaico raffigurante la Deesis con Cristo Pantogratore al centro, e la madre di Dio e San Giuseppe ai lati in atteggiamento orante, l'ambone con le icone dei quattro Evangelisti, l'altare marmoreo, il ciborio nella cappella del Santissimo Sacramento e le vetrate istoriate che rappresentano il ciclo cristologico. Adiacenti alla chiesa ci sono gli uffici parrocchiali. La parrocchia di San Giuseppe Artigiano rappresenta una delle parrocchie più popolate della città, dato la sua estensione territoriale.
Il complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie, noto ormai in tutto il mondo per San Pio da Pietrelcina, è formato dal convento dei cappuccini, da una chiesa antica ed una chiesa nuova entrambe dedicate a Santa Maria delle Grazie.

Voto alla città:6
Anno della foto:2010

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