Scandicci (Italia)



Scandicci è un comune italiano di 50 604 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana, conosciuto come Casellina e Torri fino al 1929. Sorge nell'area collinare a ovest di Firenze, e di tutti i comuni facenti parte dell'hinterland fiorentino è quello che presenta una maggiore continuità urbanistica col capoluogo, con il quale non esiste soluzione di continuità.
Nel territorio comunale sono presenti numerose architetture religiose. Le più antiche risalgono al primo millennio dell'era cristiana, come la pieve di San Giuliano a Settimo, la chiesa di San Martino alla Palma, l'abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo o la chiesa di Santa Maria a Greve. Anche il periodo storico che va dall'XI secolo al XV secolo vide la nascita di altre pievi e chiese. Sulle colline che dominano la città nacquero infatti luoghi di culto come la pieve di Sant'Alessandro a Giogoli o la pieve di San Vincenzo a Torri mentre nella parte in pianura sorsero, ad esempio, la chiesa di San Giusto a Signano e la chiesa di San Colombano a Settimo. Pertanto si può chiaramente affermare che la gran parte delle chiese scandiccesi giunte a noi oggi ha un'origine medievale e che il periodo che va dal XV secolo al XX secolo, non ci consegna nuovi luoghi di culto, ma solamente il rimaneggiamento di quelli esistenti.

Il patrimonio religioso cittadino ebbe però un notevole sviluppo nel secondo dopoguerra, come conseguenza della crescita edilizia e demografica di Scandicci. Difatti alla nascita di interi nuovi quartieri abitativi (CasellinaVingoneLe Bagnese, nuovo centro di Scandicci) seguì la creazione di nuove parrocchie e luoghi di culto (Gesù Buon PastoreSan LucaSan Bartolomeo in Tuto).

Oltre alle chiese, la città di Scandicci offre una quantità ragguardevole di cappelle conservanti dei capolavori storici e dell'arte. Queste cappelle erano, e lo sono a tutt'oggi, collegate alle numerose ville della città. Tra le più importanti vi sono la cappella della Madonna della Rosa e la cappella di San Jacopo.

Infine dagli atti storici a noi pervenuti, si segnala che in passato a Scandicci vi erano altre chiese ad oggi scomparse o sconsacrate.

Nel comune di Scandicci sono presenti numerose ville. Tale presenza testimonia il desiderio degli artigiani e dei borghesi di un tempo di avere una residenza, oltre che comoda e fuori mano, anche espressione della cultura artistica della Firenze di cui Scandicci era satellite. In queste ville non è difficile trovare infatti la mano degli stessi artisti chiamati a costruire opere più importanti nella vicina Firenze. Le maestranze e gli artisti erano, in questo modo, valorizzati e i migliori potevano emergere, dando lustro e fama alla scuola fiorentina. Dopo il restauro, le stesse ville, costruite in zone panoramiche ma poco accessibili, richiedevano l'apertura di strade per essere raggiunte in modo più diretto.

Tale apertura di strade innescava un circolo virtuoso in quanto la villa poteva essere più facilmente raggiunta da vicini che, notando i lavori effettuati, imitavano, nelle loro proprietà, quanto fatto. Dopo Villa I CollazziVilla I Lami posta in Via di San Niccolò è senz'altro uno degli esempi di dimore cinquecentesche più interessanti. Villa I Sassoli a San Vincenzo a Torri è famosa per i dipinti ottocenteschi ottimamente conservati ed ancora presenti in tutte le sale e le camere della villa.

Villa Poccianti, rimaneggiata nel XVII secolo dalla famiglia Tani, abbellita e ampliata nei secoli XVIII e XIX dai Medici-Tornaquinci e poi dai Poccianti, fu dal 1868 a tutto il 1870 sede della Giunta del Comune di Casellina e Torri.

Villa Castel Pulci, già ex manicomio, c'è l'unica sede operativa nazionale, dal 2012, della Scuola Superiore della Magistratura, che cura l'aggiornamento professionale e la formazione di tutti i magistrati ordinari e onorari italiani.

All'intero de La Roveta ha operato - sfruttando una sorgente presente - dalla fine dell'Ottocento fino a metà degli anni settanta, la azienda "Sorgente Roveta". A causa della chiusura improvvisa (la ditta chiuse per il ferragosto del 1975 e non riaprì più) la struttura industriale, abbandonata da allora e con all'interno ancora i macchinari, rimase a lungo con all'interno parte delle bottiglie, delle etichette, e dei concentrati da aggiungere all'acqua per la miscelazione delle bibite.


Voto alla città:6
Anno della foto:2018

Nessun commento:

Posta un commento